Ferrero (FdI) sulle Torri Hamon: «La priorità? il recupero dei terreni inquinati»

Prima di parlare ti tutela e conservazione il capogruppo di Fratelli d'Italia pone l'accento sulla salubrità del terreno in questione

Torri Hamon sì, Torri Hamon no, continua il dibattito sulla tutela o l’abbattimento delle torri di raffreddamento dell’ex raffineria SAROM. La demolizione delle sta facendo un certo scalpore e, secondo molti, sarebbe giusta una loro conservazione a riguardo si esprime anche il capogruppo di Fratelli d’Italia Alberto Ferrero.

«Ritengo doveroso ricordare che tali manufatti sono stati costruiti alla fine degli anni ’50 ed avendo meno di 70 anni la Soprintendenza non può richiederne una loro tutela. Non è corretto quindi chiedere ad un ente di esprimersi quando non è di sua competenza. – Spiega Ferrero -L’unico ente che avrebbe potuto chiederne una salvaguardia, tramite una interlocuzione con la proprietà, sarebbe stato il Comune sulla cui sensibilità in materia nutriamo, tuttavia, qualche dubbio vedendo come “valorizza” le mura cittadine ridotte ormai a ruderi. Pensare quindi ad un suo reale interessamento alle vestigia industriali di Ravenna sarebbe utopico».

«Detto questo – continua Ferrero – è necessario soffermarsi su un altro aspetto. Il terreno su cui le torri sono costruite è tuttora inquinato, trattandosi di una ex raffineria. Nelle intenzioni del comune i 25 ettari della raffineria sarebbero dovuti o potuti diventare un parco, poi solo relativamente di recente è stato deciso di trasformarlo in un campo fotovoltaico. Considerando tuttavia la necessità di guardare anche ai prossimi decenni, non sappiamo come cambierà la demografia della nostra città e non è escluso che quella zona, ora in periferia, possa essere compresa in un ambito urbano».

«Il risultato è – conclude il capogruppo – che quando il campo fotovoltaico sarà ipoteticamente dismesso, quella zona continuerà ed essere inquinata. Quello che mi sarei aspettato dall’amministrazione comunale sarebbe stato di pretendere, indipendentemente dall’utilizzo che di quella zona verrà fatto, che la proprietà riportasse quel terreno alla sua iniziale salubrità. Purtroppo come spesso avviene ci si sofferma a guardare il dito…»

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