L’assessore Federica Del Conte: «Ravenna sta cambiando volto. Ecco come sarà entro il 2027»

Federica Del Conte, ingegnere, un marito, una figlia, è assessore a Urbanistica, Edilizia privata, Rigenerazione urbana, Lavori pubblici, Patrimonio, Servizi geologici e Subsidenza del Comune di Ravenna. Deleghe pesanti. Nessuno più di lei è chiamato a indirizzare e prendere decisioni importanti sul futuro assetto della città.

Del Conte, come concilia vita privata e impegni istituzionali?

«La vita istituzionale occupa praticamente quasi la totalità del mio tempo e quindi avere una famiglia che mi sostiene e supporta è fondamentale. La mattina esco di casa alle 7.30 e rientro per cena, spesso poi ho anche attività nel dopocena e nei giorni festivi. Un impegno importante che deve per forza essere accompagnato da una grande passione. Perché quando si fa qualcosa che piace poi si fa anche fatica a fermarsi».

Sono appena iniziati i lavori per la prosecuzione della passerella in Darsena che è poi il punto focale di un complessivo ripristino dell’area. Cosa deve fare ancora l’amministrazione e che contributo dovranno o potranno fornire i privati?

«Nel primo mandato con il sindaco De Pascale nel 2016, appena insediati, ci siamo immediatamente candidati al bando per la riqualificazione e messa in sicurezza delle periferie con il progetto “Ravenna in Darsena, il mare in piazza” che ha comportato un finanziamento di 12,8 milioni e ci sta permettendo di eseguire tante opere di fondamentale importanza per dare un primo segnale di rigenerazione della Darsena. Come ormai in tanti sanno, la difficoltà a intervenire in Darsena è dovuta al fatto che le aree di proprietà pubblica sono pochissime, per cui è difficile per il Comune poter intervenire e investire su aree private».

Qual è stato il primo passo?

«L’intervento per l’infrastrutturazione della rete fognaria bianca e nera e per la predisposizione del cablaggio della fibra ottica, costato circa 8 milioni di euro, e ormai giunto a conclusione. È stato possibile perché i privati delle parti interessate hanno dato la loro disponibilità a cedere gratuitamente le aree. Il privato ha capito, infatti, che il nostro intervento di infrastrutturazione rappresenta un’opportunità che andrà a beneficio di tutti. Sono poi seguite azioni di rigenerazione urbana con l’obiettivo di creare luoghi fruibili e piacevoli di incontro in grado di favorire la socialità. In questi interventi rientrano il primo stralcio della passeggiata, il sottopasso ferroviario che collega Darsena e stazione e città».

Per quanto riguarda i privati, qual è stato l’intervento più significativo?

«Senza dubbio quello che ha portato a finanziare e realizzare il Darsenale che ha ridato vita a una archeologia industriale. La speranza, in futuro, è che possano esserci altre iniziative di uguale successo».

Tornando al Comune, nel prossimo futuro ci sarà l’Orangerie. Di cosa si tratta?

«Di recente abbiamo riqualificato l’area degli orti, l’unica area di proprietà del Comune libera, collocata a fianco del tiro a segno, accessibile da via Pag. Qui stiamo costruendo l’Orangerie, con finanziamento pubblico. Si tratta di una grande struttura metallica e trasparente che ricorda una grande serra. All’interno ci saranno atelier per artisti, un punto di ristoro e, intorno, una parte di orti e un grande parco. Quindi anche questa diventerà un’area di fruizione pubblica».

Un altro punto su cui state operando è il Pala de André col nuovo palazzetto dello Sport. Qui, a che punto siamo? Con quali tempistiche? E quali interventi sono previsti per l’intera area?

«I lavori sono ripresi e il cantiere sta procedendo come previsto. Le opere da fare sono ancora molte ma abbiamo di fronte un anno e contiamo di terminare entro il 2023. Dovranno essere realizzate le opere principali e le lavorazioni opzionali, che riguardano la sistemazione dell’area esterna e gli allestimenti interni del palazzetto. Abbiamo candidato ai fondi del Pnrr un progetto per produrre energia rinnovabile con l’utilizzo di pannelli fotovoltaici da collocare nel parcheggio del Pala de André per rendere più sostenibile il vecchio palazzetto che è molto energivoro».

Ma questa nuova struttura per fiere ed eventi è così necessaria?

«Abbiamo una serie di eventi che fino a oggi hanno evitato Ravenna perché mancava una struttura adeguata, con la capienza necessaria. Con questa nuova struttura si potranno accogliere fiere, concerti, manifestazioni sportive che prima non potevano essere ospitate nella nostra città».

E ora passiamo a tematiche verso cui i ravennati sono particolarmente sensibili: il traffico, le strade, la circolazione urbana e nel forese…

«In questo ambito abbiamo messo in campo diverse azioni, il collega alla mobilità Gianandrea Baroncini, sta sviluppando con il servizio competente diversi studi sul territorio, dal centro città al forese e fino ai lidi per verificare come migliorare la viabilità e le criticità oggi presenti. Per quanto riguarda invece la manutenzione delle strade occorre tener presente che il Comune di Ravenna è il secondo comune più grande per estensione dopo Roma, 1.000 km di strade, diverse centinaia di ponti, un territorio veramente molto ampio che non trova paragoni con altre città medio-grandi. Ciò comporta che Ravenna deve farsi carico di costi e spese molto maggiori rispetto alle altre città medie. Detto questo, non abbiamo mai trascurato di monitorare con grande attenzione tutte le strutture viarie comunali. Quello che possiamo fare è valutare gli interventi volti a garantire la miglior sicurezza delle strade e tener conto degli interventi prioritari che le comunità chiedono attraverso i consigli territoriali. A ciò si aggiunge che questo è un anno particolare perché i costi dei materiali da costruzione e quindi anche dei conglomerati bituminosi sono aumentati notevolmente e questo comporta costi maggiori e la necessità di confrontarsi con le risorse disponibili».

Un altro tema molto delicato riguarda la bonifica da radici degli alberi…

«Abbiamo un territorio caratterizzato da tante alberature, soprattutto pini, piantumati lungo le strade dei centri urbani. In particolare questi ultimi creano un problema molto diffuso, che richiede risorse ingenti per sistemare le strade e purtroppo senza garantire la risoluzione completa del problema che può ripresentarsi a distanza di pochi anni. Penso a Marina Romea dove l’anno scorso è stato predisposto un intervento di 500 mila euro, ne sono pianificati altri – uno da 500 mila e un ulteriore da 380 mila –, ma non saranno purtroppo sufficienti a risolvere il problema su tutta la località. Cerchiamo allora di operare selezionando le criticità principali».

State pensando a nuove ZTL – Zone a traffico limitato?

«Della pianificazione delle ZTL non si occupa direttamente il mio assessorato, ma quello della Mobilità con cui però condividiamo diversi aspetti. Con i finanziamenti statali che ci sono stati riconosciuti del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile, ndr), abbiamo affidato incarichi per studiare soluzioni che migliorino la mobilità e la viabilità di accesso al centro città, nei centri del forese e nei lidi. Nei lidi, in particolare, abbiamo dato priorità alla località di Porto Corsini che, con la presenza del terminal crociere, dovrà gestire flussi importanti di traffico e sempre nei lidi grande attenzione è rivolta al tema della sosta. Nel centro urbano l’attenzione è rivolta alle vie principali di accesso al centro cittadino».

Un’ultima domanda: come immagina Ravenna alla fine di questo suo mandato nella primavera del 2027?

«L’auspicio è di poter consegnare ai nostri cittadini una Ravenna rinnovata grazie alla realizzazione di tante opere. Oggi infatti, i progetti finanziati con i fondi del PNRR, prevedono per la maggioranza dei casi la realizzazione delle opere entro il 2026. Tra gli altri, ricordo l’attuazione del progetto del Parco Marittimo, con Marina di Ravenna e Punta Marina Terme ultimate entro il prossimo anno, poi l’attuazione degli stralci relativi a Marina Romea, Casal Borsetti, Lido di Savio e Lido di Classe, avremo tutta la costa riqualificata. Inoltre ci saranno tanti interventi nelle strutture della cultura come la Biblioteca Classense e il Mar, le scuole, i teatri, centri legati ai servizi sociali. Dal punto di vista urbanistico saranno molteplici anche i piani urbanistici che, a fine 2026, dovrebbero vedere ultimate una buona parte delle opere pubbliche previste. Tra le altre opere a cui stiamo lavorando ci sono la piscina comunale, rinnovata e ampliata sempre nell’attuale area, l’area dell’ippodromo da riqualificare e tante opere nei lidi: a Lido di Classe un ampio parco, a Lido di Savio un nuovo centro sportivo all’interno di un grande parco agricolo. A Ravenna tutta la zona di via Stradone deve essere messa in sicurezza anche con una pista ciclabile. Poi il Villaggio Anic con una nuova piscina e piste ciclabili che lo collegano con l’università e l’istituto agrario. Infine nuove aree verdi, primo tra tutti il Parco Cesarea in via don Carlo Sala, nell’area di via dei Poggi, che sarà il terzo grande parco cittadino con oltre 17 ettari e una nuova rete di piste ciclabili».

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