Entra a far parte del team di Neurochirurgia di GVM Care & Research il neurochirurgo Miran Skrap, grande esperto di questa branca e tra i migliori neurochirurghi d’Europa. Dopo 26 anni di carriera a Udine come direttore della neurochirurgia e poi come direttore del dipartimento di neuroscienze, il dott. Skrap mette la sua expertise a disposizione dei pazienti di Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA), Ospedale di Alta Specialità accreditato con il SSN.
Una lunga esperienza, quella del dott. Skrap, che lo ha portato a lavorare anche in Slovenia, Svizzera, Stati Uniti (Università di San Francisco, di Pittsburgh e di Seattle, alla Mayo Clinic, al Medical Center di New York, al General Hospital di Boston), occupandosi di tumori cerebrali ed in particolare dei cosiddetti “di basso grado”. Il dottore ha introdotto in Italia la chirurgia con il paziente sveglio e collaborante. Questo ha consentito e consente tutt’oggi di migliorare la chirurgia e l’asportazione tumorale riducendo notevolmente i rischi grazie alla collaborazione del paziente vigile (questo è possibile in casi particolari e selezionati).
Oggi il suo know-how è a disposizione dell’ambulatorio di neurochirurgia dell’Ospedale San Carlo di Nancy a Roma, dove segue pazienti con patologia neurochirurgica a livello cerebrale o spinale già diagnosticata, e dell’équipe di neurochirurgia a Maria Cecilia Hospital.
«A Roma – commenta il dott. Skrap –, all’Ospedale San Carlo di Nancy, visiteremo pazienti con diverse problematiche di pertinenza neurochirurgica, come quella tumorale cerebrale, sia benigna che maligna, la patologia vascolare, pazienti affetti da conflitti neurovascolari che causano la nevralgia del trigemino tipica o lo spasmo del nervo facciale e la patologia spinale. Qualora riscontrassimo la necessità di un intervento con problematica cerebrale, il paziente verrà riferito a Maria Cecilia Hospital, dove disponiamo di sale operatorie dotate delle più moderne tecnologie. In più ritroverò a Cotignola neurochirurghi amici, con i quali sono stati condivisi anni di lavoro in ambito neurochirurgico, il che presuppone un ottimo lavoro di squadra».
I tumori cerebrali rappresentano circa l’1,6% di tutte le neoplasie e sono pertanto considerati abbastanza rari. L’incidenza è comunque in aumento a livello globale e in Italia si registrano circa 6mila nuovi casi all’anno (dati AIOM-AIRTUM, 2021).
«Da considerare che oggi sono moltissime le persone che si sottopongono ad una RM che è poi l’esame più importante per la patologia cerebrale – commenta il dott. Skrap -. Questo alto numero di esami fa scoprire molta patologia anche del tutto occasionale senza che ci sia una clinica presente. In diversi di questi casi, fortunatamente, ci si limita ad un monitoraggio. Sicuramente una concausa di questo aumento è però dovuto anche all’ambiente ed al tipo di vita che si svolge. La diagnostica attuale è indubbiamente molto più raffinata. Le analisi molecolari e genetiche che si fanno consentono delle diagnosi molto più obiettive rispetto al passato e, oltre ad essere essenziali nella diagnostica, aprono importanti spiragli nella ricerca. Nei tumori cerebrali purtroppo c’è una grande variabilità che rende la gestione di queste patologie particolarmente problematica. Ci si avvicina anche ad una diagnostica sia preventiva che di monitoraggio con semplici prelievi del sangue. Dei dati preliminari o parziali ci sono già anche se non ancora sufficientemente specifici per un uso routinario».
Le percentuali di sopravvivenza per alcune tipologie maligne di tumori cerebrali sono ancora basse.
«A mio avviso, per quanto il passo chirurgico rimanga in molti casi il passo terapeutico più dirimente, la chirurgia di per sé ha concettualmente raggiunto il top. La soluzione o un netto miglioramento terapeutico per queste lesioni arriverà dai laboratori. Già da un po’ di tempo in effetti sono stati introdotti dei trattamenti ad personam, realizzati sulla base dello studio dell’assetto genetico – molecolare del tumore. Si parla di vaccini, anticorpi, trattamenti specifici per un determinato tumore, ma abbiamo ancora bisogno di tempo, di ulteriore ricerca e di conferme per vedere risultati più costanti» conclude il dott. Skrap.
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