Ortazzo-Ortazzino, «Si avvicina la vendita al Gruppo Mazzoni. Rifiutata la proposta del Parco»

«I ritardi, i silenzi ma soprattutto le inadempienze del Comune e dell’Ente Parco Delta del Po, hanno portato ad unico risultato: quello di lasciare l’area naturale Ortazzo-Ortazzino in mani private. L’unica iniziativa dall’amministrazione de Pascale è stata quella di aver tentato di esercitare il diritto di riscatto, peraltro delle sole aree A e B, e ai prezzi della prima vendita: tentativo miseramente fallito.», così esordisce Veronica Verlicchi, capogruppo di La Pigna.

«Oggi l’area Ortazzo Ortazzino finirà con ogni probabilità nelle mani di una nuova proprietà. La data del rogito, infatti, dovrà essere fissata entro e non oltre il 15 marzo, così come dettato dal preliminare di vendita sottoscritto lo scorso 7 settembre, tra la CPI Real Estate Italy e la Gobbino del Gruppo Mazzoni. Il suddetto preliminare stabilisce un importo di vendita complessivo pari a 1,060 milioni di euro, di cui 200 mila euro già corrisposti prima della firma, e 66.300 da corrispondere al momento del rogito alle 2 agenzie di intermediazione immobiliare».

L’antefatto: il Comune ha deciso di non acquisire l’area da Immobiliare Lido di Classe, poi non ha esercitato il diritto di prelazione

Verlicchi ripercorre la triste vicenda dell’Ortazzo Ortazzino, attribuendo le responsabilità. «Il primo gravissimo errore – sottolinea Verlicchi – nonostante la grave morosità nei confronti del Comune di Ravenna della società inizialmente proprietaria dell’area naturalistica, Immobiliare Lido di Classe, in liquidazione, il Sindaco de Pascale ha deciso di non procedere con l’acquisizione dell’area, attraverso la procedura di esecuzione tramite il Tribunale».

«La seconda responsabilità – continua – Seppur informato per tempo, il Sindaco de Pascale insieme al Presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini, non hanno provveduto a stanziare le risorse finanziarie necessarie per consentire all’Ente Parco di esercitare il diritto di prelazione entro la scadenza del 19 gennaio 2023. Se tale diritto fosse stato esercitato sin da subito, non solo il prezzo di acquisto sarebbe stato inferiore a quello attuale obbero euro 580 000, ma l’intero Ortazzo-Ortazzino sarebbe già di proprietà pubblica».

Il tentativo di acquisire le aree A e B da CPI Real Estate Italy, nuova proprietaria. Il no dell’azienda, che venderà al Gruppo Mazzoni

«La terza responsabilità: non aver reso pubblico che la data del rogito per il trasferimento della proprietà dell’area Ortazzo-Ortazzino andasse fissata entro il 15 marzo 2024. Il 14 novembre 2023, l’Ente Parco Delta del Po invia una comunicazione a CPI Real Estate Italy e per conoscenza ad Immobiliare Lido di Classe srl in liquidazione e alla Società Agricola Gobbino srl, con la quale anticipa l’intenzione  di esercitare il diritto di riscatto». 

«In data 29 novembre 2023, è ancora l’Ente Parco Delta del Po a contattare gli stessi soggetti comunicando l’intenzione di esercitare il diritto di riscatto per le sole aree A e B ad un prezzo, dallo stesso unilateralmente riparametrato, di 437 mila euro. Il 6 dicembre 2023, CPI Real Estate Italy Spa risponde all’Ente Parco Delta del Po, inviando per conoscenza la comunicazione all’Immobiliare Lido di Classe srl in liquidazione, con un secco no. CPI richiama il rispetto dei passaggi previsti dalla Legge 394/91, evidenziando che la prelazione comprende tutti i cespiti del preliminare di vendita dell’area Ortazzo-Ortazzino, cioè anche la zona C».

«Vengono così clamorosamente smentiti, come già fatto più volte dal gruppo consiliare La Pigna,Città-Forese-Lidi, il Sindaco de Pascale e il Presidente della Regione Stefano Bonaccini, i quali hanno sempre fatto credere che la prelazione riguardasse solo le aree A e B. Prelazione neppure esercitata a dimostrazione dell’assoluta volontà di non acquisire l’area dell’Ortazzo-Ortazzino e lasciarla così, in mani private», afferma Verlicchi.

«Sulla vicenda Ortazzo-Ortazzino il Sindaco de Pascale e il PD persistono in una linea che non solo non consente di acquisire l’area da parte dell’Ente Parco Delta del Po, ma che addirittura espone lo stesso Ente al concreto rischio di subire, in caso di ricorso al tribunale di Roma di una delle parti, una pesante condanna al risarcimento dei danni per lite temeraria. L’ennesimo pasticcio a marchio de Pascale che si ripercuote sul nostro territorio», conclude la capogruppo di La Pigna.

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