Nella storia della musica si tendono sempre a sottolineare le rivalità e i grandi duelli. Ma è l’amicizia, molto spesso, ad aver stimolato la creatività dei compositori. È il caso di Luciano Berio e Marcello Panni, protagonisti del programma Harmonia artificiosa, creato dalla violinista Elicia Silverstein e proposto al Refettorio del Museo Nazionale di Ravenna mercoledì 28 giugno alle 21.30, con la stessa Silverstein in duo con il violinista Marco Bianchi e la partecipazione del clavicembalista e organista Francesco Cera.
Due violini per un totale di 16 duetti, tre dei quali – quelli del compositore barocco Heinrich Biber, autore della raccolta “Harmonia artificiosa-ariosa” – accompagnati dal basso continuo. La sfida è quella di creare un ponte tra Seicento, Novecento e XXI secolo: lo dimostra l’architettura stessa del programma, che si apre e chiude con Biber, il quale si erge anche al centro della serata, come un pilastro. A simboleggiare le arcate del ponte un doppio dialogo Berio-Panni-Berio, sviluppato attorno ai loro duetti per due violini, ciascuno titolato con il nome del dedicatario (da Giorgio Federico Ghedini agli stessi Elicia Silverstein e Marco Bianchi). Il concerto è un omaggio alla figura di Luciano Berio, scomparso il 27 maggio di vent’anni fa; Ravenna Festival ricorda il compositore anche con le sue Folk Songs proposte dall’Icarus vs Muzak Ensemble domenica 9 luglio, al Teatro Rasi.
«Se una notte d’inverno… un violinista-musicologo dice che oltre a quelli di Bartók oggi non ci sono abbastanza duetti, può accadere che un compositore si metta a scrivere fino alle prime luci dell’alba… e poi ne scriva ancora nei momenti di riposo, in città e in alberghi diversi, fra una prova e l’altra, viaggiando, pensando a qualcuno, cercando un regalo… È quello che è capitato a me, e di ciò sono grato al violinista notturno che ha infatti dato il nome a uno di questi Duetti». Cita Calvino, Luciano Berio, per raccontare come i suoi duetti per violino nascano in nome dell’amicizia. E tra i dedicatari appare Marcello Panni, che a distanza di tanti anni ricambia il dono, con altri duetti, eseguiti a Ravenna in prima assoluta, affiancandoli a tre trio-sonate di Heinrich Biber, maestro della “scordatura”, e inarrivabile esempio dell’origine barocca di questo repertorio. Il “passaggio di consegne” da Bartók a Berio e da questi a Panni si deduce anche dalle dediche: se Berio dedica il suo primo duetto a Bartók, chiamandolo “Bela”, Panni dedica il suo a “Luciano”, dopo aver ricevuto, proprio da Berio, la dedica del suo nono duetto, chiamato appunto “Marcello”.
La violinista Elicia Silverstein, vincitrice nel 2020 del BBC Music Magazine Best Newcomer Award,sta rapidamente collezionando trionfi sulla scena internazionale grazie alle sue interpretazioni ricche di sfumature, con un repertorio che spazia dal Seicento al XXI secolo. Ugualmente a suo agio su strumenti antichi e moderni, come solista o in formazioni cameristiche, il suo modo di suonare “elegante […] e splendidamente pieno di inventiva” (The Strad) unito al suo approccio “emotivamente sapiente” (Gramophone) la rendono una delle voci più importanti della sua generazione. Suona un Vuillaume del 1856, copia di un Guarnieri del Gesù.
Attivo in campo concertistico all’interno di formazioni cameristiche e orchestrali, il violinista Marco Bianchi dal 1989 ricopre il ruolo di prima parte e solista dell’ensemble Il Giardino Armonico, con il quale si esibisce regolarmente per prestigiose società concertistiche. Musicista eclettico, ha fatto parte del gruppo Matt Deer and the Beale Street Band, che affronta diversi generi musicali dal country al blues e al jazz, esibendosi anche al fianco di Vince Tempera e Franco Battiato.
Francesco Cera, clavicembalista, organista e direttore, è apprezzato interprete di musica antica, in particolare del repertorio tastieristico italiano tra ‘500 e ‘700. Allievo di Luigi Ferdinando Tagliavini e di Gustav Leonhardt, nel 1991 è entrato nell’ensemble Il Giardino Armonico. Nel 1996 fonda l’Ensemble Arte Musica, specializzato nella musica vocale italiana, col quale ha interpretato opere di Monteverdi, Gesualdo, D’India, Rasi, fino a cantate inedite del ‘700 napoletano.
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