«Siamo all’inizio di un passaggio epocale: quello della transizione energetica», ha detto nella sua relazione il Presidente Roberto Bozzi. «È il tema che ci siamo dati per questa assemblea: Energia per crescere. Transizione energetica tra sfide e nuovi equlibri. Ora la Romagna è il laboratorio naturale della transizione ecologica. In questo Ravenna e la Romagna hanno competenze e capacità pluriennali e consolidate».
Per questo Confindustria Romagna accoglie favorevolmente i progetti del rigassificatore e del parco eolico.
In particolare poi «Ravenna ha le carte in regola per essere l’hub nazionale dell’energia con i suoi 60 anni di esperienza in materia energetica che può renderla veramente un faro per tutto il Paese».
«È importante però – ha ammonito Bozzi – che dalla carta si passi velocemente ai processi di fattibilità. Non possiamo più attendere. Occorre diversificare le fonti di energia e incentivare le rinnovabili. Chiediamo quindi a tutti i livelli il massimo sforzo per riuscire a superare al meglio questo momento di crisi energetica con realismo e senza demagogia».
Per Bozzi questa è stata la prima assemblea pubblica di Confindustria Romagna. E anche quella che segna la conclusione del percorso di aggregazione confindustriale romagnola.
«Finalmente si è concluso il percorso di aggregazione e ora abbiamo una realtà certa e indissolubile. Un fatto importante perché una Romagna unita è una Romagna più forte in una regione più forte»; ha detto Bozzi, ricordando come proprio Confindustria abbia chiesto interventi per «un’alta velocità ferroviaria vera e non un suo surrogato, per avere una Romagna sempre più raggiungibile e connessa».
«Sull’alta velocità stiamo lavorando e c’è un tavolo aperto», gli ha risposto Stefano Bonaccini intervenuto immediatamente dopo. Il Presidente dell’Emilia Romagna ha anche ricordato quanto si sta facendo sui temi dell’energia con i diversi progetti avviati e in fase di avviamento.
L’assemblea è stata chiusa presidente di Confindustria Carlo Bonomi. «Questo Paese è fermo e mi preoccupa molto. Siamo di fronte a scenari internazionali molto asimmetrici, gli Stati Uniti rallentano, ma rallentano pochissimo rispetto all’Europa e all’interno della stessa Europa l’Italia e la Germania saranno i paesi più colpiti e la Germania peraltro è un mercato molto importante per le imprese italiane». Ha detto, per poi domandarsi: «e noi cosa avevamo chiesto al Governo? Capiamo che è un momento difficile e capiamo le sanzioni alla Russia ma a una condizione: che in questo Paese si apra un periodo di riformismo competitivo».
Per quanto riguarda il dibattito sulla riduzione del cuneo fiscale Bonomi ha osservato che occorrerebbero 16 miliardi da dare a lavoratori e imprese.
«E non si dica che è un problema di risorse. Perché se guardo il Def vedo che il Governo dice che quest’anno avremo 38 miliardi in più di gettito fiscale, 21 in più di imposte indirette e 17 di maggior gettito previdenziale. Ora di quei 38 miliardi è possibile darne la metà a lavoratori e imprese?»
Bonomi ha infine reso omaggio alle vittime della Marmolada e ha accennato al conflitto in Ucraina annunciando l’impegno di Confindustria per costruire scuola a Borodjanka entro l’1 settembre in sostituzione di quella distrutta dagli eventi bellici.
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