ROMA (ITALPRESS) – Sono soprattutto gli italiani a trainare la ripresa del turismo nel nostro Paese, dopo lo stop imposto dalla pandemia. E, in particolare, è l’Italia dei piccoli borghi, delle capitali storiche e dei parchi naturali a risultare maggiormente attrattiva e meta favorita rispetto a quelle più frequentate. Negli ultimi 12 mesi oltre il 20% (1 turista italiano su 5) si è recato in regioni e territori d’Italia che non aveva mai visitato in precedenza. Anche per gli europei lo Stivale, si conferma, pure negli ultimi due anni segnati dall’emergenza pandemica, destinazione Top Of Mind, luogo ideale per un viaggio o vacanza, con oltre il 60% delle preferenze. Senza contare la rilevanza dei media cruciali per costruire l’attrattività delle destinazioni turistiche con un 90% di ricaduta positiva di engagement. E’ quanto emerge dalla seconda edizione della ricerca ‘Comunicazione, media e turismò, realizzata dal Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi (CeRTA) dell’Università Cattolica e Cattolicaper il Turismo, in collaborazione con Publitalia ’80, presentata lunedì 23 maggio nell’ambito dell’incontro ‘Scenari e sfide per il turismo post pandemià.
‘I contenuti mediali come fiction, film e documentari sono cruciali come veicolo di conoscenza del nostro Paese e possono aiutare la comprensione dei luoghi quali luoghi sociali non solo fisicì, ha detto il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli, aprendo i lavori del convegno. Di qui l’importanza della ‘valorizzazione delle mete turistiche offerte tramite i prodotti audiovisivì e ‘tanti ‘setting’ ambientati in Italià: un ‘fenomeno che l’Università Cattolica ha studiatò, ha osservato il rettore Anelli, fornendo un ‘serviziò al Paese e alle imprese.
Del resto, ‘dobbiamo adeguare l’offerta a una domanda che è cambiata in modo strutturalè, ha precisato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, intervenuto prima della presentazione dell’indagine a cura di Massimo Scaglioni, direttore CeRTA, Matteo Cardani, direttore generale Marketing Publitalia ’80, e Vincenzo Zulli, coordinatore Business Development Cattolicaper il Turismo.
‘Il nuovo turista vuole entrare nel contesto, vivere la comunità e avere l’esperienza del buon vivere che abbiamo in Italià, ha aggiunto il ministro Garavaglia. Infatti, ‘i dati questi ci dicono che le cose vanno bene: per la prima volta dopo molti anni abbiamo un dato di riempimento delle strutture ricettive superiore di 10 punti percentuali rispetto alla Spagna, nostro concorrente più forte in questo settorè. Questo vuol dire anche che ‘tanti italiani hanno riscoperto l’Italia, soprattutto quella cosiddetta minorè e che ‘sono tornati gli stranierì, in particolare gli americani. Nel nostro Paese, ha specificato il ministro Garavaglia, ‘l’industria del turismo vale circa il 13% del Pil. Ma ci sono tutte le potenzialità per arrivare a un 20%’. Un esempio positivo arriva dal cicloturismo, in forte espansione grazie anche all’innovazione, che può dare numeri molto interessanti: ‘Oggi nel nostro Paese vale 5 miliardi di Pil contro i 20 della Germania, che ha iniziato prima di noi a investire in questo settorè. Insomma, il ‘turismo lentò sta già correndo. Servono, però, azioni orientate ad affiancare il suo percorso di crescita e adeguarsi alla nuova domanda. Si muove in questa direzione la decisione di realizzare, in accordo con le Regioni, ‘1.000 piazzole per camper di buona qualità che si vanno ad aggiungere alle 2.000, non sempre eccelse, già presenti sul territorio nazionalè.
Obiettivo dell’indagine è stato esaminare la persistenza del ‘brand Italià nell’immaginario di turisti e viaggiatori lungo tre assi principali: il contesto pandemico e post-pandemico e la riconfigurazione degli stili e modelli di turismo, la ri-scoperta dei ‘territori intermedì come segno della vitalità, ricchezza e diversificazione dell’offerta attrattiva del nostro Paese, e la capacità dei contenuti mediali di generare riconoscibilità, desiderabilità e scelta effettiva dei luoghi italiani come mete di destinazione preferite. La ricerca ha combinato diverse metodologie e approcci (desk/field; quantitativa/qualitativa) generando modelli d’analisi proprietari e innovativi per leggere le trasformazioni del settore, le percezioni e le abitudini di viaggio degli utenti, il ruolo della filiera audiovisiva nello stimolare la promozione e valorizzazione di territori noti e meno noti del nostro paese.
Dando uno sguardo ai dati risulta che la ri-scoperta dell’Italia si sostanzia nel viaggio attraverso territori mai visitati prima verso una vacanza in luoghi ‘non comunì che si collocano come potenziale destinazione tra le città capoluogo di regione, le capitali storiche dell’attrazione turistica e le regioni turistiche più note (e per questa ragione denominati ‘luoghi intermedì). Nell’ultimo anno circa il 30% dei turisti italiani ha visitato almeno uno di questi luoghi – piccoli borghi, città capoluogo di provincia, parchi naturali – e meta del turismo lento e sostenibile, delle regioni geografiche definite da un territorio naturale o un territorio culturale omogeneo, centinaia di luoghi che potremmo definire ‘territori intermedì che ben valgono da soli un viaggio. A fare la loro parte anche le produzioni audiovisive – film, serie tv, fiction, docu-serie, reality – che generano un 90% di ricaduta positiva sui territori turistici che rappresentano, fatta per il 30% di fidelizzazione di turisti abituali (il viaggio come ‘ritorno al già notò) e per il 60% di attrazione di nuovi turisti (il viaggio come desiderio e azione di scoperta).
Inoltre, le regioni italiane hanno sostenuto nel 2021 la ripresa del settore con un investimento pubblicitario più che raddoppiato rispetto agli anni pre-pandemia, con un ruolo chiave della TV. In modo simile ai contenuti audiovisivi, la pubblicità TV trasforma l’esperienza turistica in ricordo effettivo per 1 contatto su 2 con un 90% di ricaduta positiva di engagement. Ricordo che per il 35% riconferma la preferenza dei viaggiatori fedeli verso mete note e per il 55% genera desiderio e piani di vacanze verso nuove mete di nuovi viaggiatori.
Non solo turisti italiani. La ricerca quantitativa (con 4.800 interviste in Italia, Spagna, Francia, Inghilterra e Germania) dimostra che per gli europei nella fase di ripresa dei viaggi al di fuori del proprio paese anche in contesti extra-continentali, l’Italia si conferma prima scelta come paese ideale per un viaggio o vacanza, con oltre il 60% delle preferenze. A domanda diretta sulla probabilità di fare un viaggio in Italia nei prossimi 2-3 anni, il 72% lo ritiene certo o altamente probabile e questo è un segnale per il piano di recupero nel 2022 e negli anni a venire.
Anche negli ultimi due anni segnati dall’emergenza pandemica, l’Italia è stata scelta come meta per una vacanza da un cittadino europeo su 3 tra coloro che hanno potuto viaggiare, con particolare propensione dei cittadini tedeschi (il 37% ha fatto almeno un viaggio in Italia durante il periodo pandemico) e questo dato si correla con il saldo positivo della nostra bilancia turistica nazionale nel 2021con un surplus pari allo 0,5 % del Pil.
Dalla ricerca si evidenziano almeno quattro fattori specifici nel contesto pandemico che hanno aiutato l’Italia a mantenere questa preminenza e attrazione dei flussi internazionali europei: la capacità dell’Italia, grazie all’operato delle sue istituzioni, di ‘riposizionarsì tra i Paesi più virtuosi a gestire l’emergenza, consentendo di riguadagnare l’immagine e la reputazione di Paese ‘sicurò – elemento questo essenziale nella pratica turistica – e di affrontare anche le sfide della ripresa, beneficiando della rinnovata fiducia della comunità internazionale; essere un paese collocato nel cuore geografico dell’Europa e quindi raggiungibile anche con le nuove abitudini di viaggio che evidenziano una preferenza per l’utilizzo dei mezzi privati, garanzia anche questa di maggiore sicurezza igienico-sanitaria; saper combinare una struttura ricettiva di ospitalità di qualità, con un incremento delle sistemazioni in strutture ricettive extra alberghiere (ricorrendo prevalentemente ad alloggi privati), pur rimanendo prevalente l’ospitalità gestita da strutture professionali; infine, essere una destinazione raggiungibile anche con programmazione short term dei viaggi e vacanze, ovvero a partire dalla crescente tendenza a pianificare gli spostamenti sempre più ‘sotto datà e ‘last minutè. L’incontro di presentazione dell’indagine si è concluso con una tavola rotonda cui hanno preso parte Marco Allena, presidente Fondazione Lombardia Film Commission, e Giorgio Palmucci, presidente ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo.
-foto ufficio stampa Università Cattolica –
(ITALPRESS).
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