«Questa inaugurazione è un grande regalo fatto dall’Opera di Santa Teresa alla sua città – afferma don Alessandro Andreini della comunità di San Leolino di Panzano che ha contribuito alla stesura della ‘positio’ per la causa di beatificazione di don Lolli –. Dopo più di 60 anni dalla morte di don Lolli, si offre così ai più giovani un luogo che ricordi la storia straordinaria di questo prete, tanto amato dalla sua comunità. Nell’ideazione del progetto siamo partiti proprio dalla figura dell’aviatore, spesso presente nei racconti e nelle parole di don Lolli. Come l’aviatore, infatti, che punta a volare in alto, così il fondatore dell’Opera di Santa Teresa lavorò coraggiosamente per perseguire il cambiamento, venendo incontro alle esigenze dei più deboli».
«Il mio interesse verso don Angelo Lolli risale a vent’anni fa – prosegue Sante Altizio, tra i curatori del museo –, quando vinsi il Premio Guidarello con il mio docudrama “L’angelo della città”, ispirato proprio a lui e che ripercorreva le tappe della sua vita. Poi realizzammo un breve cartone animato sull’Opera di Santa Teresa e le sue iniziative, che ancor oggi portano avanti il messaggio del suo fondatore, rivolgendo un’attenzione particolare alle nuove povertà. Mesi fa, infine, fui contattato per realizzare il percorso museale. Così trovai l’idea-guida, da cui partire, proprio nella metafora dell’aviatore. Una metafora che è di don Lolli, laica e molto forte. Per dedicarsi interamente all’accoglienza degli ultimi “ci vuole lo stesso coraggio dell’aviatore, che sale su un trabiccolo a motore e va dove lo porta più il cuore che la bussola”».
«L’allestimento del museo – ricorda poi suor Donatella Tonielli dell’Istituto Ancelle Del Sacro Cuore Di Gesù Agonizzante di Lugo e postulatrice della Causa di Beatificazione – ripropone in questo tempo di incertezza e fragilità l’audacia e la fecondità del messaggio evangelico: “non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1Gv 3, 18), così come ha fatto don Lolli con la parola e le opere, rendendo visibile e palpabile per le strade di Ravenna, attraverso l’attenzione e la cura dell’uomo, l’amore di un Dio, padre e madre. Il suo percorso di santificazione è tuttora in atto”».
«In un mondo che è cambiato e che cambierà ancora – afferma don Alberto Graziani, direttore dell’Opera di Santa Teresa –, è importante che anche l’Opera proceda versa questa direzione per aprirsi alle nuove generazioni. Ecco che il Mudal, in questo contesto, si inserisce come ‘ponte’ tra l’ieri e l’oggi, per non perdere la memoria storica del nostro fondatore».
«L’Opera di Santa Teresa è ancor oggi una realtà molto importante per il territorio – conclude il sindaco Michele de Pascale –. È la risposta “fisica” alle nuove povertà dei tempi. Come ogni cosa, anch’essa, restando ancorata ai valori di don Lolli, ha avviato un processo di cambiamento interno per adeguarsi ai nuovi bisogni della collettività. Grazie a tutta la Diocesi per questo momento” conclude il sindaco de Pascale».
Il Mudal sorge simbolicamente al centro della corte interna dell’Opera, quasi a rappresentare una specie di ‘scrigno”’ in cui è custodita la memoria del suo fondatore. Il percorso inizia già dall’esterno grazie a una griglia in metallo, dove si trovano collocate le prime opere, che permettono un avvicinamento graduale del visitatore verso l’ingresso del museo vero e proprio. La parte interna è concepita come un susseguirsi di più sezioni.
Il primo ambiente, in cui ci si trova, è la cappella, dalla quale si accede alle due sezioni successive, sale espositive allestite con pannelli e teche, in cui infine il visitatore può soffermarsi a guardare un video proiettato che racconta le altre opere compiute da Don Lolli. Nell’ultima sezione, invece, si assiste alla ricostruzione dell’alloggio privato del sacerdote, dove sono collocati gli arredi originari della sua abitazione e gli oggetti personali. Concluso il giro, si ritorna all’esterno per ripercorre il ‘camminamento’, che chiude la mostra e accompagna il visitatore verso l’uscita. Questa coincide con lo spazio da cui l’esperienza è iniziata. Gli ambienti interni sono volutamente scuri e caratterizzati da colori sulle tonalità neutre. Anche l’illuminazione degli elementi espositivi ricopre un ruolo fondamentale, affidata a faretti orientabili su dei binari fissati al contro soffitto. In questo modo e in maniera puntuale, vengono illuminati i singoli oggetti per conferire al museo un’atmosfera mistica e spirituale.
Per tutto il mese di ottobre, il museo sarà aperto martedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12. In seguito, solo su prenotazione. Info: 0544-38548 e info@operasantateresa.com
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