I numeri dell’alluvione. Il bilancio della Regione Emilia Romagna a un anno dai fatti

Oltre 70 miliardi di euro erogati in Cis. 52mila euro raccolti con le donazioni, di cui 27 usati per i contributi per i veicoli. 402 i cantieri, di cui 130 già completati

17 le vittime e 8,5 miliardi di danni certificati all’Unione europea e causati da frane e allagamenti avvenuti nel maggio 2023. Danni ai privati, a infrastrutture, alle imprese, al settore agricolo. Decine di migliaia gli sfollati. Ecco i numeri dell’alluvione e un bilancio della Regione Emilia Romagna a un anno di distanza.

I primi aiuti: Cas (Contributo per l’autonoma sistemazione) e Cis (Contributo di immediato sostegno)

Il Contributo per l’autonoma sistemazione (Cas) è nato per supportare chi aveva perso la casa a causa dell’alluvione o delle frane. È la prima misura resa possibile con i fondi delle ordinanze di Protezione civile firmate dal Commissario straordinario di Governo (Bonaccini), poi di competenza Commissario straordinario per la ricostruzione (generale Figliuolo). Fino allo scorso agosto, quando entrò in carica Figliuolo, erano stati erogati 7,6 milioni di euro (7.637.342 euro) ad oltre 9mila nuclei familiari (9.371).

Il Cis (Contributo di immediato sostegno), destinato alle famiglie la cui abitazione principale risultava allagata o direttamente interessata da frane e smottamenti, è invece tutt’ora in corso di erogazione.

23.665 acconti finora erogati (3mila euro ciascuno), per una cifra complessiva di 70 milioni e 995mila euro. Il totale dei saldi invece è pari a 17.514, per un importo complessivo di 31 milioni e 930mila euro. Sono questi i numeri del Contributo di immediato sostegno (Cis), previsto dall’ordinanza del capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio (n. 999 del 31 maggio), condivisa col presidente della Regione.

Finanziato attraverso le risorse del Fondo per le emergenze nazionali del Dipartimento, il Cis ha previsto un primo pagamento di 3mila euro (acconto), che il cittadino si è impegnato a rendicontare definitivamente per la richiesta del saldo. L’ammontare complessivo di questo primo indennizzo, infatti, può arrivare fino a 5mila euro, più ulteriori 750 euro a titolo di concorso alle spese connesse alla predisposizione della perizia asseverata.

Il rimborso copre le spese per la pulizia e la rimozione di acqua, fango e detriti, gli interventi su elementi strutturali e impiantistici, l’arredamento, gli elettrodomestici, ma anche – per la prima volta in una situazione di calamità – l’acquisto dell’abbigliamento, di stoviglie e utensili, ed eventuale materiale didattico per i figli. Per la prima volta è stato utilizzato dal Dipartimento nazionale, su richiesta della Regione, il meccanismo di anticipo immediato dei soldi e poi il saldo con la rendicontazione. Vista l’urgenza, si è lavorato per sburocratizzare il più possibile le pratiche: era sufficiente presentare domanda di acconto, il Comune doveva certificare che il richiedente viveva in zona alluvionata per permettere il versamento dei soldi.

“Un aiuto per l’Emilia-Romagna”: la raccolta fondi della Regione

Oltre 52 milioni di euro donati. A tanto ammonta “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”, la raccolta fondi avviata immediatamente dalla Regione, cui hanno risposto con generosità tantissime persone, insieme ad associazioni, imprese, artigiani, aziende, sindacati, categorie economiche e professionali, ordini e confessioni religiose, grandi gruppi industriali, società e rappresentanti di tutti i settori, dalla cultura allo sport.

A questo link viene rendicontato l’utilizzo di ciascun euro raccolto, via via che vengono definite iniziative e progetti finanziati. Degli oltre 52 milioni, 27 milioni sono il pacchetto complessivo di contributi per chi ha avuto il veicolo – auto, motociclo, ciclomotore – distrutto, o anche solo danneggiato, dall’alluvione. Al momento sono state presentate circa 5.600 richieste di contributo per quasi 19 milioni di euro; già liquidati più di 5,5 milioni di euro.

Sul totale della somma donata, 5 milioni sono stati assegnati ai Comuni per famiglie e persone in difficoltà; 5,1 milioni alle imprese; quasi 10 milioni ai cittadini e alle famiglie anche a rimborso delle spese per la realizzazione di sistemi di protezione come paratie e barriere e 5,4 milioni di euro al ripristino di infrastrutture per i giovani, lo sport e spazi della cultura.

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L’agricoltura

Quasi 1 miliardo di euro di danni: è il “conto” dell’alluvione di maggio 2023 per il sistema agricolo regionale. I fondi sui quali si è potuto contare fino ad ora per il comparto agricolo sono un terzo dei danni diretti e indiretti accertati, e si attestano sui 325 milioni di euro. 106 milioni sono stati stanziati nel Fondo di solidarietà delle Regioni italiane. Con la legge 100/2023 sono stati messi a disposizione 50 milioni di euro per i danni alle produzioni vegetali attraverso la piattaforma nazionale AgriCat, e 50 milioni di euro per i danni zootecnici e da frane.

Inoltre, il Fondo di crisi europeo, cofinanziato dal Governo, ha messo in disponibilità altri 100 milioni di euro: con queste risorse, l’organismo pagatore nazionale Agea ha già effettuato pagamenti per un totale di 99 milioni alle imprese agricole.  La Regione, dal canto proprio, ha garantito 21 milioni di euro dal Programma di Sviluppo Rurale per il ripristino produttivo dei suoli.

Il turismo

All’indomani dell’alluvione che ha colpito buona parte del territorio e soprattutto la Romagna, la Regione, stanziando risorse per oltre 950mila euro, si è subito attrezzata per invitare e accogliere i turisti per la stagione estiva, in assoluta in sicurezza. Si è partiti da una serie di campagne, rivolte soprattutto al mercato tedesco. Tra le alte campagne finanziate, quella sulle Terme, sui Parchi divertimento e sulla Notte Rosa.

I cantieri: fiumi e strade

Dai primi interventi urgentissimi sugli argini dei fiumi ai lavori di consolidamento dei versanti in dissesto a ridosso degli abitati, fino al miglioramento delle condizioni di deflusso dei corsi d’acqua. Sono 402 i cantieri in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile che interessano le province colpite di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Di questi, 130 sono già stati completati, 158 quelli in corso e 114 in progettazione. Il tutto per un investimento totale di circa 343 milioni di euro, tra somme urgenze, urgenze, programmazione regionale anticipata e programmazione da altre fonti.

Gli interventi di somma urgenza in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile sono in tutto 66 per oltre 97 milioni di euro (ordinanze 6 e 19 del Commissario straordinario). Tre interventi (per circa 3 milioni) sono in fase di realizzazione, tutti gli altri già conclusi.

Gli interventi urgenti sui fiumi, tutti in realizzazione, sempre in capo all’Agenzia, sono 152 per oltre 137 milioni (ordinanze 8 e 15 del Commissario straordinario). A questi si aggiungeranno ulteriori 56 interventi per un importo di circa 140 milioni.

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Sul sito web dedicato, tutte le informazioni, gli atti e le ordinanze, la mappa dei cantieri e la serie dei video realizzati che raccontano (attraverso i tecnici) i lavori fatti lungo le aste dei fiumi. Online anche ulteriori quattro video, relativi a Idice, Sillaro, Ronco e Savio/Borello.

Oltre all’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, ci sono altri 298 interventi (di cui 148 già conclusi) di difesa idraulica per 267,5 milioni di euro sempre finanziati dalle ordinanze del Commissario ai Consorzi di Bonifica. Altri 78 interventi sono in capo ad AiPo (Agenzia interregionale per il fiume Po) per 39,2 milioni.

Per quanto riguarda i collegamenti viari, gli interventi sono in tutto 3.369, per 793,5 milioni di euro, in capo a diversi soggetti (primi fra tutti Comuni, Città metropolitana e Province).

Maggio 2023: le forze in campo

Sul territorio interessato hanno operato quotidianamente oltre 10mila unità del Servizio nazionale di Protezione civile, tra cui 1.141 Vigili del Fuoco, 455 militari di Esercito e Marina, 926 carabinieri, 70 Guardie costiere, 592 poliziotti dello Stato, 159 Guardia di Finanza, 442 unità di Croce Rossa, 851 volontari nazionali (per assistenza alla popolazione, scouting e soccorso), 764 volontari regionali e altri ancora.

I Vigili del Fuoco hanno attuato quasi 12mila interventi con 350 mezzi (di cui 6 elicotteri); 26 elicotteri sono stati forniti dalle Forze Armate, insieme a 109 mezzi, 45 gommoni, 22 escavatori e 7 motopompe. La Capitaneria di Porto ha contribuito con 3 elicotteri, un aereo, 2 battelli e 12 subacquei, il 118 con 4 elicotteri e i carabinieri con 2. È stato anche rafforzato il presidio del territorio con squadre antisciacallaggio composte da carabinieri e guardia di finanza. A queste unità si sono affiancati tecnici e funzionari di Comuni, Provincie e Prefetture, di enti territoriali e della struttura regionale di protezione civile. Si è così arrivati a coordinare oltre 1.300 mezzi e 29 elicotteri messi in campo nella stessa giornata.

Per l’emergenza sono intervenuti oltre 14.300 volontari di Protezione civile, di questi circa la metà (7.650) dei Coordinamenti emiliano-romagnoli. 5.130 volontari sono stati garantiti dalle 13 Colonne mobili regionali intervenute: Toscana, Lombardia, Marche, Veneto, Liguria, Friuli Venezia-Giulia, Piemonte, Umbria, Lazio, Valle d’Aosta, Abruzzo, Trento e Bolzano. Gli altri 1.520 hanno fanno riferimento alle organizzazioni nazionali.

Con l’attivazione del Meccanismo europeo di Protezione civile, in breve tempo sono state registrate offerte da 9 Paesi membri, sulla base della prossimità geografica; accettate le offerte di Slovacchia, Slovenia, Francia e Belgio. I moduli slovacco e sloveno hanno raggiunto l’area colpita il 22 maggio e hanno iniziato le operazioni al canale Magni di Ravenna. I francesi sono arrivati nella notte tra il 22 e il 23 maggio e hanno operato nello stesso luogo. Il modulo belga, attivato successivamente, è andato a Conselice, affiancato dagli altri che intanto avevano concluso le operazioni a Ravenna. In particolare, sono state fornite: 38 unità slovene, 25 unità slovacche, 41 francesi e 14 belghe. In totale 118 uomini e 55 mezzi.

L’assistenza alla popolazione

Il 20 maggio si è toccato il picco massimo di 36.600 sfollati; sono stati attivati 54 centri di prima accoglienza ospitati all’interno di palestre, scuole, centri civici e conventi. A questi si sono unite 52 strutture ricettive tra hotel, agriturismi e B&B. Operative anche 10 cucine mobili di emergenza. Dal 19 maggio è diventato operativo il numero verde per l’emergenza, attivo 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20, che ha registrato oltre 7mila chiamate. Inoltre, sin da subito sono state attivate le primissime misure di sostegno: Contributo di immediato sostegno (Cis) e Contributo di autonoma sistemazione (Cas).

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