Il sindaco de Pascale al governo: «La priorità è un commissario. Pericolo paralisi»

L'incontro del 7 giugno con la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha dato risposte sugli indennizzi, ma non sul tema della ricostruzione.

Il sindaco Michele de Pascale fa il punto sugli esiti dell’incontro svolto mercoledì 7 giugno con il Governo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e una delegazione dei sindaci delle Province, della Regione Emilia-Romagna per confrontarsi sull’emergenza alluvione.

Sugli indennizzi, l’obiettivo è il 100%

«Si sono sentite tante cose sui giornali, alcune ricostruzioni credibili, altre un po’ meno – afferma il primo cittadino –. Ci tenevo almeno a darvi quella che è la mia opinione su come le cose sono andate e su come dobbiamo, possiamo procedere. Noi ci eravamo presentati a quell’incontro con quattro richieste unitarie di praticamente tutti i sindaci coinvolti nell’alluvione: 18 su 18 in provincia di Ravenna e la quasi totalità di quelli delle altre province a noi vicine. La prima: una parola chiara sul tema degli indennizzi. In questi giorni lo avete visto, lo abbiamo spiegato, il contributo di autonoma sistemazione per chi non può rientrare in casa, i primi moduli per una richiesta di un indennizzo a forfait di circa 5 mila euro e anche la possibilità di iniziare la ricognizione di tutti i danni subiti. Noi dobbiamo dire con chiarezza a una famiglia che ha subito 150 mila euro di danni o a un’impresa che a volte ha subito milioni di euro di danni, che il ristoro non è quello di 5 o di 20 mila euro, ma che sarà di ben altra portata. Noi ritenevamo che andasse indennizzato tutto il danno e la presidente del Consiglio a quel tavolo ha usato un’espressione: obiettivo 100%. Trovo pretestuose le polemiche che ne sono scaturite, si tratta solo di avere tutti fiducia in questo obiettivo».

De Pascale al governo: «Serve un cambio di passo»

Sul tema della ricostruzione, il sindaco ricorda che la prima richiesta era la nomina immediata di un Commissario, sia per aumentare la sicurezza idraulica del nostro territorio, non solo ricostruire gli argini come erano prima, ma fare nuove opere. «Ci sono tante famiglie isolate – dice –, ci sono imprese che non riescono ad essere raggiunte, ci sono famiglie spezzate dalla distruzione di strade e vanno rifatte in tempo molto rapido. Vale per la nostra collina, vale per tutto l’Appennino tosco romagnolo probabilmente. Ecco su questa parte le risposte non ci sono state. E va detto, ma va detto per aiutare il Governo. E anche le dichiarazioni a cui abbiamo assistito oggi e nella giornata di ieri, su nove anni possibili, il Commissario alla ricostruzione fra un anno, non danno conto della gravità della situazione e quindi credo che sia in questo caso il dovere dei sindaci, ma è dovere di ogni cittadino di rappresentare al Governo che su questo versante serve un cambio di passo». «Noi abbiamo fatto una proposta – aggiunge – che era quella di utilizzare la stessa soluzione utilizzata per il terremoto dell’Emilia, ovvero la nomina dei presidenti delle Regioni, quindi non di un presidente di Regione, perché anche le Marche e la Toscana sono parzialmente coinvolte, come commissari e a cascata, di quello di utilizzare le istituzioni che esistono: le Province, i Comuni, i Consorzi di bonifica. Tutta la squadra che è già presente sul territorio e che vuole dare una mano e collaborare. Questa proposta può essere accettata o può essere rigettata. Ancora non lo abbiamo capito, ma l’unica cosa peggio di prendere una cattiva decisione è non prendere nessuna decisione».

Nuovo incontro con il Governo il 15 giugno

Il rischio per il sindaco è di cadere in una situazione di totale paralisi, di dover fare iter burocratici mastodontici anche per fare opere di piccola entità e quindi anche un territorio forte, resiliente, grintoso come il nostro, rischia di andare in crisi. «Ci è stato detto che giovedì prossimo alle 12 saremo riconvocati dal Governo – anticipa de Pascale – . Ci andremo con lo stesso identico spirito costruttivo, sperando che si possa arrivare alla nomina della struttura commissariale. Però la dico così, serve anche nel tempo che abbiamo davanti, che non deve essere di 9 anni, ma non è neanche di 9 giorni, anche la forza per aiutare il Governo di dire bravi, bene, quando le cose sono fatte bene e di segnalare gli errori e le criticità non in maniera strumentale, ma a volte anche in maniera netta. Perché guardate cosa succede a Casola Valsenio, lo sanno a Casola Valsenio. Facciamo fatica a saperlo noi da Ravenna cosa succede a Casola, figuratevi da Bologna o da Roma. E quindi a volte serve anche in quei tavoli, avere la capacità, con intelligenza e con educazione, di alzare la voce e di segnalare quali sono i problemi. E la dico così anche di pretendere che vengano risolti. Per fare un rigassificatore a Ravenna si è fatto una norma speciale per autorizzarlo in 120 giorni. Può essere che per ricostruire una strada a Casola Valsenio o per rifare un argine a Bagnacavallo o a Ravenna, ci si debbano mettere dieci anni. Non è accettabile e anche immorale, secondo me e quindi è nostro dovere chiedere che quello che ci spetta venga fatto».

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