L’attrice e comica Maria Pia Timo fra tv, teatro, cinema e libri: “Forte è il legame con la Romagna”

Donna dinamica dai plurimi interessi è diventata famosa con il suo personaggio Wanda la Carrellista sul palco di “Bulldozer” su Rai 2, per poi approdare al cinema e a teatro

Maria Pia Timo
Maria Pia Timo

Maria Pia Timo è un’attrice faentina, comica e cabarettista italiana. Donna dinamica dai plurimi interessi è diventata famosa con il suo personaggio Wanda la Carrellista sul palco di “Bulldozer” su Rai 2, poi ha partecipato a “Sabato italiano”, “Quelli che il calcio”, “Zelig” e “Colorado”.

Una grande carriera costellata di successi fra palco e televisione, partecipando anche a produzioni cinematografiche internazionali. Pupi Avati l’ha voluta nel ruolo di Beatrice Tonelli nel film “Gli amici del Bar Margherita”, mentre Matteo Garrone per interpretare la Lumaca in “Pinocchio”. Partendo dai suoi spettacoli, da alcune trasmissioni tv condotte su Alice. Tv e dall’abilità ai fornelli, si è poi avvicinata anche al mondo dell’editoria, raccontando le storie della sua terra, la Romagna. 

Maria Pia Timo, tra teatro, tv, cinema e libri, lei è una donna impegnata e artista dalle mille sfaccettature. La sua è una vera e propria passione per il mondo dello spettacolo?

«Domanda a cui per me è difficile rispondere ora poiché considero tutto ciò che faccio semplicemente il mio lavoro. Si parla di passione quando si è ragazzi, poi diventa a tutti gli effetti un lavoro, e si pensa molto alla fatica che bisogna fare per costruire e mettere in scena uno spettacolo. »

Qual è l’esperienza della sua carriera cui è più legata?  

«Sono tante. Dal punto di vista cinematografico, direi “Pinocchio” di Matteo Garrone, perché ho avuto la possibilità di lavorare con un cast internazionale, ed è stato un impegno notevole. Ma sono molto legata anche ai miei spettacoli dal vivo nei quali bisogna sempre creare un legame con il pubblico. Alcune date sono rimaste particolarmente impresse nella mia memoria, per esempio quelle legate a condizioni non proprio agevoli.

In generale, ho moltissimi ricordi, faccio questo lavoro da tempo e i teatri sono così tanti da perderne il ricordo. Qualche anno fa con mio figlio siamo andati a Coriano per un festival di burattini. Ero molto affascinata dal paese, dalle stradine dal teatro dove ho trovato una vecchia locandina di un mio spettacolo: c’ero stata, ma non lo rammentavo».

Dai suoi spettacoli e dai suoi libri traspare un forte legame con la Romagna. Come è iniziato?

«Sono diventata famosa con un personaggio romagnolo Wanda la carrellista che ho portato sulle scene con “Bulldozer” su Rai 2. Con questo ruolo sono Stata vista come un’icona della Romagna, molto più che con altri personaggi. Successivamente mi sono stati proposti molti lavori legati al territorio e questo ha un po’ condizionato questo rapporto che è diventato più forte di quello che in realtà dovrebbe essere, visto che sono nata in Romagna ma ho origini diverse: mia madre infatti è pugliese e mio padre napoletano».

E successivamente ha continuato a raccontare la Romagna nei libri e in tv…

«Sì, ho fatto un programma televisivo dal titolo “Vespa Teresa”, in cui andavo in giro per la Romagna in Vespa intervistando le vecchie signore romagnole, facendomi raccontare la loro vita e un piatto mentre lo cucinavano. Da questo programma è nato un libro che è andato molto bene tanto da raggiungere il tutto esaurito. Recentemente invece mi è stato chiesto da Polaris Editore di pubblicare una guida dei chioschi delle piadine di Romagna: per me è stata una scusa per parlare della piadina in rapporto alla nostra società e delle sue origini a partire dalle case e dai mattarelli delle mamme, fino alla nascita dei chioschi e al boom nella categoria dello street food, suo malgrado».

Domenica scorsa è andata in scena all’Arena delle balle di paglia, con lo spettacolo “Il ballo” insieme all’orchestra di Mirko Casadei e alla sua Popular Folk Orchestra. Com’è andata?

 «Bene. Lo spettacolo è piaciuto molto più di quanto mi sarei aspettata, per cui abbiamo avuto un forte ritorno da parte del pubblico e degli addetti ai lavori. Lo spettacolo, che stato scritto quasi per intero da Roberto Pozzi (ndr, il marito della Timo), si pone l’obiettivo di parlare della storia del ballo in Romagna, il folclore, il liscio, seguendone l’evoluzione, dalla prima orchestra di folclore romagnolo di Carlo Brighi, fino ad arrivare a Secondo Casadei, Raul Casadei e infine Mirko.

Timo Casadei Il Ballo
Timo Casadei Il Ballo

Ma lo spettacolo diventa anche una scusa per parlare delle usanze che ci sono e c’erano in Romagna, un vero e proprio scorcio della nostra regione, dai primi dell’Ottocento a oggi in cui però ci si ritrova tutti, perché la Romagna per un grosso periodo era diventata un polo di attrazione per tutta la nazione. Un racconto in cui molti, indipendentemente dalla provenienza geografica, trovano una parte delle loro radici o i racconti di famiglia, una cartolina vintage della Romagna, di come era e di come è diventata.  I musicisti veramente bravissimi e le loro performance musicali hanno lasciato a bocca aperta, infatti tutta l’arena delle balle di paglia ha iniziato a ballare».

Lei ha anche partecipato negli ultimi mesi al corto “Il barbiere complottista” che ha vinto il premio “Le Cinef” a Cannes. Può parlare di questa esperienza?

«Sono stata chiamata da Valerio Ferrara, un giovane diplomando della scuola di cinematografia di Roma, con cui mi ero già incrociata sul set di “Brave Ragazze” di Michela Andreozzi, dove lui faceva l’aiuto assistente alla regia. Per questo corto cercava dei personaggi che non fossero patinati ma concreti, si ricordava di me e mi ha contattata. Avevo già visto un suo corto selezionato per alcuni premi, avevo capito che lavorava bene e che ha talento, il personaggio mi piaceva e ho accettato. Abbiamo girato il corto in due giorni a Roma con i ragazzi che venivano dalla scuola, una troupe numerosissima e appassionata».  

Quali sono i suoi progetti futuri? 

«A breve ci saranno le repliche dello spettacolo “Il Ballo” a Faenza il 9 agosto e a Forlì l’11 agosto. Contemporaneamente continuo a portare in scena il mio ultimo spettacolo “Una donna di prim’ordine. Guida pratica per sistemare l’armadio, il cane e il marito”, scritto con Sabrina Toscani, professional organizer. Il lavoro ha come tema l’ordine, il disordine delle nostre vite, sia da un punto di vista materiale che mentale e tecnologico. Inoltre, stiamo scrivendo con la banking trainer Daniela Lorizzo un nuovo spettacolo “Sol di Soldi. Vademecum per ridere là dove ci sarebbe da piangere” in cui il tema  principale è il nostro rapporto con la finanza, con questa bolla economica… Perché per me è importante che nei miei spettacoli ci sia tanto da ridere, ma mi piace anche che quando i miei spettatori vanno a casa portino con sé una riflessione, un’emozione, un contenuto al di là della semplice risata». 

Quindi i suoi spettacoli non raccontano esperienze personali…

«No, li scriviamo con esperti del settore, come nel caso di Sabrina Toscani e Daniela Lo Rizzo, in modo che quello che dico abbia una valenza scientifica. Il mio compito è quello di far ridere poi, se oltre alla risata voglio esprimere altro, mi affido a chi ne capisce: io posso solo fare il tramite di qualcuno che ha le competenze per parlare di questi argomenti». 

Dalla stessa categoria