10 Ott 2023 17:59 - In evidenza
Randi: «Ondata di caldo, battuto ogni record. C’entra anche il cambiamento climatico»
Il picco è stato raggiunto lunedì 9 ottobre. In arrivo a metà della prossima settimana correnti da Nord, si parla di un abbassamento di oltre 10 gradi, probabile un ritorno delle piogge
di Lucia Bonatesta
L’autunno caldo nella provincia di Ravenna ha battuto ogni record: Alfonsine 33,2°C, Bagnacavallo 33,1°C, Lugo 32,8°C, Cotignola 33°C, Brisighella 33,7°C, Ravenna 32,3°C. Sono temperature estive di circa 10 gradi rispetto alla norma. Il meteorologo Pierluigi Randi, presidente dell’Associazione Meteo Professionisti (Ampro), fa il punto sull’ondata di caldo di ottobre a Ravenna (e non solo).
Nella percezione di un meteorologo, negli ultimi giorni a Ravenna sembrava estate?
«Direi proprio di sì. Ci sono state temperature tipicamente estive sia nella giornata dell’8 che del 9 ottobre. Anche oggi non si può dire diversamente anche se le temperature si sono leggermente abbassate. Il picco è stato raggiunto nel 9, quando abbiamo avuto temperature che sarebbero state considerate alte anche in piena estate. Dobbiamo considerare che nella terza decade di luglio, che è il periodo tipicamente più caldo, le massime oscillano di solito tra 31 e 32 gradi. Ieri in provincia di Ravenna e non solo in pianura siamo arrivati localmente a 33°C: sarebbero valori alti anche per la piena estate. Corrispondono ad anomalie di 10 gradi, visto che normalmente in questo periodo si dovrebbe essere sui 21-22°C.»
Sono stati battuti molti record…
«Questo caldo ha portato all’abbattimento di tutti i record di caldo del mese di ottobre, che risalivano al 2011 quasi dappertutto. Ieri in quasi tutta la provincia sono stati battuti i record, a Rimini è stata risparmiata la fascia costiera, ma a Ravenna anche quelli sono stati battuti.»
La nebbia di martedì mattina presto è stata l’unica parvenza di autunno…
«Sì, perché per il resto sia le temperature sia l’assenza di precipitazioni fanno pensare che sia ancora estate. Ricordo che l’autunno dovrebbe essere il periodo con più precipitazioni dell’anno. Al momento la siccità è moderata, non siamo ai livelli del 2022, ma negli ultimi 4 mesi le piogge sono state molto scarse. Ad agosto e settembre c’è stato il -70% di piogge. La prossima settimana, anche se è ancora lontana, ci dovrebbe essere un ritorno di piogge. Sono auspicabili se rimangono moderate.»
Si parla infatti di un abbassamento di temperature e un ritorno del maltempo dalla prossima settimana, conferma?
«Cominciano a vedersi i primi segnali di una circolazione da nord. Per molti giorni siamo stati interessati da correnti del Nord Africana, da sud ovest; si dovrebbe passar abbastanza bruscamente a correnti da nord, dalle regioni artiche. Stanno conquistando pian piano Regno Unito e Scandinavia, scenderanno verso sud e la prossima settimana probabilmente arriveranno in Italia, anche se parzialmente protetta dalle Alpi. Non subito ma a metà settimana circa le temperature saranno rientrate nella norma, o forse un po’ al di sotto. Si scenderà di 11-12 o forse 13 gradi. Soggettivamente sarà uno shock termico, perché siamo abituati a uscire con vestiti estivi. Anche se siamo ancora lontani, il cambio di circolazione potrebbe portare anche a un ritorno delle piogge».
Quali sono le cause delle temperature estive che abbiamo avuto nell’ultimo periodo?
«L’invasività dell’alta pressione dell’Anticiclone nord africano è una figura che è sempre esistita. È normale, ogni tanto si propaga verso nord e aumenta le temperature nel bacino mediterraneo. Questo è sempre successo, ma in passato poteva accadere tre o quatto volte l’anno e durare 3-4 giorni, preferibilmente in estate. Con il clima attuale queste invasioni degli anticicloni sud tropicali nord africani si hanno in tutte le stagioni, durano di più e sono più intense. Quest’ondata straordinaria di caldo è stata portata dall’ennesima invasione verso nord degli anticicloni. Oggi questi fenomeni durano di più perché fa più caldo, e loro si nutrono di caldo. Al contrario le correnti occidentali, che dovrebbero spazzarli via e portare le perturbazioni atlantiche, sono più deboli. Ci dovremo abituare perché i modelli di clima ci dicono che queste ondate ci saranno sempre più spesso in futuro».
Dunque, si può affermare che queste ondate di caldo sono connesse al cambiamento climatico?
«L’attribuzione di un evento estremo al cambiamento climatico è una materia complessa. Ogni evento ha il suo grado di attribuzione. Ad esempio, un evento estremo e isolato, come un violento temporale, non potrebbe essere attribuito. In più, quando un evento dura poco e interessa una piccola zona, anche se molto intenso, è ancor più difficile da attribuire. Al contrario, però, le ondate di calore durano molto e sono estese. Questa ondata di ottobre ha avvolto tutta l’Europa Centro-Meridionale: Spagna, Francia, Balcani, tutta l’area Mediterranea. Inoltre, sta durando da più di una settimana, è estesa nel tempo. Quindi, in questo caso, l’attribuzione al cambiamento climatico è molto più semplice. Anche perché queste ondate di calore sono sempre più frequenti e intese. In questo caso sì, ci possiamo sbilanciare, c’entra il cambiamento climatico».