La Consar risponde ai cori razzisti al Pala de Andrè: «Minimizzare vuol dire accettare. Noi non ci stiamo»

Il club: «se dovesse ripetersi una situazione analoga, la squadra sospenderà immediatamente la partita e farà rientro negli spogliatoi»

In merito a quanto accaduto ieri, domenica 25 febbraio, al Pala de Andrè di Ravenna durante la partita del campionato di A2 Credem Banca tra Consar Ravenna e Yuasa Battery Grottazzolina, il Porto Robur Costa 2030, nella persona del presidente Matteo Rossi in rappresentanza di tutto il club, esprime il grande disappunto per i cori di razzismo indirizzati al giocatore Martins Arasomwan. Il quale, dopo una battuta sbagliata, è stato bersagliato, da una parte della tifoseria avversaria, di ululati, chiaramente riferiti al verso della scimmia, che si sono sentiti in tutto il palazzetto e che hanno generato da parte della panchina e di tutto il pubblico una reazione in difesa del giocatore.

Il Porto Robur Costa 2030 si fa interprete anche del disappunto della città di Ravenna e annuncia che invierà una lettera alla presidenza di Legavolley, alla presidenza federale e alla Commissione arbitrale, per esternare tale disappunto. 

Il club comunica, inoltre, che se dovesse ripetersi una situazione analoga, la squadra sospenderà immediatamente la partita e farà rientro negli spogliatoi. Minimizzare certi episodi vuol dire accettarli e se questa è la cultura che dobbiamo trasmettere ai giovani e soprattutto a quelli che praticano il nostro sport, è evidente che non intendiamo farne parte. 

Il club comunica infine la volontà di Arasomwan di non rilasciare alcuna dichiarazione in merito all’episodio che lo coinvolge.

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