FOTO. Coltivazioni distrutte e perdite ingenti. Il mondo agricolo romagnolo in ginocchio

L’ evento climatico catastrofico che ha colpito sabato 22 luglio 2023 il nostro territorio ha causato danni ingentissimi coinvolgendo ancora una volta anche le imprese agricole, con pesanti danni alle strutture, ai capannoni e alle case, oltre che alle coltivazioni distrutte, con vigne stese e frutteti a terra, così come girasoli e altre colture completamente stese e là dove sono ancora in piedi le piante molti frutti sono caduti a terra.  

Promosagri

In fumo 8 ettari di frutteti dedicati alla produzione di pere di CAB Massari a Conselice, corrispondente a un investimento di 400.000 euro, stroncati dalla furia del vento. Sarebbero dovuti andare in produzione per la prima volta quest’anno dopo tre anni di allevamento. Crollati inoltre diversi filari di vigneti, scoperchiata una casa, divelti decine di alberi, una serra e un intero orto, appena ripristinati dopo l’alluvione di maggio. 

Per la cooperativa Agrisfera, con sede a Sant’Alberto, la situazione non è migliore: un grande impianto per l’irrigazione Pivot, per l’innaffiamento dei campi di forma circolare, è stato letteralmente accartocciato dalla furia del vento. Un danno economico del valore di 200.000 euro che si somma alla perdita di circa 100 ettari di mais compromessi dalla tempesta. Infine, la prima conta alla CAB Fusignano riferisce del danneggiamento del tetto di un capannone e del relativo impianto fotovoltaico. Ma sono solo le prime notizie, destinate purtroppo a peggiorare. 

«Le realtà coinvolte dal maltempo di ieri erano già state colpite e devastate dall’alluvione: se il Governo non decide in fretta di sostenere in maniera determinante e concreta le aziende agricole distrutte dalle calamità, anche il modello agricolo romagnolo, che vanta una lunga storia di solidarietà e cooperazione, purtroppo rischia di perdere produttività e capacità di dare lavoro – dichiara il presidente di Promosagri, cooperativa di consulenza alle CAB aderente a Legacoop Romagna, Stefano Patrizi. Le perdite registrate ieri sono solo le ultime in ordine cronologico di una lunga serie, dovute al cambiamento climatico devastante in corso. Gli scorsi 13 luglio e 7 giugno, infatti, la grandine e le trombe d’aria avevano distrutto frutta, vigneti e centinaia di ettari tra campi coltivati a vivai, mais, soia e orzo, danneggiato centri aziendali anche nella CAB Comprensorio CerveseCAB Bagnacavallo e Faenza e CAB Campiano».

Cia Romagna

Anche Cia Romagna coi suoi tecnici e con i suoi rappresentanti politici è di nuovo impegnata nei sopralluoghi nelle aziende agricole colpite dal violentissimo vento e dalla grossa grandine

Il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi al rientro da alcuni primi sopralluoghi svolti in alcune imprese agricole, invita gli agricoltori a prendere contatti con gli uffici Cia per la segnalazione dei danni e delle necessità e sottolinea: «È un altro duro colpo alle imprese agricole e al territorio: nelle campagne romagnole la frustrazione sta crescendo sempre di più.  Mentre c’è ancora tanta indeterminatezza sul fronte degli aiuti per i danni dalle alluvioni, le stime sulla riduzione media della Plv che ipotizzavano circa un meno 40% potrebbero peggiorare ulteriormente a fronte dei nuovi eventi».

Al momento, come ha specificato agli organi di stampa l’esperto Pierluigi  Randi presidente di Ampro (Associazione Meteo Professionisti), non sappiamo se sia stato un tornado o una tromba d’aria. In ogni caso, il violentissimo vento temporalesco che ha sferzato in molte aree del ravennate in particolare Conselice, Alfonsine, Voltana, Savarna, Conventello e Grattacoppa, è stato definito da Randi, per la sua  forza e per i danni da esso causati, come l’episodio più grave da almeno trent’anni.

La tenuta delle imprese agricole, soprattutto di quelle piccole è sempre più critica. Alle molte aziende che stanno facendo i difficili conti con le conseguenze delle gelate tardive, della siccità, della grandine, e delle recenti alluvioni appunto, si aggiungono quelle colpite da quest’ultimo evento. «In alcuni casi – specifica Misirocchi – c’è chi deve affrontare gli effetti di tutti questi eventi messi insieme».

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