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Erica Liverani: «Per Natale cucinate insieme a chi vi vuole bene»

La cucina romagnola è tra le migliori d’Italia. Le donano lustro persone che fanno della loro passione per la cucina, una vera e propria arte. Tra queste spicca Erica Liverani, 38enne originaria della provincia di Ravenna, che si è fatta strada nel mondo culinario soprattutto dopo la sua vittoria al programma “Masterchef Italia” di Sky, iscrizione fortemente voluta dai suoi amici Giovanni e Manuel. I due avevano infatti intuito che, nonostante il lavoro di fisioterapista, Erica sarebbe prima o poi arrivata a un cambiamento drastico della sua vita grazie al suo amore per la cucina.

Oggi Liverani, mamma e proprietaria di due attività gastronomiche, è una donna felice, soddisfatta e ambiziosa, che racconta come prosegue il post successo, a distanza di 7 anni dalla sua vittoria al reality.

Liverani, da poco è uscito il suo nuovo libro “Erica, amore e fantasia”. Di cosa si tratta? Può brevemente descriverlo? 

«“Erica, amore e fantasia” è una raccolta di ricette che fanno parte della mia vita, non legate per forza a una tradizione o a un particolare ingrediente, ma un mix di ricette etniche, della tradizione, di mia nonna, o imparate durante i miei viaggi e tante altre ancora. Inoltre, è un libro che parla di me e, quindi, della mia vita».

In realtà, il suo primo libro “A piccoli passi. La mia cucina stagionale”, edito da Baldini & Castoldi, è uscito nel 2016. Spera di ripeterne il successo? 

«Sì, lo spero. Per quanto riguarda il libro la mia ambizione non è tanto il successo, ma l’aver raggiunto il traguardo. Il primo libro l’ho ‘dovuto fare’ per aver vinto Masterchef, invece, questo secondo nasce proprio da una mia intenzione di farlo e mi piace l’idea che sarà un segno di me che rimane. Quindi il mio successo l’ho già raggiunto nell’averlo visto stampato». 

Il 2016 è stato l’anno della vittoria a “Masterchef Italia”. Com’è cambiata la sua vita dopo il successo? 

«Sotto certi aspetti si è completamente stravolta perché lavoravo come fisioterapista e ho abbandonato tutto per dedicarmi alla passione per la cucina. Grazie a questa esperienza, inoltre, ho avuto la possibilità di viaggiare e conoscere gente che altrimenti non avrei potuto incontrare. Ma la cosa bella è vedere che, nonostante lo stravolgimento totale della mia vita sotto certi aspetti, sotto altri sono rimasti saldi i veri valori che da sempre mi appartengono».

Cosa ricorda oggi di quell’esperienza? Dopo il suo ritorno è rimasta in contatto con qualcuno degli chef e dei partecipanti? Cos’ha imparato lavorando accanto a noti chef come Cannavacciuolo, Cracco e Bastianich?

«In realtà nella trasmissione non si hanno contatti stretti con questi grandi chef, perché loro non sono altro che giudici che assaggiano ciò che si prepara, per cui non c’è possibilità di imparare da loro. La produzione del programma non vuole che si creino rapporti tra giudici e partecipanti per evitare simpatie e favoritismi; quindi, ci tengono a lasciare tutto il più credibile possibile. Con alcuni partecipanti ho ancora contatti, mentre con altri no. In questo ambiente si entra in competizione e quindi non si riescono a stringere molte amicizia».

Con le sue sorelle Claudia e Romina ha aperto un negozio di pasta fresca e gastronomia “Raflò” in via Maggiore a Ravenna nel 2018. Poi nel 2021 avete raddoppiato con un secondo negozio a Savarna, a due passi dal suo paese d’origine Conventello. Soddisfatta delle due attività? 

«Molto! Nonostante sia davvero un grande impegno. Avere un’attività è come crescere un figlio, direi che sono molto soddisfatta».

La vediamo spesso apparire sui social insieme a sua figlia. Spera che un giorno possa continuare l’attività da lei avviata? 

«No, non lo spero perché io le auguro di essere felice. Voglio solo essere per lei un buon esempio per dimostrarle che bisogna fare ciò che ci rende felici. Quindi vorrei che lei potesse dire: voglio sentirmi come si sentiva mia mamma mentre cucinava!»

Si sta avvicinando il Natale. Quale ricetta semplice e originale consiglierebbe ai suoi concittadini ravennati di preparare?  

«Beh, ovviamente i cappelletti o le tagliatelle al ragù, la zuppa inglese, la ciambella che si mangia col vino e tante altre ancora. Più che altro consiglio di stare con chi ci fa stare bene e soprattutto di cucinare insieme e di creare un momento simpatico e sereno già dai preparativi, oltre che allo stare a tavola insieme».

Quali sono le sue ambizioni future? Ha altri progetti da realizzare? 

«Innanzitutto essere felice! Certo, ho tante altre idee da portare aventi perché so di avere delle potenzialità e non voglio di certo metterle in un cassetto. Non ho in mente un progetto preciso al momento, ma so che non mi fermerò qui».

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