Categories: Cronaca

Fra via dell’Almagià a viale Giovanni Spadolini una nuova via dedicata al poeta Tonino Guerra

Ravenna avrà una via intitolata a Tonino Guerra. Al poeta, scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e artista a tutto tondo, insignito della cittadinanza onoraria dall’Amministrazione comunale il 2 luglio 2003, sarà dedicata la strada che collega via dell’Almagià a viale Giovanni Spadolini, a fianco del giardino denominato “Il deserto rosso”, titolo del film ambientato a Ravenna, diretto da Michelangelo Antonioni e sceneggiato assieme a Tonino Guerra, che vinse il Leone d’oro come miglior film al Festival di Venezia nel 1964.

 

 

La cerimonia di intitolazione si svolgerà venerdì 23 dicembre alle 11 alla presenza del sindaco Michele de Pascale e della moglie di Tonino Guerra, Lora Kreindlina.

La targa toponomastica riporta anche una delle poesie più note, La Farfàla, che fa parte della sua prima raccolta “I Scarabocc” (Gli scarabocchi). Furono scritte nel periodo di detenzione, nel campo di lavoro di Troisdorf (Germania), nel 1944 e pubblicate nel 1946 con la prefazione di Carlo Bo.

Antonio Guerra, detto Tonino, è nato a Santarcangelo di Romagna il 16 marzo 1920. Nel 1944 venne deportato in Germania e rinchiuso in un campo d’internamento a Troisdorf. Conosceva a memoria i Sonetti romagnoli di Olindo Guerra e li recitò ai compagni di prigionia, poi iniziò a recitare poesie composte da lui.  Dopo la fine del conflitto mondiale, nell’agosto del 1945 ritornò a casa. Nel 1946 si laureò in Pedagogia all’Università di Urbino, discutendo la tesi con il professore Francesco Valli con una tesi di laurea dal titolo “Poesia dialettale romagnola del Novecento”. Avendo conservato le poesie composte nel campo di prigionia decise di pubblicarle a sue spese nella raccolta “I Scarabocc”. Attorno a lui si formò a Santarcangelo un gruppo spontaneo di giovani poeti, di cui facevano parte anche Raffaello Baldini, Nino Pedretti e Gianni Fucci. Nel 1953 si trasferì a Roma dove avviò una fortunata carriera di sceneggiatore. Durante la sua lunga attività collaborò con alcuni tra i più importanti registri italiani del tempo: Michelangelo Antonioni, Francesco Rossi, Federico Fellini, i fratelli Taviani. Con Michelangelo Antonioni lavorò al film “Deserto Rossi”, girato a Ravenna nel 1964 e al film “Blow-Up”, candidato al premio Oscar nel 1967. Negli anni settanta scrisse oltre venti film, sia per il cinema che per la televisione e più di dieci libri. Nel 1974 firmò Amarcord, la sua prima sceneggiatura per Fellini.

 

Nel 1975 conobbe durante uno dei suoi viaggi in Russia, Eleonora Kreindlina, se ne innamorò, sciolse il precedente matrimonio e la sposò nel 1977. La frequentazione della Russia, dell’Armenia e della Georgia gli fece tronare la voglia di dipingere, passione che prese piede a partire dagli anni ottanta e che divenne la sua attività prevalente nell’ultima parte della vita che trascorse a Pennabilli dove diede vita a numerose installazioni artistiche e mostre permanenti che prendono il nome de “I luoghi dell’anima” tra cui: “L’Orto dei frutti dimenticati”, “Il Rifugio delle Madonne abbandonate”, “La strada delle meridiane”, “Il Santuario dei pensieri”, “L’Angelo coi baffi”. Nel 2010, in occasione dei suoi 90 anni, ricevette il David di Donatello alla carriera. Il 10 novembre 2010 fu insignito dall’Università di Bologna del Sigillum Magnum. Tonino Guerra è morto a Santarcangelo di Romagna il 21 marzo 2012 all’età di 92 anni, in coincidenza con la celebrazione della giornata Mondiale della Poesia istituita dall’Unesco. Le sue ceneri sono state incastonate nella roccia, al di sopra della sua casa dei mandorli a Pennabilli.  Il suo archivio è conservato presso il centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia.

La Farfàla

“Cuntént própri cuntént

a sò stè una masa ad vólti tla vóita

mó piò di tótt quant ch’i m’a liberè

in Germania

ch’a m sò mèss a guardè una farfàla

sénza la vòia ad magnèla.”

La farfalla

Contento, proprio contento

sono stato molte volte nella vita

ma più di tutte quando

mi hanno liberato in Germania

che mi sono messo a guardare una farfalla

senza la voglia di mangiarla.

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