L’incontro annuale, che si è svolto a Ravenna, è fondamentale per fare il punto sul lavoro svolto negli ultimi 12 mesi e per mettere a fuoco gli urgenti problemi con cui si stanno confrontando anche le 577cooperative nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini per un totale di 108.000 soci, 39.000 occupati e un valore della produzione di oltre 7 miliardi di euro (dati 2020).
«La nostra Associazione è al giro di boa di questo mandato – ha esordito il presidente Neri ricordando nella sua relazione che Confcooperative Romagna è nata a novembre 2020 – e da un primo bilancio posso dire che gli obiettivi che ci eravamo prefissati al momento della fusione sono stati rispettati. Abbiamo lavorato per costruire una realtà romagnola unita e omogenea, ottimizzando le risorse, accrescendo le professionalità, cercando di essere di supporto in questi tempi difficili per tutte le nostre associate».
Neri ha passato in rassegna i numerosi problemi che affliggono il paese e il tessuto economico-sociale dopo due anni di pandemia e con uno scenario internazionale sconvolto dalla guerra e dall’incertezza geopolitica: il caro energia, l’inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime, la mancanza di manodopera e una generale incertezza che blocca lo sviluppo. «Per questo – ha sollecitato – c’è bisogno di una forte collaborazione tra pubblico e privato, anche il Pnrr per essere efficace necessita di condivisione di progetti e co-progettazione».
È stato ribadito il forte impegno dell’organizzazione a rafforzare le cooperative di comunità, a sviluppare le comunità energetiche, oggi più che mai importanti, a guardare avanti per costruire una cooperazione sostenibile e inclusiva. Temi questi che sono stati parte dell’appuntamento assembleare, con la presentazione de nuovo Codice Etico di Confcooperative Romagna, il documento dove si affronta anche la questione del rispetto della parità di genere e il coinvolgimento delle giovani generazioni.
A questo proposito sul valore dell’inclusività letta nell’ottica dei giovani e delle donne si è tenuto un momento di confronto con il professore Sandro Castaldo, docente di Economia e Gestione delle Imprese all’ Università Bocconi e Annamaria Anelli – Business writer che ha affiancato Confcooperative Romagna in un percorso di scrittura sostenibile. Con il professor Castaldo, presidente del comitato scientifico del Diversity Brand Index, si è parlato dell’importanza di sensibilizzare le aziende in merito alla rilevanza etico economica dell’inclusione e della diversità. Ad iniziare dal genere, uno dei temi di riflessione anche in casa Confcooperative.
La presenza femminile nell’organizzazione si può riassumere con alcuni numeri che interessano la base sociale composta per il 58% da uomini e per il 42% da donne, la composizione dei Consigli di amministrazione il 73% dove è rappresentato da maschi e il 27% è femminile, e la presenza di rappresentanti legali dove le donne sono il 22%.
Analogamente – è stato più volte sottolineato – il futuro si costruisce coinvolgendo nelle azioni e decisioni anche le giovani generazioni. Hanno partecipato e salutato l’assemblea anche il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale, il Sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa e l’Arciescovo di Ravenna-Cervia Monsignor Lorenzo Ghizzoni. Un momento molto sentito dall’incontro, che si è chiuso con l’intervento del presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini, è stato il dibattito tra i delegati intervenuti che hanno portato testimonianza della realtà in cui operano le cooperative e, più in generale, tutto il tessuto economico nazionale in questa difficile congiuntura.
Lo stesso Gardini ha ribadito la necessità di interventi mirati per risolvere la grave situazione sul fronte energia e per sostenere il lavoro: «Il tema più urgente è quello dell’energia che colpisce tutti, non solo le imprese energivore. Sollecitiamo interventi a lungo termine e il superamento dei vincoli burocratici che impediscono la trasformazione del nostro sistema energia verso le rinnovabili. Un altro grande tema – ha aggiunto Gardini – è la situazione sul fronte occupazionale. Servono politiche attive vere sul lavoro, il reddito di cittadinanza va corretto e abbiamo bisogno che il futuro Ministro degli Esteri si impegni a negoziare flussi di lavoratori verso il nostro Paese per fronteggiare la grave mancanza di manodopera».[vc_gallery interval=”3″ images=”23618,23619,23620,23621″ img_size=”full”]
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