La città di Ravenna, che vanta il ruolo di capitale dell’impero romano d’Occidente nel V secolo, di città principe del regno goto e centro politico del protettorato bizantino nel VI secolo d. C., affonda le sue radici in un passato molto più antico e questo è ciò che voglio mostrarvi con questa passeggiata archeologica nel suo intricato tessuto urbano.
Partiamo da via Camillo Morigia, intitolata all’architetto ravennate che progettò la tomba di Dante: qui, negli anni Sessanta durante scavi per la costruzione di un parcheggio sotterraneo di un gruppo di appartamenti, è venuta fortuitamente alla luce – a circa nove metri di profondità – la traccia di un abitato palafitticolo con palizzata lignea attribuibile al V secolo a.C. e resti di ceramica attica. In età repubblicana una fognatura in mattoni è stata collocata sopra, insieme a un basolato di età traianea.
Passando nell’ex piazza Kennedy, nei lavori di riqualificazione nel 2015-16, è emersa l’area del foro romano ed è stata riportata alla luce la chiesa di Sant’Agnese costruita nel V secolo d.C. dal vescovo Esuperanzio, sorta sulle vestigia del tempio di Ercole Orario. Essa presentava tre navate con abside poligonale esterna e semicircolare interna realizzata in coccio pesto, ciborio decorato in marmo e lacerti di mosaico pavimentale con girandola di pelte. Fu poi incendiata e nel XII secolo acquisita dai vescovi di Modena con aggiunta di un transetto e cappelle ma a una sola navata. Fu oggetto di saccheggi nel 1908 per arredare il giardino di Palazzo Rasponi dalle Teste.
In via Gardini e Mariani si trovava, dalla tarda antichità, una via porticata che collegava l’area dell’Episcopio con il Palazzo imperiale con un piano lastricato, a 4 metri di profondità. Nelle vicinanze fu scoperta anche la chiesa di Santa Giustina Pro Capite del X-XII secolo che aveva l’ingresso sull’arteria stradale costeggiata dai portici. La via porticata, abbattuta in età veneziana, attraversava un corso d’acqua con un ponte chiamato Pons Apollinaris, scoperto negli anni Trenta con mattoni di rimpiego. Percorrendo via Mariani ci si imbatte nella Cassa di Risparmio costruita nel 1891 su un edificio ecclesiastico, la chiesa trapezoidale di San Giorgio ai portici, sede dei cavalieri di Malta in cui si ospitavano i pellegrini in viaggio verso Roma.
Giungendo poi all’area dell’ex palazzo di Teodorico, qui un tempo sorgeva un quartiere imperiale di età tardo antica, edificato quando Ravenna fu capitale dell’impero romano d’Occidente su antiche ville marittime. Era costituito da strutture residenziali, una zecca monetale e un circo o ippodromo per le corse dei cavalli. Alla fine del V inizio VI secolo, fu residenza gota che vi aggiunse un porticato con peristilio e un’aula absidata, di rappresentanza con tarsie marmoree accanto a un triclinio triabsidato con funzione simposiale. Attualmente la struttura in elevato appartiene a una chiesa altomedioevale con matroneo, San Salvatore ad Calchi, realizzata con materiale di recupero.
In piazza Anita Garibaldi, negli anni Settanta, furono fatte indagini da Roncuzzi che portarono alla luce la fossa Augusta canale artificiale che raccoglieva l’acqua del Po e la convogliava al porto di Classe. Negli scavi del 2011 di Hera per la costituzione di un’isola ecologica fu trovata una domus del I secolo d.C., a pochi chilometri dalla linea di costa, frequentata fino alVII secolo come residenza di un funzionario imperiale, con un mosaico pavimentale rappresentate il Genio delle Acque, uomo barbuto, dio del fiume.
In piazza Andrea Costa, durante scavi Hera nel 2009 per realizzazione di isole ecologiche interrate, sono emersi la confluenza dei corsi d’acqua Flumisellum e Padenna e una cloaca romana dove oggi c’è il mercato Coperto. Nel 1901 fu trovato il ponte San Michele che consentiva l’attraversamento del Padenna, poi tombato in età veneziana.
In via Salara, scavi del secolo scorso per lavori nelle fognature hanno consentito di scoprire le tracce di un ponte augusteo sotto 40 cm dal piano di calpestio attuale. Era lungo 100 metri e largo 8 metri con due rampe di accesso, formato da blocchi di trachite e laterizio. Fra via Gamba e via Pier Traversari, oggi non più visibile, c’era un cenobio femminile con chiesa di Maria in Cereseo del IX secolo d.C., in un periodo in cui i religiosi erano grandi proprietari fondiari. Sempre in via Pier Traversari, durante lavori di costruzione di appartamenti nel 2003 e 2004, furono trovate tracce di un’area residenziale gota con ceramiche e anfore da mensa africane e nord-orientali. Ancor prima, in quel punto, passava qui un canale romano di regimazione delle acque. Più tardi in età medioevale divenne area sepolcrale con sepolture terragne e una chiesa dedicata a san Lorenzo in Posterula.
Per finire di Galla Placidia nell’area adiacente al cosiddetto Mausoleo, sotto la struttura medioevale della chiesa di Santa Croce, sono state recuperati e lasciati in situ pavimenti di mosaico di stile geometrico di Domus del I–III secolo d.C., distrutta da un incendio e fino al V secolo non più abitata.
La chiesa di Santa Croce, orientata in senso ovest-est verso gli assi viari romani, da indagini negli anni ‘80 e ‘90, presenta una prima fase di metà V secolo a navata unica con bracci laterali per transetto e abside quadrata con allunganti per nartece d’ingresso e una seconda fase 432-450 con aggiunta di due sacelli cruciformi al nartece d’ingresso, denominati San Nazario e San Zaccaria e allungamento dei bracci con mosaici geometrici policromi. In età medioevale si inserirono delle strutture con funzioni funerarie. La parte attuale conservata dell’edificio appartiene al XII secolo con all’interno una cripta ad oratorio. Nel XVI secolo la chiesa si ridusse a un sola navata con rifacimento del vecchio campanile. Purtroppo, allo stato attuale, non è possibile visitare l’area fortemente depressa per subsidenza.
La sua formazione archeologica acquisita con gli studi universitari le ha permesso di cogliere l’arte nelle sue molteplici forme come creazione unica dello spirito umano. Nel 2005 ha conseguito l’abilitazione come guida turistica per la città di Ravenna. Con il conseguimento dell’abilitazione linguistica alla lingua spagnola nel 2009 ha organizzato tour per gruppi in lingua spagnola; altresì ha realizzato visite guidate legate a varie tematiche inerenti esposizioni temporanee di opere appartenenti a differenti generi artistici del territorio regionale. Recentemente il suo interesse per l’ambiente naturale, ecosistema ricco di biodiversità, le ha permesso di svolgere ricerche nel seguente ambito e l’ha portata a diventare nel 2022 guida ambientale-escursionistica regionale AIGAE.
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