Non sono giornate facili per la sanità ravennate. Proprio nei giorni scorsi, nella classifica “World’s Best Hospitals 2023” della rivista americana “Newsweek”, l’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna si è posizionato solo al 95esimo posto in Italia su 127 strutture esaminate. Si tratta del peggior risultato in Romagna dove invece l’ospedale Morgagni e Pierantoni di Forlì figura al 49esimo posto, l’Ospedale degli Infermi di Rimini al 65esimo e l’Ospedale Bufalini di Cesena al 71esimo.
«Da molto tempo il consiglio comunale di Ravenna – afferma il sindaco di Ravenna Michele de Pascale –, ha lanciato l’allarme rispetto al finanziamento della sanità pubblica. Si tratta di un appello che in nessun modo può essere tacciato di strumentalità politica, in quanto è rivolto a un governo, questo, che purtroppo si sta muovendo in assoluta continuità con il governo Draghi rispetto al tema del definanziamento della sanità pubblica. È un appello rivolto anche alla Regione Emilia-Romagna che da una parte deve alzare i toni, insieme alle altre regioni e a prescindere dagli schieramenti, per chiedere al governo di aumentare le risorse, dall’altra, deve mettere in campo tutte le azioni possibili al fine di evitare una drastica riduzione di personale e un peggioramento dei servizi. Il nostro sistema sanitario, tra sottofinanziamenti e assenze di personale, sta andando a sbattere: è arrivato il momento di reagire con forza e far comprendere che non si può andare avanti così». La speranza, conclude il primo cittadino, è che il consolidamento del corso di laurea in Medicina e chirurgia a Ravenna, possa dare un prezioso contributo per risolvere il problema della carenza dei medici.
Si è discusso di sanità martedì pomeriggio in consiglio comunale dove il direttore dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori ha presentato una lunga relazione. «Nel pronto soccorso ravennate manca il 26% dl personale – spiega –. Negli ultimi anni abbiamo bandito diversi concorsi senza risolvere il problema. In sostanza manca un professionista su tre. E ciò è particolarmente grave se si considera che gli accessi sono tornati a livello pre-pandemia. Se non si prendono misure straordinarie per far fronte a una situazione straordinaria, non riusciremo più a dare risposte all’altezza degli standard a cui sono abituati i cittadini della Romagna». Tra le altre criticità evidenziate, i tempi di attesa chirurgici e di specialistica, la sanità territoriale e la responsività.
Sul fronte delle spese, è stato poi fatto notare che – su un totale di 200 milioni di investimento in tutta la Romagna – 90 sono destinati a Ravenna per il nuovo pronto soccorso e terapia intensiva (ndr, i lavori procedono con 6 mesi di ritardo rispetto alle previsioni), la nuova palazzina materno-pediatrica, il nuovo blocco operatorio, la nuova palazzina amministrativa, le case della salute di Russi e Cervia e l’ospedale di comunità in Darsena.
Dopo le proteste davanti alla sede Ausl e l’animato consiglio comunale nei giorni scorsi, si terrà domani mattina alle 11.30, al Mercato Coperto di Ravenna, una conferenza stampa in cui sarà lanciato un appello in difesa della sanità pubblica da parte del sindaco di Ravenna Michele de Pascale, del sindaco di Cesena Enzo Lattuca, dell’ex assessore regionale alla Sanità Giovanni Bissoni, dell’ex senatore e presidente regionale Vasco Errani, di Marinella Melandri per a Cgil, Paolo Palmarini per Fpl e Francesco Feletti per Anaco.
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