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Pierluigi Randi, meteorologo: «Avremo un inverno normale, più freddo degli ultimi quattro»

Dopo un’estate torrida e un po’ di tregua con piogge solo in settembre, l’autunno è iniziato in punta di piedi dato che è ancora restio nel far calare le temperature e rinfrescare l’aria. Il caldo anomalo di queste ultime settimane se da un lato dona sollievo alle persone che temono le bollette stratosferiche per il riscaldamento, dall’altro però può causare danni alla natura e quindi alle produzioni agricole. A spiegare qual è la situazione, è il tecnico meteorologo certificato Pierluigi Randi che è anche presidente di Ampro (Associazione Meteo Professionisti).Randi, il 2022 si avvia a essere l’anno più caldo mai registrato in Italia dal 1800…

«Sì, ha lasciato il segno come si suol dire. Finora è il più caldo da quando esistono le rilevazioni e, probabilmente, sarà presto soppiantato da qualche anno a venire. In virtù di queste ultime tendenze climatiche, è destinato a essere un record temporaneo».Cosa ne pensa di questo autunno quasi estivo?

«Anche se è ancora presto per parlare di record visto che il mese deve ancora terminare, il caldo di ottobre è decisamente preoccupante per due motivi essenziali. Anzitutto perché è caratterizzato da una persistenza eccezionale, dal momento che abbiamo temperature massime intorno o anche leggermente superiore ai 25 gradi da inizio mese, quando dovremmo averne 19-20. In secondo luogo in quanto è, purtroppo, uno specchio di quello che è il trend climatico ormai consolidato, in cui si tendono a battere record di caldo, quasi mai di freddo, andando verso la distribuzione delle temperature medie su valori sempre più alti».[vc_single_image image=”24940″ img_size=”full”]Come si prospetta il clima di questo inverno? In Romagna cosa possiamo aspettarci?

«Qui il terreno è un po’ minato nel senso che è bene precisare che esistono due tipi di previsioni: quella classica meteorologica e quella di scenario meteo. La prima riguarda i prossimi 3-5 giorni e consente di prevedere con buona precisione se pioverà e le temperature. La seconda, invece, riguarda un periodo più lontano nel tempo con conseguente minore attendibilità delle previsioni. Quando si fa una previsione stagionale, quindi, si parla di scenario meteo e non di previsione metereologica. Fatto questo preambolo, ci sono elementi che inducono a pensare a un inverno normale dal punto di vista delle temperature, quindi un po’ più freddo degli ultimi quattro che abbiamo avuto, e abbastanza piovoso».Per la popolazione può sicuramente far comodo il protrarsi delle alte temperature per limitare il consumo del gas. Ma un inverno mite avrebbe il suo rovescio della medaglia…

«C’è un po’ di terrorismo nel senso che, specialmente nel web, ogni tanto compare qualche pseudo-notizia di inverno glaciale, terribile, ecc., ma queste sono fake news perché in realtà non possiamo dire una cosa del genere. Naturalmente se consideriamo la bolletta, per usare un termine molto in voga, dovremmo auspicare un inverno molto mite per risparmiare sul riscaldamento. Gli inverni molto miti però, come quello dello scorso anno dove è piovuto pochissimo, provocano danni alle produzioni agricole stimati in oltre 2 miliardi di euro».La figura del meteorologo è sempre più al centro dell’attenzione. Quanto è cambiato il vostro lavoro in questi anni?

«Il lavoro è cambiato in senso positivo. Fino a non molto tempo fa il meteorologo era inquadrato come una sorta di indovino, tant’è vero che si usavano spesso espressioni come “ha indovinato” oppure “ci ha preso”, laddove indovinare presuppone una certa dose di fortuna. In realtà la meteorologia è una disciplina scientifica a tutto tondo, non si tratta di preveggenza o di sesto senso, in quanto ha dentro tanta fisica, matematica e chimica. In questo senso direi che la consapevolezza è leggermente migliorata, cioè il meteorologo viene adesso visto come una figura professionale come uno scienziato che si occupa di fisica dell’atmosfera».[vc_single_image image=”24948″ img_size=”full”]Com’è cambiato oggi il fare previsioni? Quali strumenti in più avete?

«Le previsioni sono cambiate rispetto a un tempo quando c’era il generale Bernacca per dire… Oggi poi c’è una richiesta molto più articolata e il rischio di errore aumenta inevitabilmente perché si devono fornire previsioni sempre più dettagliate. Fortunatamente, però, abbiamo dei mezzi a disposizione che in passato non c’erano. Ci sono i modelli numerici ossia chimico-matematici che cercano di simulare al meglio ciò che succede in atmosfera e che ci consentono di fare previsioni più attendibili. La modulistica, con il potenziamento dell’informatica e l’uso di supercomputer sempre più potenti, ha fatto passi da gigante. Abbiamo anche tanti altri strumenti, gli stessi satelliti di ultima generazione da cui riceviamo una marea di informazioni per prevedere meglio il tempo di domani o sapere cosa sta succedendo in questo momento».

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