«Ho cominciato che ero giovanissimo. A Carraie, ho iniziato ad allestire presepi da quando mi sono trasferito nel 1978, non essendo originario di Ravenna. All’inizio bisognava montare il presepe in chiesa nel periodo natalizio, per poi smontarlo una volta terminate le feste. Quindi, il parroco mi ha concesso l’uso di una saletta attigua alla chiesa per poter conservare tutti i pezzi, senza poi doverli portare a casa. Finché non è stata presa la decisione di farlo diventare permanente, in modo da poterlo arricchire più facilmente di anno in anno».Come le è venuta l’idea di un presepe in movimento?
«Dalla mia passione per le figure che si muovono per conferire all’insieme una maggiore dinamicità. Il primo esperimento in tal senso, sempre all’interno della Chiesa di Carraie, risale a circa 23 anni fa, quando ho fatto un pastore capace di inginocchiarsi davanti alla capanna della Natività. I movimenti sono tanti, morbidi e quasi naturali».
«Ci vogliono mesi e tanta pazienza… Da quando sono in pensione, comincio già in estate a lavorarci, per poi arricchire il presepe ogni anno di nuovi personaggi. Essendo diventato permanente, ora devo più che altro dedicarmi alle nuove scene. Compro le statuine, le taglio, le snodo e le attrezzo di un motorino capace di creare il movimento che reputo più attinente per quella figura».Quali sono le novità apportate negli ultimi anni?
«Le due nuove scene di quest’anno riguardano Ascensione e Pentecoste. L’anno scorso, invece, avevo terminato quelle sul Natale e sulla Pasqua. Di recente ho finito di allestire anche i Vangeli. Tanti piccoli cambiamenti per attirare un pubblico vasto di appassionati e curiosi».Qual è la reazione delle persone davanti al suo presepe?
«Le persone sono meravigliate e affascinate da questa mia creazione e lo vedo anche dai commenti che i visitatori scrivono nel quaderno in chiesa, a fianco del presepe. I loro pensieri sono sempre molto positivi ed emozionati».
«In particolare, dalle scene animate in cui c’è anche il dialogo tra i personaggi come nell’Annunciazione, Censimento e Resurrezione. Interessante è poi la scena centrale della Natività nella quale Maria mostra il bambinello, Giuseppe si inginocchia, il bue rumina e l’asinello muove la testa. A piacere è anche la rappresentazione dei vari mestieri di una volta, il fornaio, il fabbro, l’arrotino, il vasaio, la lavandaia, il pescatore, il taglialegna, il polentaio, proposti con dovizia di particolari. C’è infine un’osteria animata dove si possono ammirare i giocatori di carte, il bevitore, la donna che mesce e il vino rosso che esce dal rubinetto della botte».[vc_single_image image=”33322″ img_size=”full”]Pensa che ci saranno delle novità da apportare al presepe in futuro?
«Io spero che ogni anno venga aggiunto qualcosa di nuovo in modo da attirare un vasto pubblico, curioso di conoscere la novità della nuova edizione».I suoi figli o nipoti hanno la stessa sua passione per la creazione dei presepi?
«Ho soltanto una nipotina, a cui piacciono sì i presepi, ma non a tal punto da volerne costruire uno. Per cui, cerco di stimolare i ragazzini del paese e di far capire loro l’importanza della tradizione, li ho invitati a venire da me per imparare quella che io definisco una vera e propria arte».Il presepe di Antonio Battesimo nella chiesa di Carraie, in via Cella, è aperto fino al prossimo 30 gennaio tutti i giorni dalle 9 alle 17. In febbraio, il presepe sarà aperto solo su prenotazione.
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