04 Ago 2023 18:08 - In evidenza
Mannoia-Rea nel tour “Luce”: «Insieme, sul palco, nasce la magia»
Sabato 5 agosto alle 21, in piazza Garibaldi a Cervia, è atteso il concerto che unisce il mondo del pop e del jazz. La canzone del cuore di entrambi è “Margherita” di Riccardo Cocciante
di Roberta Bezzi
Dopo il tutto esaurito alle Terme di Caracalla di Roma, sabato 5 agosto alle 21, la tournée di Fiorella Mannoia e Danilo Rea, fa tappa a Cervia, in piazza Garibaldi. Si intitola “Luce”, il sodalizio tra i due artisti che danno vita a un concerto unico nel suo genere, in grado di accostare alla voce di una tra le più grandi cantautrici e interpreti della canzone italiana, il piano di uno dei musicisti jazz più apprezzati a livello nazionale e non solo. Uno spettacolo in cui il talento di Mannoia e Rea sarà messo in luce da una moltitudine di candele in un’atmosfera intima e potente.
Danilo Rea, com’è nata l’idea di questo tour insieme che unisce il mondo del jazz e del pop?
«Da una grande amicizia di oltre trent’anni, e da un’emozione: quella magia che abbiamo sentito ogni volta che ci è capitato di trovarci su un palco insieme. È un progetto di cui abbiamo spesso parlato ma che non avevamo mai reso concreto e invece ora che ci siamo lanciati in questa sfida, ci sta regalando grandi soddisfazioni. I nostri sono due mondi musicali che si uniscono, ma non sono così distanti come si potrebbe pensare: per entrambi, alla base c’è la passione per i nostri grandi cantautori, che sono un vero e proprio patrimonio, e per la melodia».
Come vi siete suddivisi il lavoro in scena? Qual è il segreto per ‘produrre’ magia davanti al pubblico?
«C’è un grande lavoro di ascolto da parte di entrambi, abbiamo sempre l’orecchio rivolto verso l’altro, siamo come ‘connessi’. Sicuramente è importante avere fiducia nell’altro per lasciarsi andare all’improvvisazione che non sappiamo mai dove ci porterà esattamente, regalandoci quel ‘brivido’ in più. Solo ascoltandosi reciprocamente, avendo rispetto per la melodia e per il testo, si può creare uno spettacolo inaspettato e unico con un’atmosfera emozionante e intima come in questo progetto. In questo tour ogni serata è unica e diversa dall’altra, con una scaletta aperta. Abbiamo scelto le canzoni che hanno segnato le nostre vite, ma anche quelle di molti che verranno ad ascoltarci. Sono brani che ci hanno fatto emozionare, ascoltandoli e cantandoli, e il segreto forse sta proprio in questo: rendere l’interpretazione comunicativa per trasmettere emozioni, perché lo scambio emotivo con chi ascolta è fondamentale».
Si può dire che la canzone del cuore di entrambi sia “Margherita” di Riccardo Cocciante?
«È certamente una canzone che ci accomuna, che ha segnato in qualche modo un passaggio nella vita di entrambi. Per me ha significato il mio primo grande tour appena uscito dal Conservatorio, con Cocciante, Rino Gaetano e i New Perigeo di Giovanni Tommaso: improvvisamente mi trovai a esibirmi davanti a migliaia di persone, fu un’emozione indimenticabile. Poi ho scoperto che è stata una canzone importante anche per Fiorella tracciando la sua strada in un momento cruciale della sua carriera, quando vinse proprio con “Margherita “il programma tv “Premiatissima”».
Fiorella Mannoia, come mai avete scelto il titolo “Luce” per il tour insieme?
«Il nostro è un concerto molto intimo e ‘raccolto’: abbiamo spogliato il palco praticamente di tutto. In scena ci siamo solo io con la mia voce e Danilo con il suo pianoforte e la luce delle candele rende l’atmosfera crea una dimensione diversa ma potente illuminando l’essenza delle canzoni e la bellezza dei luoghi del nostro paese – tutti da nord a sud – dove abbiamo la fortuna di esibirci. Una bellezza che influisce sulla nostra musica, perché ogni luogo crea delle suggestioni proprie, diverse in ogni situazione. Riuscire ad entrare in contatto con il magnetismo di questi posti genera emozione, un’emozione che speriamo di riuscire a trasmettere a chi viene ad ascoltare il nostro concerto».
Com’è essere ogni sera in una città diversa dopo il lungo periodo del Covid? Com’è cambiato il pubblico? E com’è cambiato per lei stare in scena?
«Quando iniziarono a diffondersi i grandi centri commerciali, siamo stati lungimiranti ad aprire anche lì dei punti vendita al dettaglio, come per esempio all’Esp, sin dal 1998. Abbiamo fatto prevalere la vendita al dettaglio perché ha avuto maggior fortuna rispetto all’ingrosso. Attualmente da Bologna a Rimini s«La pandemia è stata un evento che inevitabilmente ha segnato la vita di tutti. Per noi tornare a suonare dal vivo dopo il buio di quel periodo è stata una vera boccata d’aria, il risveglio da un brutto sogno. La meraviglia e la fortuna di essere nati in questo paese che in ogni angolo, offre palchi straordinari e tutti i paesaggi possibili e immaginabili, e ritrovare l’abbraccio del pubblico, sentirlo “addosso”, è stato un po’ come ritrovare la luce per chi fa il nostro lavoro. È quell’emozione che ci spinge ad andare avanti, è quello di cui abbiamo bisogno».
Una curiosità: è vero che le piacerebbe tornare in tv e se sì in quale contesto?
«Al momento sono concentrata sui live, ma le idee non mancano. Poi vedremo se mi chiameranno, se vorranno replicare. Io sono disponibile, mi sono divertita a lavorare in tv perché abbiamo avuto la libertà di fare i programmi chiamando le persone che volevamo, trattando i temi che ci stavano a cuore. Mantenendo la stessa libertà, non ho nessuna preclusione a tornare in tv»