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”Dialoghi sull’arte contemporanea” a Fusignano per la mostra di D’Augusta

In occasione della Biennale di Mosaico Contemporaneo – che comprende anche la mostra di Vittorio D’Augusta – il Museo San Rocco di Fusignano ospiterà il ciclo di conferenze ”Dialoghi sull’arte contemporanea” curato da Paola Babini con la partecipazione diretta dell’artista Vittorio D’Augusta.

Prosegue fino al 19 novembre sempre al Museo Civico San Rocco di Fusignano (Via V. Monti,5) la mostra personale di  Vittorio D’Augusta “Ti verrà dietro la città”, a cura di Claudio Spadoni, inaugurata nello scorso mese di settembre. Collateralmente alla mostra, 

L’esposizione, ad ingresso libero, è visitabile nei seguenti orari: sabato dalle 15 alle 18, domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

Dialoghi sull’arte contemporanea: il programma

Gli incontri si svolgeranno di venerdì o giovedì alle ore 18, con il seguente programma:

20 ottobre: “L’idea di bellezza” con Alberto Giorgio Cassani;

26 ottobre: “Pittura e Mosaico” con Leonardo Pivi e Daniele Torcellini;

10 novembre: “Le tecnologie, Arte e Scienza” con Paola Babini;

17 novembre: Presentazione del Catalogo della mostra con Claudio Spadoni.

L’iniziativa è promossa da: Associazione Amici della Capit ApS di Ravenna e Comune di Fusignano, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con: Regione Emilia Romagna e La BCC Ravennate Forlivese e Imolese.

Lo sradicamento di D’Augusta

D’Augusta è nato a Fiume e fin da bambino conosce le contraddizioni delle terre di confine, che spesso portano all’allontanamento. In proposito l’artista, in un suo racconto di memorie istriane, ha scritto «non è un trasloco, ma una figura dell’animo, una separazione, e presuppone la perdita non solo dei propri luoghi, ma di qualcosa di se stessi. Con la pittura cerco di ritrovare la parte mancante, ciò che di me è rimasta nel mare del Quarnaro».

Dopo decenni di allontanamento, il riavvicinarsi alla città d’origine per riconoscerla e riconoscersi è diventato necessario. L’esplorazione del passato alla ricerca degli indizi del suo sradicamento – luoghi, cose, volti, parole, ombre della propria infanzia – è dunque una risposta a questa necessità.

Negli spazi del Museo San Rocco il lato autobiografico si allarga alla percezione di ansie e inquietudini di questo nostro tempo, sia attraverso la pittura sia con oggetti o strumenti funzionali al racconto. È parte della mostra un mosaico – linguaggio insolito per l’artista – che evoca suggestioni mediterranee, storie di antichi miti e nuove, attuali tragedie

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