Negozi calati del 20% in 11 anni. Confcommercio: «Desertificazione nelle città»

Sono i dati di Confcommercio sull'Emilia Romagna. In calo del 10% anche gli hotel. Aumentano i ristoranti soprattutto nei centri storici

Negozi calati nelle città. Negli ultimi dieci anni nelle dieci principali città dell’Emilia-Romagna si è registrato un calo del numero di attività commerciali superiore al 20%. È quanto emerge dalla ricerca condotta dall’ufficio studi di Confcommercio intitolata ‘Demografia d’impresa nelle città italiane’, osservatorio sui cambiamenti del commercio e delle imprese nei comuni italiane nel corso dell’ultimo decennio con particolare riguardo ai centri storici.

In particolare, le imprese attive nel commercio al dettaglio hanno registrato, dal 2012 al 2023, un saldo passivo di 3.549 unità (da 17.299 a 13.750) evidenziando un calo superiore al 20%, cui si sottraggono le farmacie (+106) e gli esercizi specializzati in apparecchiature informatiche e telecomunicazioni (+80).

Sul fronte dei servizi di alloggio, lo studio rileva un calo di circa il 10% del numero degli alberghi, più marcato fuori dai centri storici, mentre le altre forma di alloggio sono fortemente aumentate e più che raddoppiate nei centri storici.

Quanto ai pubblici esercizi, aumenta il del numero dei ristoranti (da 4.195 a 4.832, +637), più marcato nei centri storici con una crescita superiore al 20% (da 1.644 a 2.022, +378), a cui fa da contraltare un calo sensibile del numero dei bar (-290 da 1.828 a 1.538 nei centri storici e – 597 da 2.596 a 1.999 fuori dai centri storici, per una perdita complessiva di 887 esercizi).

Di fatto, osserva Enrico Postacchini, presidente Confcommercio Emilia-Romagna, «Prosegue la desertificazione commerciale delle nostre città un fenomeno che riguarda soprattutto i centri storici. Il commercio rimane comunque vitale e reattivo e soprattutto mantiene il suo valore sociale. Rimane, in ogni caso, prioritario contrastare la desertificazione commerciale con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività delle nostre città».

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