Un nuovo servizio sull’alluvione che ha colpito il Ravennate è andato in onda, ieri sera, a “Fuori dal coro”, trasmissione condotta da Mario Giordano su Rete 4. A raccogliere gli umori della gente che si è interrogata sulle possibili cause di un dramma ‘annunciato’, la giornalista Eugenia Fiore che ha cominciato il suo viaggio da Alfonsine.
Qui, dove la gente ha ancora acqua putrida intorno alle case e a ricoprire i campi di grano ormai distrutti, dove i contadini stanno aspirando acqua da soli con l’uso dei loro trattori, un agricoltore si è scagliato con veemenza contro gli ambientalisti che con le loro ‘follie’ hanno fermato le opere contro l’alluvione. «Da tempo dicevamo che era necessario pulire i fiumi – afferma – perché la vegetazione è troppo alta e folta, gli animali come tassi e nutrie scavano gallerie. Ma si è sempre preferito seguire una linea diversa e difendere gli uccellini che devono fare i nidi sugli alberi. Quando arrivano i controlli di Arpa in azienda, le multe fioccano, ma è ora di finirla con tutti questi protezionisti, sono tutti verdi… Come si fa a pulire se la situazione è questa?».
La giornalista va alla ricerca dei tanti gridi d’allarme lanciati in questi anni da ogni dove e rimasti inascoltati. Per esempio a Durazzano dove un altro agricoltore fa vedere il punto in cui ha straripato il fiume Ronco, in cui il deflusso dell’acqua è stato rallentato per via della vegetazione, spaccando il muretto e poi invadendo i campi. «Non si può toccare niente qui nel fiume», afferma tra il rassegnato e l’ironico. Si prosegue a Sant’Agata sul Santerno dove le famiglie che hanno perso tutto chiedono il risarcimento dei danni, a Faenza dove Arturo Frontali disse che con i fiumi in questa situazione di incuria, si sarebbe rischiato il disastro. «Avevo contattato tutti già dal 2012, dalla Regione alla Provincia e fino ai sindaci ma nessuno mi ha ascoltato – racconta –. Nella migliore delle ipotesi mi dicevamo che avrebbero pulito, ma poi non è stato fatto». Così mostra alla giornalista alcune foto d’epoca, del 1979, direttamente dal suo album di famiglia, per fare vedere la differenza con oggi che gli argini del fiume Senio sono ormai una boscaglia.
Un altro allarme era stato dato da Ravenna. «C’erano delle fragilità di una parte del sistema idraulico – spiega l’ingegnere Barbieri – e l’ho segnalato nel 2018-19 in un apposito report che è finito sul tavolo dell’amministrazione comunale ma poi cestinato». «Nel maggio 2019 – aggiunge Veronica Verlicchi, consigliere comunale della lista civica La Pigna – avevamo presentato una richiesta al sindaco per attivare un piano di interventi sul territorio per limitare gli eventuali rischi di alluvione ma non siamo stati per nulla ascoltati».
Il servizio di Fiore termina con la storia di una giovane coppia che ha perso la casa acquistata di recente. «Una montagna di parole verdi, una montagna di bugie – così commenta in studio Mario Giordano –. Nei luoghi della tragedia c’è stato il presidente della Repubblica Mattarella e l’altro giorno Ursula von der Leyen, presidente della commissione Europea, che ha detto che bisogna attivare il verde lungo il fiume, ossia esattamente il contrario di quanto detto dagli abitanti del luogo. Questi ultimi, a gran voce, hanno richiesto il ritorno alla pulizia dei fiumi come si faceva un tempo, è evidente che c’è uno scollamento tra la politica e le comunità».
Le precipitazioni delle ultime ore hanno generato incrementi dei livelli idrometrici nei tratti montani del settore centro-orientale della Regione
Le opere saranno esposte nelle vetrine degli esercenti aderenti da venerdì 22 novembre a lunedì 2 dicembre.
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