Al termine di una giornata convulsa e già in odore di scandalo sul piano politico, è arrivata la notizia dell’assegnazione del porto di Pozzallo in Sicilia, anziché Ravenna, per la nave Sea Watch con a bordo la salma di un migrante di 17 anni. Ma non è stata una decisione agevole.
Basti pensare che in un primo tempo la Prefettura di Ravenna intorno alle 19 di giovedì 7 marzo, al termine della riunione di coordinamento, aveva annunciato un ritardo della nave causa condizioni meteo avverse. Attesa lunedì 11 marzo alle 10 al Terminal Crociere di Porto Corsini, secondo quest’ultima comunicazione, la Sea Watch sarebbe invece arrivata nei giorni successivi. Alla fine sono state accolte le proteste della nave umanitaria, che mercoledì 6 marzo ha salvato 51 migranti da una barca di legno sovraffollata che si era ribaltata su un fianco al largo di Lampedusa. La Sea Watch ora potrà dirigersi verso il Ragusano, destinazione Pozzallo, evitando così 1.500 chilometri e quattro giorni di viaggio.
«Chiediamo all’Italia di concederci il permesso di ingresso immediato al porto più vicino per portare a riva tutti i superstiti e il corpo di un ragazzo di 17 anni – questo il disperato appello dell’organizzazione umanitaria di qualche ora fa –. Con le previsioni meteo attuali ci vorrebbero 7 giorni per arrivarci! Nei prossimi giorni sono previste onde fino a 3,5 metri. Stiamo cambiando il ghiaccio ogni quattro ore alla body bag per evitare la decomposizione. Altre persone soffrono di disidratazione e ustioni, e abbiamo a bordo quattro minori non accompagnati».
A livello locale il sindaco Michele de Pascale aveva alzato la voce, parlando di «Scelte politiche disumane». Aveva poi garantito la disponibilità a garantire le esequie e il possibile rimpatrio della salma. Si segnala l’intervento anche della Procura di Ravenna con l’apertura di un fascicolo d’indagine per omicidio per il 17enne morto sulla nave. Fascicolo che, a questo punto, sarà probabilmente trasferito. A livello nazionale, duri erano stati i commenti delle opposizioni come riportato da Il Fatto Quotidiano. Per il segretario di Più Europa Riccardo Magi, è “il punto più basso raggiunto dalla disumanità di Meloni e Piantedosi, a cui ora chiediamo di riferire quanto prima in Aula per chiarire cosa davvero è avvenuto”. Sulla stessa linea il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Beppe De Cristofaro: «Chiederemo a Piantedosi e Salvini i motivi del ritardo nei soccorsi e di questa scelta crudele».
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