L’Emilia Romagna a secco, il 21 giugno convocato tavolo per gestire la crisi. Pronti a chiedere al Governo lo Stato di emergenza nazionale

problema siccità

Momento duro per l’Emilia Romagna, la siccità preoccupa e la Regione è pronta a chiedere al Governo lo Stato di emergenza nazionale. Un passo necessario per fronteggiare una situazione complessa dal punto di vista ambientale, che ha preoccupanti ricadute sul fronte delle produzioni agricole, ma non solo. Gli habitat naturali sono messi a dura prova e si registra anche una forte risalita del cuneo salino. In queste ore si sta già lavorando per istruire la pratica, completa e approfondita, affinché sia accolta da Palazzo Chigi”.

Il Capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha condiviso con la Regione che la situazione è seria e problematica. Si è impegnato a portare la questione all’attenzione del Governo ed in particolare dei ministri competenti, ed è già al lavoro in queste ore. Nel pomeriggio di martedì 21 giugno ha convocato, a Bologna, una cabina di regia ad hoc per gestire l’emergenza. Saranno analizzati i dati aggiornati dell’Osservatorio del distretto del Po, che si riunisce lunedì, per avere una situazione ancora più chiara.

Assieme alla Regione – con i propri settori Ambiente, Protezione civile, Arpae e Agricoltura – a fare il punto della situazione e mettere in campo i primi interventi sono stati chiamati i gestori del settore idropotabile, Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi Idrici e rifiuti), Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari),  Consorzio Canale emiliano-romagnolo e naturalmente anche l’Autorità di distretto del Po.

L’emergenza idrica per ora coinvolge principalmente l’attività irrigua del settore agricolo, comparto fondamentale per l’economia regionale, ma preoccupa anche il fronte idropotabile alla luce delle previsioni meteo delle prossime settimane. La forte siccità del Po potrebbe impattare con la capacità di approvvigionamento del canale emiliano-romagnolo che contribuisce anche alla fornitura della risorsa idropotabile della Romagna.

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