Italia Nostra sulla vendita Ortazzo-Ortazzino a privati: «Dagli enti solo chiacchiere»

«Vogliamo vedere l’atto di compravendita e iniziative concrete. Perché non garantire subito il grado più forte di tutela a tutta l’area?».

Si continua a parlare della riserva naturale Ortazzo-Ortazzino. Dopo l’intervento del Parco del Delta del Po e della Regione Emilia Romagna, non si smorza la polemica che sta tenendo banco da giorni sulla compravendita, da privato a privato, di una porzione dell’area, a Lido di Classe nel Ravennate. A ritornare sulla questione è prima di tutta Italia Nostra Ravenna che per prima ha segnalato l’acquisto da parte di un colosso immobiliare fondato in Repubblica Ceca. «Rincuora il fatto che, nonostante la coltre di silenzio fino a poco fa – si legge in una nota –, i temi ambientali di questa rilevanza stiano a cuore a tutti i cittadini. Un segnale chiaro e molto forte che le amministrazioni di qualunque colore politico dovrebbero iniziare ad ascoltare. Alcune repliche sono arrivate, anche se manca all’appello ancora lo Stato, ma più che risposte sembrano piuttosto semplici chiacchiere per tranquillizzare i cittadini».

I dubbi di Italia Nostra Ravenna sull’atto di compravendita e sui soldi non reperiti dagli enti pubblici

Italia Nostra Ravenna rileva anzitutto che nessuno degli enti abbia ritenuto di rendere pubblico, in modo integrale, l’atto di compravendita, «dove si entra nei dettagli dell’operazione e, pare, si parli di porzioni ancora edificabili. Abbiamo provato a chiederlo ma finora senza riuscire a reperirlo. Perché non lo pubblicano in modo trasparente?». Per la sezione ravennate manca poi una spiegazione sul perché non sia stato dato il diritto di prelazione. «Non c’erano soldi? Fatto difficile da immaginare, vista la cifra irrisoria e visti gli impegni presi in passato, sia dal Comune che pare avesse già stanziato tutta la cifra (stando a quanto rivelato dal consigliere comunale Ancisi), che dal Parco attraverso il Piano di Stazione, che dalla Regione, cui spetta la tutela delle aree Rete Natura 2000. Spieghino dunque i vari enti perché non hanno sganciato o reperito un solo euro, e cioè non sia stato ritenuto utile per la collettività acquisire l’area, dando così la certezza della conservazione di questo patrimonio inestimabile».

Altro “nodo”: la zona C che ha una tutela minore e potrebbe rendere remunerativo l’investimento

Secondo Italia Nostra Ravenna, gli enti spergiurano che si tratti di aree intoccabili e non edificabili: ma non tutta l’area è sottoposta allo stesso tipo di tutela. «Per una parte di circa 80 ettari la tutela è più lieve (zona “C”), e questo potrebbe essere già sufficiente, magari con qualche presunta fruizione o utilizzo “green”, a rendere remunerativo l’investimento. Anziché affrettarsi a rassicurare, si affrettino invece a sottoporre anche quest’area al grado più forte di tutela, con un provvedimento ufficiale ed immediato. Risulta infatti che l’area abbia nel frattempo sviluppato tutte le caratteristiche per essere classificata almeno in zona “B”, e al tal proposito basta guardare la “carta degli habitat” sul sito della Regione, dove anche per la zona “C” vengono evidenziati habitat costieri ormai rarissimi e presenti in pochissime zone d’Italia».

«Si legge che potrebbe essere contrastata la vendita se non conforme e fatto valere, sia pure tardivamente, il diritto di prelazione: come già detto, si pubblichi l’atto di vendita e si proceda senza altri indugi».

Italia Nostra continua la ricerca dei documenti mancanti e già dalla prossima settimana dovrebbero delinearsi una serie di iniziative per provare a contrastare – coi fatti – l’immenso scandalo della rivendita a privati dell’Ortazzo.

Foto di Francesca Santarella

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