Giornata mondiale dei poveri: messa, “Storie di vita” e pranzo a Santa Teresa

Domenica 19 novembre 2023 si celebra la VII Giornata mondiale dei Poveri, voluta da Papa Francesco nel 2017. Il tema di quest’anno è ripreso dal libro di Tobia: “Non distogliere lo sguardo dal povero” (Tb 4,7). A Ravenna ci sarà la celebrazione tenuta da Monsignor Ghizzoni, poi ci saranno le testimonianze dirette di alcune persone e infine pranzo al Santa Teresa.

Il programma

La Diocesi di Ravenna-Cervia apre le celebrazioni del 19 novembre con la Santa Messa, presieduta alle 9.30 dall’arcivescovo, monsignor Lorenzo Ghizzoni, nella chiesa di Santa Teresa. Al termine della celebrazione, alle 10.30 circa, nel teatro dell’Opera si terrà un momento di condivisione dal titolo “Storie di vita: riflessioni”. Alcuni beneficiari dei diversi servizi della Fondazione e della Caritas diocesana Ravenna-Cervia porteranno le loro testimonianze.

In questa sede avverrà anche la consegna della 1^ Borsa di Studio istituita dall’Opera in memoria di Luca e Lauro Lanconelli, due fratelli ravennati morti tragicamente in due diversi incidenti. L’assegnataria di tale onorificenza sarà un’ex ospite della Casa della Carità di Santa Teresa: grazie infatti alla donazione ricevuta dal padre dei due ragazzi, Cisse Mame Diarra potrà frequentare un corso per il conseguimento della qualifica di operatore socio sanitario. Agli altri percorsi di carità avviati dall’Opera di Santa Teresa e dalla Caritas diocesana Ravenna-Cervia, si aggiunge così anche quello di riqualificazione e formazione professionale, finalizzato a promuovere la dignità, la stabilità economica e l’integrazione sociale di persone svantaggiate e a rischio di emarginazioni sociali.

La mattinata si concluderà alle 12,30 con il pranzo condiviso alla “Mensa della Carità”, nel refettorio della Fondazione di via Santa Teresa, 8. Saranno presenti i volontari dell’Opera e della Caritas diocesana e i rappresentanti delle istituzioni cittadine.

Le parole di Daniela Biondi e Filippo Botti

«In questa giornata speciale la Chiesa di Ravenna-Cervia celebra l’attenzione verso gli ultimi, – dichiara Daniela Biondi, vice direttrice della Caritas diocesana – ricordando quel supporto che non manca mai durante tutto l’anno. Una Chiesa che è casa di tutti per ascoltare la Parola e che diventa all’occorrenza anche mensa per i più fragili. Sentiamo che la povertà è vicina a noi, accanto alle nostre case e la vediamo nelle persone che si rivolgono al Centro d’Ascolto, che diventa luogo di accoglienza. Il volto della povertà è cambiato e così le richieste di aiuto. I nuovi poveri sono anche le persone con un reddito insufficiente, che non riescono a sostenere i costi di un affitto o di un mutuo. Queste difficoltà, purtroppo, si riflettono sulle relazioni sociali e creano sempre più emarginazione».

«Questa giornata – afferma Filippo Botti, responsabile delle attività istituzionali dell’Opera di Santa Teresa – ci obbliga a riflettere sul tema della povertà, una condizione che affligge oggi milioni di persone nel mondo, e molti di questi vivono proprio nel territorio. La povertà non è solo una mancanza di beni materiali, ma anche una condizione di vulnerabilità, esclusione e marginalizzazione. I poveri sono spesso vittime di discriminazioni, violenze, sfruttamento, ingiustizie. Il tema della Giornata Mondiale di quest’anno è “Non distogliere lo sguardo dal povero”. Questo invito è rivolto a tutti noi, affinché non ignoriamo la povertà, e  non le voltiamo le spalle. L’impegno e il dovere di ciascuno, si deve riflettere nel cercare di costruire una società più giusta e inclusiva. Doniamo il nostro tempo, le nostre risorse, le nostre competenze. Possiamo anche semplicemente essere solidali con i poveri, ascoltarli, comprenderli. Ogni piccolo gesto può fare la differenza, non distogliamo lo sguardo, non abituiamoci al dolore».

Le parole di Papa Francesco

«I poveri – scrive Papa Francesco – diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’’altro. La parabola del buon samaritano (cfr Lc 10,25-37) non è un racconto del passato, interpella il presente di ognuno di noi. Delegare ad altri è facile; offrire del denaro perché altri facciano la carità è un gesto generoso; coinvolgersi in prima persona è la vocazione di ogni cristiano». 

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