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Pesca, Uila “Vinciamo in Europa ma non ancora in Italia”

ROMA (ITALPRESS) – “Mentre a Bruxelles, per la prima volta, il Parlamento riconosce le ragioni dei pescatori e boccia l’operato della Commissione europea, in Italia, invece, in tema di ammortizzatori sociali, al momento non vincono nè i lavoratori nè le imprese”. Così la segretaria generale della Uila Pesca, Enrica Mammucari in merito, da un lato alla bocciatura dell’atto delegato proposto dalla Commissione europea sull’attuazione del Feampa 2021-2027 che avrebbe inasprito il regime sanzionatorio a danno dei pescatori e, dall’altro, all’estensione della Cisoa al settore della pesca, decisa con l’ultima legge di Bilancio.
“Dopo anni di attesa, non avremmo mai immaginato che l’ammortizzatore strutturato per la pesca potesse escludere la copertura delle fondamentali causali di sospensione dell’attività lavorativa” afferma Mammucari “con il risultato che, da ieri, le imprese hanno iniziato a versare la contribuzione per la Cisoa, senza che ci siano ancora le norme regolamentarie e attuative che tengano conto delle specificità del settore e rendano quindi possibile la reale fruizione di questo ammortizzatore”.
Per questo, la Uila Pesca, insieme alle altre parti firmatarie dei contratti nazionali di lavoro di riferimento del settore stanno chiedendo a gran voce la riconvocazione urgente del tavolo di confronto interministeriale, avviato lo scorso 14 gennaio dal ministero del Lavoro, con la presenza dell’Inps e poi non più riconvocato.
“Da sempre, non ci lasciamo sedurre da conquiste sulla carta che non si trasformano in diritti esigibili per i lavoratori, a maggiore ragione nella pesca, un settore strategico per la sicurezza alimentare del paese” conclude Mammucari “I pescatori italiani sono già considerati lavoratori di serie B quanto al riconoscimento previdenziale del carattere usurante della loro attività e in materia di salute e sicurezza a causa dei mancati decreti attuativi del “Testo Unico” del 2008; ora meritano che la Cisoa sia realmente lo strumento per intervenire sulle cause maggiori di inattività lavorativa indipendenti dalla volontà del datore di lavoro e dei lavoratori. E per questo ci batteremo con tutte le nostre forze”.
(ITALPRESS).

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