Con un dialogo sulla decorazione si chiude il 2022 della Fondazione Sabe per l’Arte di Ravenna

Si riapre a gennaio con un nuovo allestimento

Si chiude oggi, ultimo giorno di visita della mostra “Enrica Borghi. Modulare lo scarto”, il 2022 della Fondazione Sabe per l’Arte di Ravenna dove l’altra sera si è tenuta la presentazione del libro “Il sogno umano sulla forma. L’ornamento nelle arti tra passato e presente” con i curatori Pierluca Nardoni e Gian Luca Tusini. All’ultimo evento collaterale alla mostra, patrocinato dal Comune di Ravenna e dal Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna, ha partecipato un pubblico caratterizzato da curiosi e appassionati d’arte, ma anche da docenti universitari e insegnanti di discipline artistiche nelle scuole pronti a scambiarsi idee e proposte.

 

A introdurre gli autori, il direttore artistico della Fondazione nonché curatore della mostra di Enrica Borghi. «Il libro – spiega Pasquale Fameli – è frutto di una giornata di studi in coda alla grande mostra “What A Wonderful World” che si è tenuta nell’autunno 2019 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, incentrata sulla lunga storia dell’ornamento tra arte e natura. L’esposizione ha rivelato i significati profondi dell’ornamento, visto non più come semplice e superficiale abbellimento, ma quale fenomeno che investe la quotidianità e il nostro rapporto con la dimensione estetica».

 

«La mostra a Reggio Emilia – ricorda Tusini, professore associato al Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna-Campus di Ravenna – fu chiusa in anticipo a causa dello scoppio della pandemia da Covid. Ci era dispiaciuto molto perché era in programma un convegno in presenza per fornire a tutti gli appassionati d’arte una serie di saggi di approfondimento. Siamo riusciti a riorganizzarlo da remoto solo nel maggio 2021. Nulla dunque è andato perso e, ora, è arrivato anche il libro. Parlando di decorazione, mi piace ricordare due caratteristiche intrinseche: l’immaterialità, perché può assumere tante forme e coinvolgere numerosi materiali e la longevità, vista la sua lunghissima genealogia». Il volume a cura di Gian Luca Tusini, Pierluca Nardoni e Claudio Fronzoni, indaga il mondo dell’ornamento che è tornato in questi anni a impegnare le ricerche di storia dell’arte. A lungo considerato un fattore culturale marginale, l’ornamento è in realtà un fenomeno figurativo complesso e ricco di significati, sempre oscillante tra concetti in completa opposizione, come l’eccesso l’ordine, o l’accessorio e il necessario.

 

«Enrica Borghi – aggiunge Pierluca Nardoni, specializzato in Beni storico-artistici all’Università di Bolgona – è stata tra i tanti artisti contemporanei che hanno partecipato alla mostra di Reggio Emilia. Il tema del decorativo è ancora oggi scivoloso. Parlarne significa immergersi in un ‘mare magnum’ di aspetti, di elementi, di materiali, di modularità, proprio come emerge dai lavori della Borghi. Nel libro abbiamo volutamente affrontato questo macro argomento attraverso contributi che lo osservano nei suoi molteplici aspetti, esplorandone i presupposti teorici e le ricadute stilistiche, tra il Medioevo e la contemporaneità, per offrire più spunti di riflessione. Il titolo scelto non è casuale, in quanto è una citazione dello studioso francese Henri Focillon. Ciò che per lui era il primo ‘sogno umano sulla forma’, è ancora uno dei cardini dell’esperienza estetica».

 

Oggi, è possibile visitare la mostra di Enrico Borghi dalle 16 alle 19 (ingresso libero). La Fondazione Sabe di via Pascoli 31, nel cuore di Ravenna, riaprirà a metà gennaio con una nuova mostra.

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