Categories: Lettere e opinioni

Corridoio logistico con l’Ucraina: Ravenna (per ora) non c’è

Mentre la guerra tra Ucraina e Russia continua senza tregua e non è al momento possibile prevederne la durata, In Italia si sta già ragionando attivamente sul dopoguerra e per la ricostruzione del Paese. Tanto che il nostro governo è non da oggi impegnato su questo fronte e i primi incontri sono stati fatti anche assieme alle organizzazioni di categoria a cominciare da Confindustria che si è recata a Kiev con una propria rappresentanza durante una visita di vari nostri ministri.

 

Fondamentale in questo progetto è il ruolo che dovrà svolgere la logistica per l’invio e lo smistamento di materiali e attrezzature. Proprio su questo fronte il governo, che sta preparando una grande conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina che si svolgerà a Roma entro marzo, ha pensato anche alla creazione di un corridoio logistico infrastrutturale che, come detto dal ministro per le Imprese e il Made in taly, Adolfo Urso, farà perno su Quadrante Europa, il grande centro intermodale di Verona, e sui porti di Trieste e Venezia.

 

Manca, almeno per ora, qualsiasi riferimento a Ravenna che si trova certamente in posizione privilegiata sulle rotte verso l’Europa orientale e che è stata protagonista degli sbarchi di navi commerciali ucraine immediatamente dopo gli accordi per la riapertura, sia pure parziale e condizionata, dei traffici con il Paese belligerante.

 

Perchè non si è pensato anche a Ravenna?

 

Il nostro scalo ha tutte le potenzialità per svolgere il ruolo di fondamentale hub logistico per le produzioni che insistono, quanto meno, ma non solo, sull’intera area padana.  I settori produttivi maggiormente interessati sono, a detta del ministro, quelli dell’alta tecnologia, dell’aerospazio, della metallurgia e della siderurgia. Ma avranno un peso anche i trasferimenti di mezzi meccanici, materiali per edilizia ecc.

 

Per queste ed altre produzioni industriali lo scalo ravennate può essere un eccellente ed efficiente punto di partenza. Per questo crediamo non vada dimenticato a beneficio di altri porti dell’Alto Adriatico e Comune, Regione e  Autorità di Sistema siamo certi sapranno attivamente impegnarsi per rappresentare al meglio le ragioni e potenzialità del nostro porto in favore della ricostruzione dell’Ucraina.

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