Con “Mute” conclusi gli appuntamenti di danza alla Fondazione Sabe di Ravenna

Va in archivio con un bel successo di pubblico, il secondo e ultimo appuntamento con la danza alla Fondazione Sabe per l’Arte di Ravenna, in virtù della collaborazione con il “Ammutinamenti”, il festival di danza urbana e d’autore a cura dell’Associazione Cantieri Danza. Ieri sera alle 18, si è registrato il tutto esaurito per lo spettacolo “Mute” di Martina Gambardella, che poi è stato replicato anche alle 19, per accogliere altri appassionati di danza. Tra il pubblico, presenti anche giornalisti e critici di settore, curiosi di ammirare l’ultimo lavoro coreografico della giovane coreografa nata a Napoli nel 1993.

“Mute” di Martina Gambardella

Il suo progetto è stato selezionato per la “Vetrina della giovane danza d’autore eXtra 2023”, oltre a essere vincitore dei bandi Boarding Pass Plus Dance, Più_Erbacce e dell’azione Around a Process of Making del Festival Marosi di Stromboli. La sua ricerca artistica è orientata a indagare lo spazio potenziale della materia corporea nella sua espansione e decostruzione, attraverso l’attivazione di processi e pratiche di movimento che si generano nella costante relazione con l’altro e dai luoghi che abita. Quindici minuti intensi di spettacolo con protagonista la stessa Gambardella, per celebrare l’origine del movimento, cogliendo il potenziale e la forza generativa dello spazio dal quale esso emerge. «Vorrei creare nel tempo danze che siano sempre più esperienze tattili – afferma –. Fondamentale è il grado di attenzione individuale e l’ascolto che la danza ci permette di scoprire ogni giorno. Credo che questa sia la chiave per proteggere quello spazio invisibile, intimo che ci lega alle cose».

Dopo la presentazione l’11 settembre di “Come neve” del talentuoso Adriano Bolognino, uno spettacolo che sembrava ‘tagliato’ su misura per i suggestivi spazi della galleria, si chiude quindi la seconda collaborazione consecutiva con il festival “Ammutinamenti” che dimostra, una volta di più, la validità dell’intreccio tra le arti. Aperta nel novembre 2021 in via Pascoli 31, su iniziativa di Norberto Bezzi e di Mirella Saluzzo, la galleria ravennate ha per obiettivo la promozione e diffusione dell’arte contemporanea, con particolare attenzione alla scultura e sempre con una logica di apertura alla città nel suo complesso. «Siamo molto soddisfatti – afferma il direttore artistico Pasquale Fameli –. L’attività è in continua crescita e ci sono già nuovi progetti all’orizzonte che ruotano sempre attorno alla scultura, ma intesa in senso ampio e in relazione con altri linguaggi artistici. Per ribadire l’importanza del legame con il territorio, a ottobre, l’ultima mostra dell’anno si inserisce nel programma della “Biennale Mosaico”». Si tratta di “Anemoni” di Renata Boero, Valentina D’Accardi e Alessandro Roma, a cura di Irene Biolchini, che sarà aperta al pubblico dal 7 ottobre al 16 dicembre.

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