Resta alta l’attenzione sulle criticità ambientali dell’alluvione di maggio 2023, con l’attività di controllo di Arpae sui corsi d’acqua dell’area interessata, particolarmente nel ravennate. Sono disponibili gli esiti analitici dei campionamenti del 30 maggio e i primi risultati di quelli del 14 giugno.
Il dilavamento del terreno e delle aree urbane, i danni che si sono verificati nei sistemi di fognatura e depurazione e la presenza nel comune di Conselice di estese zone con la permanenza di acque alluvionali hanno influenzato le condizioni ambientali dei corsi d’acqua rispetto allo stato preesistente.
In sintesi, il monitoraggio ha evidenziato situazioni diversificate, con alcune criticità localizzate, legate al forte aumento di carico organico e all’elevata presenza di solidi sospesi, che ha causato una scarsa ossigenazione nei fiumi e nei canali. Non c’è invece evidenza di una contaminazione persistente di sostanze inquinanti pericolose di origine antropica.
Arpae continuerà a monitorare la situazione.
Le azioni di controllo ambientale e monitoraggio nell’area est della regione e in particolare nella provincia di Ravenna si sono orientate in due direzioni. Da un lato, sono stati intensificati i monitoraggi routinari nelle stazioni appartenenti alla rete della qualità ambientale regionale, potendo in questo modo operare il confronto con i dati acquisiti nel corso degli anni e valutare la modificazione intervenuta nello stato chimico e microbiologico.
Dall’altro si è provveduto ad attività di campionamento e monitoraggio per caratterizzare i fenomeni che si sono verificati, come la moria di pesci e le modificazioni della colorazioni delle acque superficiali. Relativamente all’attività di monitoraggio, sono state eseguite due campagne straordinarie su 12 stazioni dei principali corsi d’acqua e loro affluenti nell’Adriatico: Santerno (due stazioni), Reno, canale Destra Reno e affluente canale Zaniolo, Lamone, Candiano, Fiumi Uniti, Fosso Ghiaia, Bevano e Savio. Sono state poi oggetto di monitoraggio le stazioni Reno a Volta Scirocco e Lamone al ponte cento Metri in corrispondenza delle stazioni della Rete qualità ambientale e potabilizzazione, e la stazione Ponte Zanzi sul canale Destra Reno.
Per quanto riguarda le due stazioni di campionamento di acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile (Reno a Volta Scirocco e Lamone al ponte cento Metri) tutti i parametri analizzati sono risultati in linea con i valori dei monitoraggi eseguiti negli anni precedenti (2010-2021), così come quelli rilevati nelle stazioni del Lamone e del Bevano.
Nella zona a nord di Ravenna (fiume Reno, canale destra Reno, canale di Via Cupa e Candiano) gli esiti analitici mostrano invece valori dei parametri indicatori dello stato di ossigenazione delle acque e della presenza di sostanza organica che si discostano dall’andamento dei valori relativi al monitoraggio della qualità ambientale degli anni precedenti. In particolare, l’incremento del carico organico e di solidi sospesi nei corsi d’acqua Zaniolo, Reno e canale Destra Reno ha determinato una forte riduzione dell’ossigeno disponibile.
Il dilavamento del terreno e delle aree urbane conseguente l’alluvione ha determinato la presenza di idrocarburi totali sui corsi d’acqua Zaniolo, canale Destra Reno, Candiano e Fiumi Uniti, con valori comunque contenuti, compresi tra 0,1 e 0,2 mg/l, nella maggior parte dei campioni (0,2 mg/l è il limite tabellare relativo all’idoneità delle acque dolci superficiali alla vita dei pesci). Unica eccezione il campione prelevato nel canale Destra Reno a ponte Zanzi, che ha dato un valore di idrocarburi totali pari a 0,4 mg/l.
È stata condotta anche la ricerca di residui di prodotti fitosanitari. Per riferimento, i dati puntuali sono stati confrontati con la media annuale del triennio precedente. In alcuni punti (Zaniolo e Fosso Ghiaia), la sommatoria dei fitofarmaci mostra un valore più elevato rispetto agli anni precedenti, mentre per il canale Destra Reno i valori risultano in linea con quelli medi dell’ultimo triennio. In ogni caso, si tratta di corsi d’acqua in cui anche in precedenza si evidenziava la presenza di fitofarmaci e per una valutazione più complessiva occorre attendere i campionamenti successivi.
I metalli risultano in concentrazioni inferiori rispetto a quanto previsto dal Dlgs 152/06 per lo standard di qualità ambientale nella colonna d’acqua (tabella 1/A e tabella 1/B).
Per quanto concerne la colorazione anomala (rosacea-purpurea) delle acque osservate nel canale Zaniolo che si è verificata il 6 giugno, gli esiti delle analisi chimiche microbiologiche condotte da Arpae confermano le ipotesi iniziali: la colorazione anomala (rosacea/purpurea), sulla base dell’esame microscopico, è da ricondursi alla presenza di batteri purpurei appartenenti probabilmente alla famiglia delle Chromatiaceae e di alghe unicellulari del genere Euglena. Si tratta di organismi che possono proliferare nelle acque dolci poco mobili o stagnanti, con scarsità di ossigeno e con una grande quantità di nutrienti. La caratteristica di questa tipologia di eventi è quella di evolvere rapidamente: a conferma di ciò, l’ispezione eseguita dai tecnici Arpae già il giorno successivo ha rivelato una colorazione decisamente attenuata e l’analisi chimica ha restituito un aumento della concentrazione di ossigeno disciolto (2,8 mg/l il 6 giugno, 10,1 mg/l il 7 giugno).
Dal canale Destra Reno sono confluite a mare le acque scure provenienti dall’area alluvionata di Conselice. Già dal pomeriggio del 5 giugno era stata segnalata la presenza di acqua scura maleodorante con un’ingente quantità di pesci morti. I due campioni di acqua superficiale prelevati dai tecnici di Arpae il 6 giugno a Mandriole e Casalborsetti, a valle della via Romea, hanno confermato una condizione di forte anossia (valori di ossigeno inferiori a 1 mg/l, limite della metodica analitica) incompatibili con la vita dei pesci, con concentrazioni di solfuri di 1,2 e 1,7 mg/l e di Escherichia coli pari a 14.000 UFC/100 ml (nel campione a valle della Via Romea). La presenza di solfuri dà conto del forte odore percepito nell’aria presso il canale.
Le stesse condizioni di anossia, con valori di ossigeno disciolto misurato tramite sonda multiparametrica decisamente inferiori a 1 mg/l, si sono riscontrate anche il 9 giugno in tutto il tratto ispezionato del canale Destra Reno, per circa 14 km, dall’ingresso del canale consorziale Fosso Vecchio a 2,4 km a monte della foce in Adriatico, nel punto campionato nei giorni precedenti.
A distanza di circa una settimana, il 15 giugno, si è proceduto a ispezionare 14 punti lungo circa 35 km del canale Destra Reno per verificarne le condizioni di ossigenazione, sia tramite misure automatiche con una sonda multiparametrica sia tramite campionamenti per la ricerca dell’ossigeno disciolto e della carica batterica (Escherichia coli). Sono state rilevate acque di colore scuro e maleodorante caratterizzate da bassi valori di ossigeno disciolto in particolare nel tratto ricompreso fra l’idrovora Sabbadina e il ponte della Bastia a Frascata e per il tratto successivo di circa 2 km fino al ponte sul Destra Reno in corrispondenza dell’incrocio tra via Aia del Vescovo e via Buonacquisto di Sinistra.
Le acque sono risultate anossiche (ossigeno disciolto misurato in campo e in laboratorio pari a 1 mg/l) ancora almeno fino all’ingresso del Fosso Vecchio nel canale Destra Reno per mostrare un netto miglioramento sia visivo sia nelle condizioni di ossigenazione da Sant’Alberto verso la foce (ossigeno disciolto misurato in laboratorio pari a 10,3 mg/l a Ponte Zanzi e 12,6 mg/l a Porto Reno).
Per monitorare il potenziale impatto sulla qualità delle acque alluvionali, Arpae ha effettuato campionamenti nei pressi degli stabilimenti produttivi del comune di Conselice che sono stati coinvolti dagli allagamenti (in particolare delle ditte Officina dell’Ambiente e Unigrà). Le indagini sui campioni di acqua prelevati, in linea con i primi risultati ottenuti, non hanno evidenziato condizioni di particolare contaminazione relativamente ai parametri idrocarburi e metalli pesanti.
Per quanto riguarda il mare Adriatico, oltre alle acque di balneazione tornate tutte entro i limiti, l’ultimo bollettino della Struttura oceanografica Daphne evidenzia un miglioramento della qualità ambientale dell’ecosistema, sia in prossimità della riva che al largo. La salinità in superficie risulta in aumento, conseguentemente alla diminuzione di afflussi di acque dolci. Migliorano la trasparenza e le concentrazioni di ossigeno disciolto (rimane una situazione di carenza di ossigeno solo in alcuni punti a livello del fondale).
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