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Individuate scogliere a Sabellaria nei fondali di Lido Adriano

Il Centro per l’Innovazione di Fondazione Flaminia (Cifla) ha completato una prima fase di indagini funzionali volte a precisare ubicazione e diffusione delle biocostruzioni a Sabellaria segnalate nell’estate 2021 da alcuni soci della locale ProLoco nei fondali antistanti Lido di Dante. Le indagini sono state realizzate sotto la supervisione ed il coordinamento del Parco del Delta del Po Emilia‐Romagna.Le molteplici strutture individuate evidenziano la capacità di questa specie di edificare ammassi ecosistemici riconducibili a scogliere coralline (genericamente indicati come reef): biocostruzioni di rilevante interesse per queste latitudini, la cui presenza non era stata ancora ben precisata per l’area Nord Adriatica.La presenza nelle acque ravennati di Sabellaria, inclusa tra le specie tutelate dalle Direttive Europee ritenute strategiche per l’ambiente marino e i suoi habitat, testimonia la capacità di questa specie di costruire habitat complessi ed eterogenei. Sotto questo profilo, infatti, le scogliere a Sabellaria favoriscono l’aumento della biodiversità locale, in quanto fonte di cibo per altri organismi e, allo stesso tempo, svolgere un importante ruolo nel contribuire a ridurre i processi erosivi ai danni della costa.Per le indagini condotte in questa fase Cifla ha utilizzato avanzate tecnologie elettroacustiche tipo Side Scan Sonar (ecografo a scansione laterale) ed ecoscandagli multibeam; tutti geolocalizzati con precisione submetrica via GPS differenziale. I risultati ottenuti hanno permesso di produrre una prima dettagliata batimetria e mappatura della distribuzione spaziale dei numerosi corpi di Sabellaria presenti e distribuiti nell’area, a cui ha fatto seguito il prelievo diretto di campioni utili per procedere a specifiche analisi e caratterizzazioni di laboratorio.Tutte informazioni basilari indispensabili anche per impostare innovativi progetti di contrasto all’erosione costiera in una logica di medio ‐ lungo termine. Progetti che, rispetto al passato, richiedono oggi approcci più coerenti a partire dagli impatti indotti dalle variazioni climatiche in corso e sempre più contraddistinti, anche lungo la costa ravennate, da significativi incrementi, in magnitudo e tempi di ritorno, di mareggiate ed eventi estremi, potenziali fenomeni inondativi, ecc.Condizioni che oggi richiedono approcci sempre più interdisciplinari e integrati in grado di valutare (rispetto a un insieme dinamico complesso quale quello ravennate, contrassegnato da un insieme ‘dune ‐ spiaggia emersa ‐ spiaggia sommersa’ non più disarticolabile settorialmente) l’azione delle numerose forzanti, sia abiotiche che biotiche, che, a differenza del più recente passato, controllano ora – e tanto più lo faranno in un non lontano futuro – profondità e dinamiche della zona più attiva dei fondali in discussione.Un approccio pienamente in linea con quanto precisato e richiesto dal recente Atto di indirizzo approvato nel 2017 dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia‐Romagna che, nel merito dei principali elementi di disequilibrio registrabili sull’area marino‐costiera regionale, ritiene come: «… quello dell’erosione costiera è un fenomeno che va letto nelle sue complessità, con un approccio articolato che consideri i fenomeni alle diverse scale spaziali e temporali. È unanime nel mondo tecnico e scientifico, e l’evidenza delle esperienze lo conferma, la consapevolezza che non esiste la o una soluzione definitiva, e che è più opportuno ragionare in termini di strategia, senza escludere a priori alcuna tecnica o tecnologia ma con una particolare attenzione agli effetti che ciascun intervento finisce con il determinare sul delicato equilibrio del litorale».Considerazioni che il Centro per l’Innovazione di Fondazione Flaminia ritiene condivisibili procedendo quindi, per quanto di competenza, nell’incentivare specifici studi innovativi di contrasto all’erosione costiera integrando, a solo titolo di esempio, le scogliere naturali esistenti con sperimentali strutture artificiali quali i 3DReef: sistemi multipurpose (flessibili per forma, tecnologia produttiva, materiali, economicità, ecc) il cui utilizzo è in corso di approfondimento, attraverso simulazioni virtuali CFD (Computational Fluid Dynamics), da parte di giovani ricercatori ravennati risultati vincitori del terzo premio all’Adriathon Challenge tenutosi nel 2019 sotto l’egida  del Comune di Ravenna.

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