Al via Omc, dopo le proteste dei verdi di sabato scorso. Oggi (martedì 24 ottobre) è iniziata la prima giornata di OMC – rassegna espositiva italiana dedicata all’Oil&gas ed all’industria dell’energia, delle estrazioni – al Pala de André di Ravenna, era stata rimandata a causa dell’alluvione di maggio. Omc durerà fino a giovedì 26 ottobre con appuntamenti con esponenti istituzionali e delle maggiori aziende energetiche.
«Appena l’Italia si è trovata a dover fronteggiare la crisi energetica – afferma il sindaco Michele De Pascale, durante il suo discorso di benvenuto – è stato ovvio ripartire da qui. E proprio da Ravenna è partita la proposta di quattro azioni strategiche per un nuovo piano energetico nazionale: il rilancio della produzione nazionale di gas nel Mare Adriatico; l’installazione di una FSRU al largo di Ravenna; la realizzazione di un parco eolico offshore da almeno 600 Megavolt con annesso impianto fotovoltaico galleggiante e produzione di idrogeno verde grazie al progetto Agnes; la realizzazione di un sistema CCUS. Queste quattro azioni di sistema si sostengono a vicenda, salvaguardando l’economia, la sicurezza e la transizione ecologica, offrendo soluzioni coerenti con la neutralità tecnologica richiesta dal nuovo green deal. Purtroppo questi progetti si confrontano costantemente con le incertezze della politica nazionale e con estenuanti iter burocratici»
«Nel tragico periodo bellico che stiamo vivendo – continua De Pascale -, l’energia è strettamente legata alla speranza di libertà, democrazia e pace dell’Europa e di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
L’alto costo dell’energia provoca crisi economiche, povertà e deindustrializzazione; i rapporti esclusivi con un solo fornitore o un solo acquirente, o l’uso di una sola tecnologia per produrre energia, rendono i paesi subordinati gli uni agli altri; le calamità causate dai cambiamenti climatici distruggono territori, suscitando paure e mettendo in difficoltà interi settori economici. Tutti questi aspetti rendono i paesi deboli e non consentono loro di esercitare pienamente la propria libertà».
«La nostra cultura millenaria – conclude il Sindaco – ci insegna che, nel lungo periodo, non può esserci sviluppo economico senza una crescita dei diritti umani, della libertà, della democrazia e della pace. Ma allo stesso tempo, il nostro tempo ci mostra che senza sviluppo economico e diffusione della ricchezza, i diritti umani, la libertà, la democrazia e la pace entrano in crisi e rischiano di arretrare. È solo un’illusione pensare che si possa sostenere la crescita economica senza prendersi cura della libertà delle persone, così come perseguire i valori democratici senza preoccuparsi del miglioramento della qualità materiale della vita nelle comunità. E così scopriremo che l’energia è una delle chiavi più importanti».
«Le tensioni in Medio Oriente – dice amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi – non cambiano i progetti e la cooperazione di Eni con l’Algeria. Non cambia assolutamente niente. Appena è scoppiata la guerra in Israele sono andato subito in Algeria a parlare con il ministro e con il nuovo capo di Sonatrach. Abbiamo fatto una rivisitazione dei progetti. Noi non facciamo solo gas, ma stiamo sviluppando nuove tecnologie e anche la possibilità di sviluppare elettricità da trasportare attraverso elettrodotti in Europa. Quindi abbiamo passato in rassegna un po’ tutte queste attività, non ultima la cattura della CO2 e un grosso sforzo che l’Algeria sta facendo e noi insieme a loro per il monitoraggio satellitare delle fughe di metano per localizzarle, quantificarle e ridurle, cosa che l’Algeria sta facendo con grande successo».
«La guerra tra Israele e Hamas – continua Descalzi – sul fronte delle forniture energetiche non sta portando impatti, ci sono stati impatti sul prezzo del gas, non tanto sul prezzo del petrolio che rimane alto, ma sul prezzo del gas sicuramente sì. Siamo passati da meno di 38 euro/Mwh a circa 50 euro/Mwh. C’è stato un salto. Per il momento non c’è nulla di preoccupante».
Presenze istituzionali italiane ed europee: Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica); Antonio Tajani (Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), Kadri Simson (Commissaria europea per l’Energia), Vannia Gava (Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), Galeazzo Bignami (Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti). Insieme ai ministri del Mediterraneo: Tarek El Molla (Ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie dell’Egitto), Mohamed Arkab (Ministro dell’Energia e delle Miniere dell’Algeria), George Papanastasiou (Ministro dell’Energia, del Commercio e dell’Industria di Cipro), Walid Fayad (Ministro dell’Energia e dell’Acqua del Libano).
Aziende: Claudio Descalzi (CEO Eni), Rachid Hachichi (CEO Sonatrach), Giuseppe Ricci (COO Energy Evolution, Eni), Giulia Costagli (Responsabile Technology Governance, Ferrovie dello Stato), Stefano Ballista (CEO, Eni Sustainable Mobility), Filippo Abbà (COO Technology e Innovation, Saipem), Bernardo Attolico (Chief Business Officer, SACE).
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