«La stagione estiva 2022 è stata molto fiacca, abbastanza in linea con i livelli pre-Covid ma influenzata dal caldo torrido che ha scoraggiato oltremodo anche i pochi temerari. La maggior parte dei turisti sono stati italiani, come sempre in estate; gli stranieri vengono prevalentemente in primavera e autunno. Infatti, per le città d’arte e le guide turistiche, l’estate è stagione morta tanto quanto l’inverno; l’alta stagione sono primavera e autunno, quindi adesso. Nella maggior parte dei casi, chi viene a visitare Ravenna è interessato ai monumenti Unesco. Una piccolissima parte di italiani anche a Dante, ma in seconda battuta. Ho notato che rispetto al turismo pre-Covid si viaggia molto più in modo indipendente, i turisti erano quasi solo coppie, famiglie e singoli; i gruppi numerosi sono quasi scomparsi. Questo lavoro mi offre la possibilità di stare all’aria aperta e incontrare tante persone diverse con cui scambiare opinioni e punti di vista mentre il difetto più grande è l’essere privi di garanzie. La gente prenota sempre più last minute (la sera per la mattina successiva) con pochissima programmazione, oppure annulla la mattina stessa o non si presenta. Quindi spesso si perde del lavoro che invece, con un minimo di programmazione e di buon senso, potrebbe essere conservato».[vc_single_image image=”25826″ img_size=”full”]
«Non ci possiamo lamentare. L’estate 2022, segnata dal ritorno degli stranieri, è stata molto meglio di quella del 2021, ma non ancora ai livelli del pre-Covid. Poi, verso fine estate, si sono ‘affacciati’ in città anche turisti provenienti da Paesi lontani come Stati Uniti, Nuova Zelanda, Emirati Arabi. Restano sempre meravigliati dinanzi alle nostre bellezze fuori dall’ordinario e tendono fortunatamente a non notare troppo ciò che non va. Anche se qualcuno si è lamentato degli orari ridotti del Battistero degli Ariani e dell’Antico Porto di Classe perché, avendo poco tempo, si rischia di perdere per sempre un’opportunità di visita e un pezzo importante della storia d’Italia. Detto questo le premesse sono ottime perché la gente ha voglia di muoversi e di girare, è stato davvero un lento ritorno alla normalità. Però alcune cose cambiate: se in passato in estate le nostre agende erano già pianificate fino Natale e oltre, ora si prenota molto all’ultimo momento. A incidere forse è anche il grande clima di incertezza economica che stiamo vivendo. Guardando al futuro, la speranza è di sfruttare meglio le opportunità legate alle crociere. Quest’estate qualcuno ha visitato Ravenna ma mancavano gli shuttle e, comunque, le agenzie continuano a vendere Venezia o i classici tour a San Marino e a Maranello».[vc_single_image image=”25827″ img_size=”full”]
«Questa estate ho lavorato sia come guida che direttamente nei monumenti Unesco di Ravenna. L’afflusso turistico è stato più variegato rispetto agli ultimi anni, tanti turisti anche stranieri, ho svolto visite in inglese ma ho avuto un ricco flusso di spagnoli. Ho rivisto alcuni gruppi, meno corposi però rispetto a prima. I turisti di oggi sono più indipendenti, preferiscono viaggiare soli, contattano direttamente le guide, sono più versatili e ascoltano di più. Mi piace confrontarmi con la gente, interagire con loro, realizzare un vero e proprio scambio di idee. Ma ci capita anche di essere considerati poco, sia dal punto di vista fiscale e dell’ascolto, ma i pregi sono più dei difetti».[vc_single_image image=”3277″ img_size=”full”]
«Il lavoro è aumentato in questo primo anno di libertà, sono tornati i turisti stranieri. Ma non lo definirei un vero e proprio aumento rispetto a prima, probabilmente perché la città di Ravenna non fa parte dei circuiti turistici più standardizzati, offre delle bellezze culturali che la rendono una città di nicchia perfetta per il turista che apprezza la storia. La cosa che più richiama i turisti sono i mosaici, la loro bellezza colpisce anche quelle persone che non hanno particolari conoscenze storiche, è una bellezza universale conosciuta in tutto il mondo. Sono tornati gli statunitensi e ho avuto la possibilità di lavorare anche con molti australiani, in quantità nettamente superiore rispetto al passato, probabilmente dopo le reclusioni del Covid hanno deciso di visitare le bellezze europee. Credo che per il prossimo futuro ci troveremo ad affrontare un nuovo nemico ovvero la crisi economica che sta impoverendo gli italiani e non solo. Questa situazione condurrà a un’evoluzione del turismo, che probabilmente si trasformerà in un lusso».[vc_single_image image=”3420″ img_size=”full”]
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