In occasione della Festa della Mamma, è importante riflettere sull’importante ruolo svolto dalle mamme italiane e sulle sfide che devono affrontare nella conciliazione tra lavoro e famiglia, una questione che coinvolge molte di loro quotidianamente.Secondo i dati più recenti dell’INPS analizzati dal centro studiCISL Romagna, il rapporto mamme e lavoro nelle tre province romagnole è costantemente inferiore rispetto a quello degli uomini.
Tuttavia, questa discrepanza si scontra con una serie di ostacoli legati alla maternità e alla gestione delle responsabilità familiari, sempre più gravate sulle spalle delle donne. Analizzando nel dettaglio i dati, emerge che le donne, nel corso dell’intera vita lavorativa, registrano un tasso di attività inferiore rispetto agli uomini. Ad esempio, considerando le ore retribuite in Romagna nel 2022, su un totale di 83.135.092 ore, solo 36.810.380 sono di lavoro femminile.
Tra le principali sfide che le mamme italiane devono affrontare, vi è la difficoltà nel trovare soluzioni di cura affidabili per i propri figli, soprattutto nei primi anni di vita. La carenza di strutture pubbliche di qualità, come asili nido e servizi di assistenza all’infanzia, mette a dura prova le mamme che desiderano continuare a lavorare. Nelle tre province romagnole i dati sono molto disomogenei: secondo i dati del 2020 di Openpolis, Ravenna conta 52 posti autorizzati ogni 100 bambini.
Inoltre, la disparità di genere persiste nel mondo del lavoro, con molte donne che si trovano ad affrontare discriminazioni salariali e difficoltà nel progredire nella propria carriera, specialmente dopo la maternità. Questo fenomeno contribuisce ad alimentare un circolo vizioso in cui le donne spesso rinunciano a opportunità di lavoro o a ruoli di maggior responsabilità per dedicarsi alla famiglia, accentuando ulteriormente il divario di genere.
«È evidente che l’armonizzazione tra lavoro e famiglia rappresenta una sfida cruciale per molte mamme italiane – dichiara il segretario generale CISL Romagna Francesco Marinelli – . Serve un maggiore investimento da parte delle istituzioni pubbliche nella creazione di strutture di cura per l’infanzia, come asili nido e centri per l’assistenza ai bambini, con l’obiettivo di garantire un accesso equo e universale a questi servizi. Questo potrebbe alleviare il carico sulle mamme lavoratrici, permettendo loro di conciliare più facilmente lavoro e famiglia»
«Inoltre, è importante promuovere politiche aziendali di armonizzazione, come flessibilità degli orari, lavoro da remoto e congedi parentali retribuiti, che consentano ad entrambi i genitori di gestire le responsabilità familiari senza gravare esclusivamente sulle donne e compromettere la propria carriera lavorativa»
«Parallelamente – conclude Marinelli -, è fondamentale combattere le discriminazioni di genere sul posto di lavoro attraverso azioni mirate, come la promozione di pari opportunità di avanzamento di carriera e la garanzia di retribuzioni e condizioni lavorative equilibrate per uomini e donne. Infine, un maggiore sostegno sociale e culturale alla figura del padre come figura attiva nella cura dei figli potrebbe contribuire a ridurre il peso delle responsabilità familiari sulle spalle delle mamme e a favorire una maggiore equità di genere nella gestione della famiglia e del lavoro».
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