18 Nov 2022 17:41 - Più Notizie
La Fondazione Sabe per l’arte di Ravenna ospita l’incontro “Scarti preziosi” il 26 novembre
Enrica Borghi in dialogo con Pasquale Fameli, direttore artistico della Fondazione, e Daniele Torcellini, direttore artistico della Biennale Mosaico di Ravenna.
di Redazione
La personale Modulare lo scarto di Enrica Borghi alla Fondazione Sabe per l’arte di Ravenna costituisce la più recente tappa di un percorso creativo iniziato trent’anni fa. Nel corso dell’incontro l’artista ripercorrerà alcuni momenti tra i più significativi della sua attività per mettere a fuoco elementi centrali della sua poetica e dei temi connessi. Sin dagli esordi, Borghi si è confrontata con gli scarti sintetici e con gli eccessi della produzione industriale per realizzare opere dalla spiccata preziosità artigianale. Reinventando le pratiche manuali connesse alla dimensione muliebre, l’artista riscatta esteticamente ciò che si considera comunemente ‘rifiuto’, secondo un’attitudine creativa che trova molti precedenti nelle ricerche artistiche novecentesche, ma che oggi si lega al tema della sostenibilità, maturato in tempi più recenti. È quindi un’operazione di decongestione ambientale, capace di convertire lo spazio dell’arte in spazio ecologico, di accumulo e di rigenerazione di quei materiali. Ma il lavoro di Borghi è anche una sorta di processo alchemico capace di trasformare gli oggetti più prosaici in evocative configurazioni ornamentali che richiamano tecniche e culture di lunga tradizione, dal cesello all’uncinetto, dall’arazzo al mosaico. In occasione di questa conversazione, sarà inoltre presentato il catalogo della mostra Modulare lo scarto, edito da Danilo Montanari.
Enrica Borghi è nata a Premosello Chiovenda (Verbania) nel 1966, vive e lavora sulle colline del Lago d’Orta. Nel 1990 ha conseguito un master con specializzazione in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove ha studiato sotto la guida di Alik Cavaliere. Ha iniziato a esporre nel 1992 usando la fotografia e materiali riciclati. Nel 1995, alla Galleria Alberto Peola di Torino, ha presentato abiti da donna fatti con buste, etichette e carta da pacchi, oltre a un ciclo di statue neoclassiche e busti di Venere ricoperti di unghie finte e piume, decorate con fermagli e bigodini. Nel 1997 ha partecipato a Quando la spazzatura diventa Arte, a cura di Lea Vergine, presso il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, ed è stata selezionata per la Biennale Internazionale Giovani di Torino. La sua ricerca si focalizza sull’utilizzo di materiali riciclati, raccolti in aree convenzionalmente ricondotte al mondo femminile e a quello domestico. Nel 2005 ha fondato e presieduto Asilo Bianco, un centro culturale dedicato allo sviluppo del territorio di Ameno attraverso la letteratura e le arti. Nel 2008 è stata selezionata per il Ph.D. M-Node The Planetary Collegium in collaborazione con l’Università di Plymouth e la NABA Nuova Accademia Belle Arti di Milano. Nel 2013 ha tenuto un’importante mostra personale presso l’Estorick Collection di Londra. Ha esposto in prestigiose istituzioni museali nazionali e internazionali tra le quali Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto, Galleria d’Arte Moderna di Bologna, Fondazione Teseco per l’Arte di Pisa, Musèe d’art Moderne et Contemporain de Nice, Giudecca Art District e Accademia di Belle Arti di Venezia, Parco Arte Vivente di Torino e Castello di Rivoli.