Giovani volontari durante l’alluvione, a Ravenna, Lugo e Faenza 3 nuovi Alfieri della Repubblica

Il Presidente della Repubblica ha conferito il riconoscimento a Guido Betti, classe 2005, di Ravenna, Letizia Galletti, 2004 di Lugo, e Matteo Violani, classe 2006 di Faenza

3 giovani della provincia di Ravenna hanno ricevuto il riconoscimento di Alfieri della Repubblica, nominati dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Le motivazioni sono collegate all’alluvione che ha colpito la Romagna lo scorso maggio, dove i tre si sono distinti per altruismo e volontariato.

Sono Guido Betti, classe 2005, di Ravenna, Letizia Galletti, 2004 di Lugo, e Matteo Violani, classe 2006 di Faenza.

I tre nuovi Alfieri della Repubblica

Guido Betti, 31/10/2005, residente a Ravenna. Per l’energia e la visione innovativa con cui ha contribuito alla realizzazione di una piattaforma informatica, che ha consentito di organizzare più di 6mila volontari nelle operazioni di soccorso alla popolazione colpita dall’alluvione in Emilia Romagna. Con grande energia, competenza e visione innovativa Guido ha fornito un importante contributo allo sviluppo e gestione della piattaforma informatica CommunitySos, ideata per consentire la mappatura dei bisogni del territorio e una gestione ottimale dei volontari durante eventi di crisi ed emergenza.

Nel corso della recente alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, in particolare, grazie a CommunitySos è stato possibile gestire i volontari divisi in 1.100 squadre, raggiungendo tutte le aree critiche della provincia di Ravenna.

Letizia Galletti, 25/7/2004, residente a Lugo. Per aver portato sollievo con la sua musica a tante persone costrette ad abbandonare la propria abitazione a seguito della recente alluvione in Emilia Romagna. Durante i giorni successivi allo straripamento dei fiumi, al Palabanca di Lugo di Romagna hanno trovato rifugio numerose persone che non potevano rientrare nelle proprie abitazioni.

Qui tante ragazze e ragazzi hanno cercato di dare conforto e assistenza a quanti erano stati maggiormente colpiti. Letizia era tra questi giovani, che facevano compagnia ai più anziani e che giocavano con i bambini. Letizia ha organizzato anche momenti di canto serale e con le sue canzoni ha contribuito a diffondere un clima di solidarietà e uno spirito di ripartenza. Alcuni anziani hanno persino espresso il desiderio di non rientrare subito a casa per poter continuare a vivere in quel contesto così familiare.

Matteo Violani, 27/4/2006, residente a Faenza. Per il servizio di volontariato prestato in occasione dell’alluvione che ha colpito la sua città. Il suo impegno costituisce un esempio di cittadinanza attiva e simboleggia la resilienza di una intera comunità. Matteo è uno dei tanti giovani volontari romagnoli, che si è messo a disposizione della comunità dopo la violenta alluvione che ha devastato la sua città e la sua regione. L’impegno e la dedizione da lui dimostrata in quei giorni difficili sono stati un esempio di cittadinanza attiva.

Costituiscono una testimonianza, per fortuna tra tante, di chi ha deciso di non lasciarsi abbattere dallo sconforto ma di reagire rimboccandosi le maniche per fare la propria parte nella fase emergenziale. Nonostante la giovane età, la grinta di Matteo è stata motivante per altri giovani e con il suo lavoro è divenuto un punto fermo per i volontari di ogni età e provenienza.

Il commento del Sindaco di Ravenna, Michele De Pascale

«Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito al giovane ravennate Guido Betti, l’Attestato d’onore di “Alfiere della Repubblica”, per l’energia e la visione innovativa con cui ha contribuito alla realizzazione della piattaforma informatica, CommunitySos, che ha consentito di organizzare più di 6 mila volontari nelle operazioni di soccorso alla popolazione colpita dall’alluvione in Emilia-Romagna», ha commentato De Pascale sui scial network.

«Grazie Presidente per aver riconosciuto il fondamentale contributo di Guido, e di tutti coloro che hanno collaborato con lui, in un momento di grandissima difficoltà per la nostra comunità. I giovani romagnoli (e non solo) hanno dato anche a noi adulti una lezione straordinaria di generosità e di spirito di comunità sfruttando la tecnologia e mettendoci testa, cuore, braccia e badile per aiutare chi aveva più bisogno», conclude.

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