Lettera di Giannantonio Mingozzi: “Il caro bollette non pesi sugli affitti universitari”

Le azioni da mettere in atto per evitare la fuga degli studenti

L’andamento delle immatricolazioni ai corsi universitari ravennati promette, anche quest’anno, ottimi risultati di crescita nei numeri e nel giudizio su Dipartimenti, servizi e Lauree innovative, ma abbiamo il dovere, pubblico e privato, di preservare chi sceglie Ravenna dal rischio di aumenti sconsiderati degli affitti universitari per il caro-bollette o per la richiesta inusuale agli studenti di cauzioni contro i rincari. Fondazione Flaminia e Comune stanno facendo del loro meglio nel reperimento di nuovi alloggi (nella prospettiva del nuovo studentato oggi i posti letto a bando pubblico sono un centinaio) per evitare prezzi inaccessibili e la stessa rinuncia all’iscrizione, ma il legame molto stretto che si è creato tra l’Università e Ravenna richiede anche dai privati e dagli stessi ravennati che offrono stanze quello spirito di collaborazione e di civismo che accolga al meglio i fuori sede che arrivano e che sono preziosi anche per l’ economia ed i consumi cittadini.

 

A Bologna, i costi delle camere sono lievitati del 16,7% e arrivano in media a 450 euro mensili, Padova e Firenze non sono da meno; perciò è importante che Ravenna mantenga quella media attorno ai 300/350 mensili che, mi permetto di dire, contraddistingue buon senso ed ospitalità ed ha sempre contribuito ad evitare conflitti ed un mercato esasperato da rincari e cauzioni.

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