Ex Farmografica: presidio dei 92 dipendenti licenziati e dei sindacati in Piazza dell’Aquila

Giovedì 7 dicembre alle 13.30 in prefettura a Ravenna, alla presenza del Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa, ha luogo un incontro sulle prospettive produttive e occupazionali della filiale cervese della società M.M. Packaging Italy Srl. L’azienda austriaca Mayr-Melnhof, colosso del settore della carta e degli imballaggi, ha infatti deciso di chiudere lo stabilimento ex Farmografica di Cervia, con 92 dipendenti licenziati. In Piazza dell’Aquila un presidio dei dipendenti e dei sindacati Slc Cgil e Uilcom e delle Rsu aziendali.

L’azienda aveva acquistato circa un anno fa lo storico stabilimento cervese di confezioni farmaceutiche rilevando la divisione “packaging” della britannica Essentra, stabilimento che poi aveva subito danni durante l’alluvione di maggio. Nel frattempo, però, i dipendenti avevano lavorato sodo per rimettere in sesto gli impianti.

Il presidio del 7 novembre

Dalle 13, Slc Cgil e Uilcom e le Rsu aziendali e tutti i lavoratori e le lavoratrici della sede cervese organizzano un presidio in piazza XX Settembre a Ravenna, per sostenere la delegazione sindacale che incontrerà azienda e istituzioni al tavolo sulla vertenza in atto, per tutelare l’occupazione e, più nell’immediato, per sollecitare un improrogabile chiarimento sul trattamento economico in assenza di ammortizzatori sociali, scaduti oramai lo scorso 19 novembre.

Tutta la cittadinanza era invitata a presenziare all’iniziativa per esprimere la solidarietà e il sostegno ai 92 lavoratori e alle rispettive famiglie, «vittime incolpevoli di questa macelleria sociale perpetuata dalla multinazionale Austriaca Mayr-Melnhof. Multinazionale che sta dimostrando di non avere responsabilità sociale nei confronti dei propri dipendenti e di speculare su una tragedia che ha colpito la Romagna nel maggio scorso. L’imminente apertura della procedura di licenziamento collettivo art.li 4, 24 della legge 23 Luglio 1991, n. 223 che riguarderà l’intero organico della sede di Cervia ovvero di 92 lavoratrici/lavoratori mette a repentaglio il futuro di un’intera comunità», come scrivono i sindacati.

La multinazionale dopo aver sfruttato gli ammortizzatori sociali italiani e i contributi erogati dalla Camera di Commercio ha definitivamente accantonato qualsiasi scenario conservativo del sito di Cervia, i sindacati e la Rsu aziendale hanno chiesto di non procedere con i licenziamenti collettivi e di valutare soluzioni alternative conservative. L’azienda sorda alle richieste dei sui dipendenti, sembra voler proseguire la sua azione di sciacallaggio nonostante la disponibilità da parte delle istituzioni a trovare una soluzione.

I lavoratori e le lavoratrici continueranno a intraprendere tutte le iniziative di lotta possibili al fine della salvaguardia dei posti di lavoro e tutelare il loro futuro. Continueranno a far sentire alta la loro voce di protesta civile, ribellandosi a un destino precostituito da logiche economiche distorte, che considerano i lavoratori e le lavoratrici una voce di bilancio da abbattere attuando una squallida delocalizzazione a favore di altri paesi europei dove il costo del personale è più basso.

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