Lo scorso luglio Fondazione Flaminia e ASPPI, associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari, hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per l’ampliamento dei servizi abitativi rivolti agli studenti dei corsi di studio del Campus di Ravenna. A distanza di qualche mese, però, si è di fronte al fatto che il numero degli iscritti all’Università è calato del 15,4%. Ci sono tante problematiche che ruotano intorno al rallentamento delle iscrizioni nel nuovo anno accademico, come l’aumento del costo della vita e il caro bollette, ma anche quelle legate alla carenza di alloggi per universitari in città. Mirella Falconi, presidente di Fondazione Flaminia, fa il punto sullo stato attuale dei lavori per le residenze studentesche e sui fattori che potrebbero aver abbassato la media degli iscritti quest’anno.
Falconi, cosa lamentano maggiormente gli studenti negli ultimi tempi?
«Direi che c’è un problema che emerge su tutti: la disponibilità di poche stanze singole».
Com’è attualmente la situazione ravennate?
«Stabile. Certo, Ravenna ha sempre avuto qualche problema di collocazione e di disponibilità abitativa ma, secondo me, in questi ultimi anni anche questo aspetto è molto migliorato perché abbiamo avuto una risposta importante attraverso le associazioni di categoria e da parte anche di proprietari privati. Ovviamente la Flaminia confida in un miglioramento del quadro universitario in generale».
C’è speranza che partano presto i lavori per i nuovi alloggi dell’atteso studentato di viale Farini?
«È tutto pronto ma, attualmente, stiamo soffrendo il cambio di governo perché le commissioni si stanno rinnovando e tutto il progetto esecutivo è stato mandato al Ministero lo scorso maggio. La risposta è arrivata a gennaio chiedendo chiarimenti su due punti, a cui noi abbiamo prontamente risposto, per cui stiamo aspettando il via libera per poter partire con le gare d’appalto».
Oltre alla nota criticità degli alloggi, secondo lei, cos’altro può aver influenzato il vistoso calo degli iscritti?
«Credo che da una parte abbia inciso il ritorno alle lezioni in presenza, dall’altra i problemi legati alla logistica, riconducibili ad aspetti che sta seguendo l’ateneo, come i lavori in corso a Scienze ambientali per esempio».
L’aumento del costo della vita in generale, potrebbe essere un altro fattore che ha coinciso con la riduzione delle iscrizioni?
«Assolutamente sì. Quest’anno non tutte le famiglie riescono a sostenere le spese dei figli che scelgono di studiare fuori casa, anche se il nostro ateneo ha comunque dei corsi di laurea che agevolano molti studenti con la didattica online».
Cosa si potrebbe fare per rendere ancora di più Ravenna una città a misura di studente?
«Da ravennate che ha studiato a Bologna direi che questa è già una città a misura di studente perché qui si vive bene, la città è tranquilla e controllata e l’ateneo è ben organizzato, due cose, queste, che si sposano ovviamente bene. Poi chiaramente, come detto, bisogna risolvere i problemi esistenti».
Ci saranno delle agevolazioni economiche per gli studenti che verranno a vivere negli alloggi della Flaminia, proprio in virtù del fatto che siamo in un periodo economico difficile?
«Noi cerchiamo di mantenere un budget giusto condiviso con l’Amministrazione comunale. I posti letto messi a disposizione, consentono di rientrare con le spese mensili e non appesantire gli studenti, proprio per evitare, appunto, la non iscrizione di chi vorrebbe laurearsi quì».
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