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Pil, Signorini “Per 2023 stime di crescita ridotte ma restano positive”

“Nel secondo trimestre del 2022 il Pil italiano è cresciuto dell’1,1% rispetto ai tre mesi precedenti, ben al di sopra delle aspettative, e mostrando una notevole resilienza date le circostanze. Sia la produzione industriale che quella dei servizi sono aumentate. La domanda interna è stata la forza trainante: la crescita dei consumi delle famiglie è stata forte (2,6% trimestre su trimestre); gli investimenti fissi lordi hanno decelerato, ma sono comunque aumentati dell’1,7% su base trimestrale, trainati sia dai macchinari che dalle spese di costruzione. Il contributo della domanda estera netta è stato leggermente negativo”. Così Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, nel corso del suo intervento all’Insurance Summit 2022. “Stiamo dando gli ultimi ritocchi alle nostre proiezioni economiche aggiornate, che saranno pubblicate il 13 ottobre. Rispetto al nostro bollettino economico di luglio, le previsioni di crescita non dovrebbero cambiare molto per quest’anno, mentre saranno significativamente ridotte per il prossimo”, ha aggiunto. “Tuttavia, nella nostra proiezione di base, la variazione del Pil dovrebbe rimanere positiva nella media del 2023, poiché l’economia dovrebbe tornare a crescere nella seconda metà dell’anno. In uno scenario sfavorevole, tuttavia, che presuppone un impatto più forte e più protratto della guerra sulla disponibilità e sui prezzi dell’energia, oltre che sul commercio mondiale e sull’incertezza, l’economia continuerebbe a contrarsi per qualche trimestre in più e il Pil scenderebbe la media del 2023”, ha spiegato Signorini.
Quanto all’inflazione, “le proiezioni per l’Italia nel 2023 si sono attestate in media intorno al 4,3%, più di un punto in più rispetto alle stime del mese precedente. Il 13 ottobre verranno svelati i nostri scenari di inflazione, insieme agli scenari di crescita. Nonostante questi sviluppi, ad agosto la crescita salariale contrattuale è stata sostanzialmente stabile, all’1% su base annua nel settore privato non agricolo. Guardando al futuro, un’azione decisa per ridurre l’inflazione è essenziale per preservare il potere d’acquisto delle famiglie ed evitare spirali salari-prezzi inutili. La stabilità dei prezzi è la stella polare delle banche centrali. Le banche centrali di tutto il mondo hanno avviato una normalizzazione della politica monetaria”, ha aggiunto.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa Banca d’Italia-

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