Giovedì 26 settembre, alle 15.30,presso il Seminario Arcivescovile in piazza del Duomo 4 a Ravenna, l’Ordine degli Architetti PPC di Ravenna organizza l’incontro “L’Italia va all’estero: storie di architetti”. Quattro i relatori che interverranno raccontando la loro esperienza come progettisti oltre i nostri confini: Nicolò Calandrini, Cesare Cantoni, Marco Garofalo e Michele Tarroni. Modera Supremo Zaccherini, consigliere dell’Ordine.
L’evento, a cura dell’architetta Ardia Marzetti, vuole offrire un confronto tra il nostro modello di lavoro in architettura e quelli che esistono oggi in altri Paesi. L’incontro è rivolto soprattutto ai più giovani, studenti, neolaureati o under 35, che vedono tra le loro possibilità anche quella di un’esperienza all’estero.
Secondo un recente rapporto del Consiglio Nazionale degli Architetti i professionisti italiani «sono molto apprezzati all’estero, spesso più di quanto immaginiamo […]. Chi si affida a noi pensa alle tre F, Furniture, Fashion e Food, come ai produttori delle auto di lusso, ai nostri centri storici, alla qualità delle finiture, al gusto, alle immagini che esportiamo, in una parola: all’Italian Lifestyle». Tuttavia, dallo stesso rapporto emergono anche i punti critici, come la contenuta dimensione degli studi che spesso comporta la mancanza di interdisciplinarità, poco fatturato e ridotto volume delle realizzazioni rispetto ai mercati stranieri sempre più in espansione.
«La domanda che ci poniamo oggi» dice Ardia Marzetti «è cosa significhi, invece, fare il nostro mestiere fuori dall’Italia e questa è la prima occasione, speriamo di una serie, per fornire qualche risposta, attraverso la restituzione diretta di architetti che hanno vissuto all’estero, come studenti o come professionisti».
L’incontro farà anche emergere gli aspetti culturali di un’esperienza fuori dall’Italia. Non solo regolamenti locali e pratiche edilizie, ma anche responsabilità e riconoscimenti, differenze negliorari di lavoro e nella gestione del tempo, modi diversi di affrontare una crisi, rapporti con i colleghi e occasioni di festa, per esempio come si celebra la vittoria a un concorso o un altro grande evento di studio. Insomma, curiosità legate a una scelta precisa, quella di trasferirsi all’estero, che coinvolge la persona prima ancora del professionista.
Il primo relatore a intervenire sarà il giovane Nicolò Calandrini, che racconterà che cosa significa lavorare all’esterno mentre si frequenta l’università. Nato a Ravenna nel 1992, consegue nel 2015 la laurea triennale allo IUAV di Venezia. L’anno successivo si trasferisce in Olanda, a Rotterdam, per svolgere un tirocinio presso lo studio Maxwan architects + urbanists. Due anni più tardi parte per l’esperienza di Erasmus in Svizzera, a Losanna, e nel 2019 rientra a Venezia, dove consegue la laurea magistrale. Vince, inoltre, una borsa di studio che gli permette di vivere l’esperienza lavorativa presso lo studio DOGMA di Bruxelles. Nel 2020 fa ritorno in Italia, dove fonda lo studio DENARA insieme a Francesco Rambelli, con il quale sviluppa progetti di architettura e design.
Prenderà la parola quindi Cesare Cantoni. Laurea magistrale al Politecnico di Milano, Erasmus di un anno presso l’Università FAUP di Porto e successivo stage di dieci mesi allo studio del famoso architetto Eduardo Souto de Moura. Rientrato in Italia, consolida la sua esperienza nel mantovano e nel ravennate e attualmente collabora con lo studio Bartoletti Cicognani di Faenza. Il suo intervento ci farà entrare nel metodo di lavoro e nelle dinamiche connesse all’ideazione e sviluppo di un progetto di architettura in Portogallo e ci farà capire cosa significa lavorare per uno studio di fama mondiale.
A seguire, l’intervento dell’architetto Marco Garofalo, laureatosi nel 2011 allo IUAV di Venezia. Dopo una prima esperienza lavorativa di due anni in Svizzera, presso uno studio multidisciplinare specializzato nella progettazione di edifici sostenibili dal punto di vista energetico, si trasferisce in Giappone, a Osaka, dove rimane per cinque anni. Qui lavora presso due diversi studi di architettura, esperienza che gli permette di entrare in contatto con un approccio multidisciplinare focalizzato sulla progettazione di spazi rispettosi della natura e del benessere psicofisico delle persone.
L’ultimo contributo sarà quello dell’architetto Michele Tarroni, laureatosi nel 1999 all’Università degli Studi di Firenze. La sua prima esperienza all’estero è dal famosissimo studio londinese Foster + Partners, che lo coinvolge nel progetto residenziale Chesa Futura (“casa del futuro” in romancio) a St. Moritz. Dopo due anni fa ritorno in Italia, ma nel 2006 entra a far parte del prestigioso studio Stanton Williams, che ha sede a Londra e vanta un centinaio di dipendenti, dove oggi è Senior Associate. Fa parte del gruppo di progetto che trasformerà il vecchio West Smithfield Market nel Nuovo Museo di Londra, di cui svelerà un’anteprima durante il suo intervento.
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