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Per esprimere solidarietà al popolo Saharawi, il Comune di Ravenna invia un container con presidi sanitari e integratori

È partita giovedì 4 maggio la carovana di solidarietà per il popolo Saharawi, con il quale il Comune di Ravenna ha da oltre 10 anni relazioni di cooperazione internazionale.Dopo i due anni di pandemia, che hanno fortemente compromesso le condizioni della popolazione rifugiata nei campi profughi in Algeria, la rete di solidarietà ha messo in campo l’organizzazione di un container, utile per inviare soprattutto presidi sanitari e integratori. Il Comune di Ravenna ha partecipato, grazie al grande impegno di due medici ginecologi: la dottoressa Lea Zanotti e il dottor Enzo Esposito e di due aziende farmaceutiche – Kolinpharma e Pharmaelle – inviando strumenti, prodotti sanitari e integratori a supporto della salute materna e infantile. Questo è infatti l’obiettivo principale del progetto in corso Visis – Valorizzazione e implementazione del sistema sanitario saharawi, co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’anno 2020. Il progetto è in fase conclusiva e con orgoglio è stato possibile destinare risorse alla partecipazione nell’invio della carovana di solidarietà, promossa dalla Rete Saharawi a livello nazionale. Indispensabile è stata la collaborazione della rappresentanza in Italia del Fronte Polisario – Repubblica Araba Saharawi Democratica.L’azione avviene in concomitanza con la fine del Ramadan e sono stati inviati dispositivi di protezione individuale, integratori per la gravidanza e per la salute femminile, pannolini per neonati e set chirurgici.Nell’ambito dello stesso progetto, è stato possibile sostenere inoltre il lavoro della Commissione sanitaria scolastica, un gruppo di medici con varie specializzazioni che svolge uno screening sulla totalità della popolazione scolastica, mettendo in campo azioni di sensibilizzazione sulla salute, di prevenzione e di identificazione di patologie da sottoporre ad ulteriori cure.I medici Zanotti ed Esposito e le aziende Kolinpharma e Pharmaelle hanno dimostrato solidarietà e impegno fondamentali alla buona riuscita dell’azione che va a sostenere un settore essenziale, come quello della salute materno-infantile, per il benessere della popolazione saharawi.Da un punto di vista politico, la causa saharawi vive una fase particolarmente difficile, in cui non è ancora stato raggiunto un accordo sul cessate il fuoco dopo la ripresa del conflitto nel Sahara Occidentale fra Rasd e Marocco, avvenuta nell’ottobre 2020.Il momento conclusivo di restituzione alla cittadinanza sulle attività progettuali si svolgerà nella giornata del 5 giugno, durante il festival delle Culture, in collaborazione con i partner regionali.

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