Donne a Colori (Massimo Soncini Editore) è un testo toccante, che esprime la forza di sei donne che si trovano a combattere una battaglia che nessuno al mondo vorrebbe affrontare. Sei racconti, ricchi di sentimenti forti: rabbia, senso di colpa, amore e comprensione.
Angela Suprani, ravennate di nascita, è autrice di racconti brevi premiati in diversi concorsi letterari, tra i quali il Premio Marguerite Yourcenar e il Premio Elsa Morante. In questo volume, Angela, ha raccolto sei pezzi di vita, per far conoscere a tutti quello che si cela dietro la malattia, cosa si sente, come la si affronta, cosa può aiutare a combatterla.
«Se teniamo le cose solo per noi, sia quelle positive che quelle negative, queste restano in noi e basta; invece condividere e raccontare sono l’inizio di una relazione, e noi siamo anche le nostre relazioni, siamo quello che proiettiamo verso l’esterno e che dall’esterno riceviamo, e la relazione è sempre crescita»
Anna
In tutte le storie spicca la voglia di reagire, la ricerca e il lavoro su sé stesse e l’aiuto da parte di chi sta accanto alle protagoniste.
«L’unica cosa che desideravo era concentrarmi su me stessa»
Graziella
«Non si tratta tanto di forzarsi ad avere un atteggiamento positivo, quanto di imparare a togliersi di dosso la negatività. È una differenza sottile ma importante»
Simona
Alcune di loro hanno poi deciso di mettersi in gioco, creando una rete di assistenza per tutte le donne che si sono trovate ad affrontare la stessa terribile esperienza.
«Quello che chiedi ai medici, soprattutto all’inizio, è un incoraggiamento, un aiuto all’accettazione, non solo un approccio scientifico ai tuoi esami del sangue. L’essere umano è composto da tante parti, e la cura della parte mentale e psicologica non è meno importante della cura fisica, ma è complementare”
Stefania
Nasce, grazie alla loro esperienza, l’idea di fondare Loto, un’associazione no profit che nasce con il preciso intento di colmare un vuoto informativo e di consapevolezza sul carcinoma dell’ovaio, uno tra i tumori femminili a prognosi più severa.
«L’obiettivo principale che ci siamo poste è stato quello di focalizzare l’attenzione su questa forma di tumore, poi estesa a tutte le forme di tumore ginecologico, con lo scopo di favorire la ricerca e di riempire così quel vuoto che avevo sperimentato di persona»
Sandra
Il progetto parte nel 2013 con la consapevolezza di dover affrontare un lungo e lento percorso in salita per dare vita a qualcosa di nuovo: una serie di attività destinate alle pazienti che attraversano il percorso di malattia, per un futuro migliore.
«Una cosa che ho imparato durante la malattia è che non bisogna mai porsi dei limiti sul futuro, e che gli obiettivi da raggiungere aiutano a trovare la forza necessaria nei momenti di sconforto».
Arianna
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Le opere saranno esposte nelle vetrine degli esercenti aderenti da venerdì 22 novembre a lunedì 2 dicembre.
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