Produzione in calo per via delle avversità atmosferiche ma qualità delle uve ottima, dalla collina alla pianura. Le prime settimane di vendemmia confermano per il Ravennate le previsioni dei tecnici Coldiretti con una flessione produttiva a macchia di leopardo, con punte fino al 15% in alcune zone di pianura e fino al 5-10% in collina, per via di gelate, grandinate, tempeste di vento, colpi di calore e soprattutto a causa dei danni da alluvione e frane. Nonostante il pesante impatto degli effetti dei cambiamenti climatici, col calo produttivo che interessa gran parte del vigneto Italia, i viticoltori ravennati possono contare su uve sane, rigogliose e dalle rese potenziali, in particolare per Albana e Trebbiano, elevate.
Una vendemmia, dunque, che punterà forte sulla qualità. A confermarlo il produttore Stefano Gardi, della cantina Tenuta Nasano di Riolo Terme: «Dal punto di vista della quantità non sarà sicuramente un’annata da ricordare – afferma – sfasamenti climatici e calamità hanno reso la gestione dei vigneti, anche dal punto di vista della tutela della salubrità delle uve, molto difficile, tuttavia, soprattutto per i bianchi, abbiamo un ottimo equilibrio di maturazione che dovrebbe tradursi in bottiglia in vini di elevata qualità».
In pianura le prime stime raccontano di un calo produttivo non troppo accentuato nell’areale di Lugo, ma la percentuale di flessione varia da Comune a Comune a seconda ovviamente dell’impatto degli eventi atmosferici e in particolare dell’alluvione: «L’uva però – spiega Michele Tampieri, viticoltore lughese, Presidente della Consulta vitivinicola provinciale di Coldiretti, è bella e sana, le piante infatti hanno lavorato bene anche grazie alle escursioni termiche tra giorno e notte delle ultime settimane, la qualità del vino prodotto si prospetta dunque buona se non ottima. Resta purtroppo – conclude – il problema del reperimento manodopera che spesso rende complicato ottimizzare le operazioni di vendemmia».
«Il vigneto – conclude Assuero Zampini, Direttore Coldiretti Ravenna – è la coltura più diffusa in provincia, basti pensare che Ravenna ha la superficie vitata più ampia dell’intera regione. In uno scenario generale catastrofico per via dell’alluvione, prosegue, il vigneto risulta la coltivazione meno colpita e pertanto la produzione di uva rappresenta per moltissime aziende agricole e frutticole una delle poche entrare economiche certa, come tale auspichiamo di non assistere, come avvenuto in passato, a giochetti al ribasso o speculazioni sui prezzi, sarà nostra cura e premura vigilare costantemente al fine di tutelare il reddito delle imprese e il futuro del vigneto e dell’agricoltura ravennate».
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