La tecnologia al servizio delle risorse umane

MILANO (ITALPRESS/WEWELFARE.IT) – Lavorare sul coinvolgimento delle persone attraverso l’impiego della tecnologia è il binomio su cui si basa la mission di HRCOFFEE, la startup ha sviluppato un nuovo modello di gestione del personale basato su approccio people based (persone al centro). La piattaforma e l’applicazione HRCOFFEE danno l’opportunità di digitalizzare i processi aziendali attraverso sistemi innovativi di social collaboration e people analytics: partendo dalle persone che vivono l’azienda, le pone in connessione e permette loro di interagire. Questo genera una serie di informazioni e report che la funzione Risorse Umane troverà indispensabili per approfondire la conoscenza delle singole persone e per creare percorsi individuali di crescita professionale.
“La tecnologia è una componente imprescindibile anche per il comparto Risorse Umane e va intesa come il “mezzo” per raggiungere i dipendenti in egual modo e attivare conseguentemente processi di democratizzazione delle informazioni e favorire quindi una comunicazione aziendale chiara e trasparente nei confronti dei dipendenti. La tecnologia quindi non può prescindere dal mettere al centro le persone, per farle sentire parte di un progetto comune diffondendo in questo modo valori e una nuova cultura “win win” improntata sulla responsabilità e sull’ascolto – spiega Davide De Palma CTO e co-founder di HRCOFFEE – Oggi lo sviluppo di un’organizzazione people centric è un processo che viene fortemente agevolato dalla tecnologia e lavorare su progetti di people management diviene per una organizzazione un’azione strategica per trattenere i propri collaboratori”.
Il comparto delle Risorse Umane, in questo momento storico, riveste un ruolo fondamentale nel cambiamento epocale della gestione delle persone. Nell’era della modalità di lavoro ibrido, le aziende devono infatti saper creare un digital workplace in linea alla propria strategia aziendale che abbia però al centro il lavoratore. Secondo la startup pugliese, in un ambiente digitale di questo genere i KPI a cui ogni azienda deve prestare attenzione riguardano i processi di socialità delle persone, ovvero sarà sempre più necessario conoscere e analizzare le mappe relazionali e personali.
Per mappe relazionali si intendono i legami e i nodi di conoscenza che si creano, mentre per personali significa misurare quanto una persona è in linea con i valori aziendali e come creare un piano di crescita e sviluppo ad hoc. “Gli analytics legati alle mappature di competenze e dei processi di conoscenza divengono strategici nell’epoca dello sviluppo organizzativo ibrido”, spiega Davide De Palma, che specifica anche che “bisogna sempre ricordarsi che non tutto va misurato e ciò che viene misurato va correlato con i processi della people strategy. Strategici quindi divengono i bisogni di sviluppo organizzativo perchè gli analytics vengono estratti proprio da questa analisi. Chiaramente tutto questo oggi è possibile perchè l’utilizzo di sistemi semiautomatici di intelligenza artificiale permettono di correlare dati provenienti da informazioni multiple”.
Un’organizzazione che adotta un approccio people based e data driven ha notevoli vantaggi: è in grado di sviluppare l’identità organizzativa e di attivare processi innovativi culturali che si tramutano in open continuum, ovvero in un modello d’innovazione continuo.
“Oggi si parla con più facilità di open innovation ma dovremmo occuparci sempre di più dei processi di open continuum. Il nostro approccio modifica proprio le logiche di lavoro e di ingaggio delle persone: la people strategy infatti coniuga le esigenze reali della popolazione aziendale con gli obiettivi strategici dell’azienda”, afferma De Palma.
-foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS).

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