Bagarre in commissione consiliare 10 – Politiche e cultura di genere, che si è riunita venerdì 26 gennaio a Palazzo Merlato a Ravenna, su iniziativa dei consiglieri di maggioranza, con all’ordine del giorno una discussione in merito a “Prevenzione e contrasto alla violenza di genere”. Per l’occasione l’assessora Federica Moschini aveva invitato a parlare la presidentessa di Linea Rosa Alessandra Bagnara che però è stata subito allontanata dall’aula. Ne è seguita un’accesa discussione fra i consiglieri, anche sull’utilità di mantenere in vita una commissione che di fatto non si riunisce quasi mai. Indignata Bagnara.
«Credo che sarebbe stato importante riflettere su ciò che l’associazione riporta sui dati delle violenze di genere nella nostra città (ndr, proprio nei giorni scorsi sono stati resi noti i primi numeri del 2024)- ha dichiarato il segretario del PD Lorenzo Margotti – Ma, richiamandosi al regolamento, il consigliere Ancarani ha costretto Bagnara ad allontanarsi dall’aula, che è uscita insieme al vicario del prefetto».
«Quanto successo è un fatto che ci indigna profondamente, – ha dichiarato la presidentessa di Linea Rosa, Bagnara – perché è stata negata la possibilità di un confronto con un’associazione fondamentale per la città, a causa dell’ormai nota avversione per le associazioni femministe del consigliere Ancarani che si è richiamato alla diffida che ha ricevuto dalla Casa delle Donne, ma non era all’ordine del giorno un dibattito in merito».
Ancarani (FI), facendo riferimento al comma 6 dell’articolo 96 del Regolamento sul funzionamento del consiglio comunale, ha detto a Bagnara di non essere stata invitata da nessun consigliere e, di fatto, costretta ad abbandonare la commissione, alla sua prima convocazione dopo oltre due anni.
«Si tratta di un’occasione mancata per lavorare insieme a un problema che riguarda tutti e tutte, ovvero la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere – aggiunge Bagnara -. Se mi fosse stato permesso di parlare avrei portato all’attenzione dei nostri amministratori locali, eletti dalle cittadine e cittadini residenti nel Comune, alcuni importanti dati e informazioni».
«Penso che quello della violenza di genere dovrebbe essere un tema trasversale su cui lavorare insieme alle opposizioni – spiega il segretario del PD Lorenzo Margotti – per far diventare pratica promesse e buone intenzioni. Linea Rosa è un’associazione molto importante e ascoltare l’attività che porta avanti ogni giorno sarebbe stato fondamentale per approfondire questa tematica. La violenza maschile contro le donne – conclude Margotti – è un fenomeno strutturale e globale che non conosce confini sociali, economici o nazionali. Noi crediamo che la promozione di uno sviluppo inclusivo e socialmente sostenibile, che metta al centro l’obiettivo di un’ampia protezione contro la violenza e le molestie, dovrebbe essere condivisa da tutte le forze politiche».
Dopo l’allontanamento della Bagnara, durante la seduta si è discusso non solo sulla scorretta convocazione della presidentessa ma anche dell’utilità di una commissione permanente sui temi di politiche di genere che non viene mai convocata, dell’uso dei termini al femminile e puntualizzando che il progressismo fa da padrona la società.
Il consigliere Rolando (Lega) ha dichiarato la presentazione di dati fuorvianti che «fanno pensare che fra ravennati e romagnoli, nella nostra cultura contemporanea territoriale vi è un emergenza. Bisognerebbe individuare nella specificità il problema» e chiede all’assemblea se in Romagna esiste il maschio bianco sovranista patriarcale e prosegue accusando la maggioranza di non affrontare i reali problemi incutendo un seme avvelenati in chi seguirà queste discussioni. Conclude chiedendo di contestualizzare meglio la problematica. Un fallimento su tutta la linea della commissione che ben poco ha parlato di violenza di genere.
Il problema della violenza di genere è molto diffuso a Ravenna: «Solo lo scorso anno Linea Rosa ha accolto 392 donne, nel 70% dei casi di nazionalità italiana, 236 di loro hanno figli, 366 hanno dichiarato di subire violenze, 21 sono le donne che sono state ospitate all’interno delle case rifugio a indirizzo segreto, insieme ai loro 22 figli e alle loro figlie. – sottolinea la presidente di Linea Rosa – Sono 315 le donne che hanno dichiarato di subire violenza psicologica, 225 quella fisica, 155 quella economica, 98 stalking e 53 sessuale.
Sappiamo bene tutti che le violenze che ogni donna subisce sono moltepliciNella stragrande maggioranza dei casi l’autore delle violenze è una persona conosciuta dalla donna e con la quale ha o ha avuto una relazione sentimentale. Sono, infatti, solo 5 – aggiunge – gli autori sconosciuti alla donna, mentre in 96 casi si tratta del coniuge, in 63 casi del convivente, in 123 del fidanzato o ex, 45 casi di altri parenti e in 24 di colleghi di lavoro o amici e conoscenti. In un caso la donna ha dichiarato di avere subito violenza da un gruppo mentre in 9 casi non è stato rilevato il dato».
Il Centro Antiviolenza quotidianamente sostiene e accompagna le donne che vi si rivolgono, in forma autonoma o perché attivate dalle Forze dell’ordine e/o servizi sociali, perché subiscono violenze; promuove progetti di prevenzione e sensibilizzazione sul tema (anche nelle scuole di ogni ordine e grado); mette in campo azioni per la sicurezza dei nuclei madre e figli.
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